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Formulazione di un programma di trattamento individualizzato di
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[ .. ..] In questa fase di presentazione del ruolo, degli strumenti e delle aspettative che connotano l’intervento psicologico, si avrà cura di lavorare per una chiara definizione del rapporto; è la fase più delicata, bisogna agganciare il ragazzo che non ha scelto di incontrare lo psicologo, lo incontra per prassi e il più delle volte ha necessità di avere chiarimenti su che cosa fa quello cheper lui è “il medico dei matti”, ha necessità di sapere che aiuto questi può offrirgli in un Servizio che fa parte del sistema giustizia. Tutto
ciò che in termini tecnici chiamiamo “consenso informato” acquista
all’interno dell’operatività un’importanza significativa sul piano
dell’attivazione di processi di responsabilizzazione del minore che partendo
dall’acquisizione di consapevolezza di quanto gli si va proponendo passa
dall’essere soggetto passivo di un intervento che non ha scelto all’essere
protagonista attivo di un intervento che se anche non ha richiesto può
tuttavia controllare.
Se in
questa prima fase si arriva a definire un rapporto di collaborazione con
il minore, tale da poter chiaramente arrivare a tracciare attraverso ciò
che emerge dai colloqui, un profilo di personalità, se quindi il
ragazzo non si mostra particolarmente difeso né c’è il sospetto
che giochi a simulare, l’utilizzo dei test potrebbe non essere opportuno
valutando il rischio che l’uso degli stessi potrebbe in alcuni casi sortire
effetti di indebolimento del rapporto.
Nelle
situazioni in cui invece il ragazzo manifesta difese forti che ostacolano
la comunicazione all’interno del colloquio, o in situazioni in cui il comportamento
dello stesso risulta ambiguo tanto da non permettere una valutazione di
personalità tecnicamente corretta, in questo caso la possibilità
di utilizzare tests psicologici può alle volte giovare al rapporto
che in fase di restituzione di quanto emerge dalla elaborazione delle prove
reattive si arricchisce di elementi significativi sui quali poter lavorare
comunemente.
“Osservare”
un adolescente al fine di poter arrivare a delineare un profilo di personalità
che lo rappresenti è impresa già di per sé complessa
se si considera poi la cornice contestuale che stiamo analizzando, risulta
facile ipotizzare che il compito diventi ancora più arduo e che
necessiti di tempi più lunghi di quelli che normalmente occorrono
in un contesto scevro di condizionamenti di vario tipo e soprattutto dove
esiste una richiesta esplicita di aiuto.
Molte
volte tuttavia ci si trova in situazioni in cui i tempi della giustizia
non corrispondono ai tempi necessari per poter effettuare un buon intervento
e ci si può trovare in situazioni in cui la richiesta della magistratura
circa la decisione o modifica di misure alternative alla detenzione oppure
la valutazione sull’applicabilità di misure di sicurezza o ancora
richieste che non sono infrequenti all’interno di strutture detentive circa
la valutazione di rischi di atti di autolesionismo o di atti di aggressività
eterodiretta, vengono poste allo psicologo con tempi di risposta il più
possibile ristretti ovviamente per prendere provvedimenti che servano a
tutelare il minore dalla possibilità di correre rischi ulteriori.
In queste
situazioni sebbene sia auspicabile che tra l’operatore psicologo che lavora
all’interno dei Servizi della Giustizia e l’A.G. ci siano margini di trattabilità
sui tempi occorrenti per rispondere alle richieste avanzate, l’ausilio
di reattivi psicologici può essere proficuo.
Ma tornando
al minore, il ragazzo di fronte alla possibilità che gli si somministri
un test potrebbe avere la consapevolezza di non essere più nella
condizione di poter controllare le informazioni che vuole mettere in comune
e deve quindi scegliere se accettare la somministrazione oppure rifiutarla.
Il monitoraggio
della reazione del soggetto rispetto a tale prospettiva, qualunque essa
sia, tuttavia ci offre informazioni sulla qualità del rapporto che
si è riusciti ad instaurare con il ragazzo e sulla sua volontà
di arrivare ad una maggiore conoscenza di sé e di comprenderne la
correlazione con i propri agiti nonché sul livello di consapevolezza
degli effetti che un eventuale percorso di trattamento psicologico potrebbe
avere sul piano personale..
Nel
momento in cui si propone al soggetto l’opportunità di servirsi
dei reattivi psicologici è indispensabile chiarire l’importanza
e l’utilizzo dei dati che emergeranno dall’elaborazione dei reattivi.
Se il
minore comprenderà appieno l’attinenza esistente tra una maggiore
e più chiara consapevolezza dei funzionamenti della sua personalità
ed il suo agito e della necessità di conoscere più precisamente
le proprie risorse ed i propri bisogni sui quali impostare un progetto
di trattamento sia interno che esterno al sistema giustizia, probabilmente
non vivrà la somministrazione del test come una esperienza intrusiva,
una violenza al suo privato, non sentirà la necessità di
difendersi da essa e potrà coglierne il vantaggio tanto sul piano
personale che relazionale.
Quella
della restituzione è senza dubbio una fase importante del trattamento
psicologico, è un atto dovuto al ragazzo che, sollecitando riflessioni
su tratti significativi e pervasivi della sua personalità, sulle
motivazioni alla base dei suoi agiti, potrebbe con maggiore probabilità
portarlo ad attivarsi in un percorso di cambiamento.
Spesso
lo psicologo che segue un ragazzo all’interno dell’iter penale ha il tempo
necessariosolo per attivare tali percorsi, in alcuni casi, lì dove
recepisce la ristrettezza dei tempi entro cui il suo intervento è
limitato, o per passaggio di competenza ad altri servizi della giustizia
o per fuoriuscita del ragazzo dal circuito penale, dopo aver approfondito
la conoscenza del minore, riuscirà a lavorare solo per la costruzione
di una richiesta d’aiuto e nei casi di fuoriuscita dal penale per un invio
del ragazzo presso servizi territoriali, esterni quindi, al sistema giustizia
(ASL, Consultori, DSM, Sert, Privato sociale ecc…).
In queste
situazioni un reattivo come il Rorschach offre l’opportunità di
ottimizzare la scelta di un tipo di psicoterapia mirato da suggerire al
soggetto e di facilitare gli altri operatori o colleghi che seguiranno
il ragazzo sia durante che dopo il procedimento penale che lo riguarda.
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