IL
PALAZZO COMUNALE
Parlando
degli edifici principali di Ciriè non si può non dedicare uno spazio
al palazzo dei Marchesi D'Oria ora sede del Comune. La nobile famiglia
dei Provana di Leinì,stabilitasi a Ciriè intorno all'anno 1200,aveva
fino alla metà del secolo XV la sua abitazione nella via principale,
poi cresciuta la famiglia in ricchezza e forse in numero fece edificare
sulle porte stesse del borgo un palazzo, nel luogo dove adesso si trova
il palazzo D'Oria, non si può tuttavia specificare quanto di quello
abbia conservato l'attuale. Ne si riesce a stabilire come nel 1570 la
famiglia Provana fosse debitrice verso la contessa d'Entremont, a cui
favore impegnò il palazzo e le sue dipendenze per la somma di diecimila
scudi d'oro. Nel 1575 avvenne una permuta di feudi tra il Duca Emanuele
Filiberto e il Marchese Gian Gerolamo D'Oria dove quest'ultimo in cambio
di feudi posti nel principato di Oneglia riceveva altri feudi posti
in Piemonte tra i quali primeggia la Castellania di Ciriè eretta in
Marchesato. Essendo il castello distrutto, per avere una degna sede
al suo feudatario, Emanuele Filiberto acquistò dalla Contessa D'Entremont,
con il consenso dei Provana, il palazzo che poi cedette con atto del
30 Aprile 1575 al Marchese Gia Gerolamo D'Oria il quale fissò in Ciriè
la sua residenza come luogo principale dei suoi feudi. Il palazzo e
il suo parco vennero notevolmente abbelliti, le torri si allargano e
si abbassano in padiglioni, ed il corpo centrale della casa, anziché
apparirne soffocato si adagia fra essi comodamente. Internamente ha
un impronta di signorile buon gusto e di arte del seicento. L'infilata
delle sale ampie, le volte dipinte a fresco con figure molto forzate
di colore, inquadrate in barocchi ed angolosi cornicioni dipinti, vera
arte del milleseicento. Sul finire del XVII sec. Il palazzo di Ciriè
ebbe la punta massima del suo splendore, con la presenza a feste e cacce
del sovrano e della sua corte come ci testimonia l'Audiberti nel suo
carme " Regiae Villae poetice descriptae". Dopo la morte del Marchese
Emanuele D'Oria, tutta la proprietà facente capo al palazzo, posta in
vendita, fu acquistata dai fratelli Guglielmo ed Emilio Remmert. Abbattuta
la cinta, il vasto parco fu adibito a fabbricazione ed il palazzo venne
donato alla comunità in esso hanno sede gli uffici comunali e la pretura
nonché la preziosa biblioteca contenente anche i preziosi volumi donati
dagli eredi D'Oria nel 1923 e la "quadreria dei D'Oria", l'esposizione
di 30 dipinti guidata e commentata da volontari appositamente istruiti,
è possibile visitarla, previo appuntamento telefonico, ogni sabato mattina.