|
Voli
alti
DECOLLO
La zona
di decollo deve essere il più aperta possibile in modo che il vento,
non incontrando ostacoli, investa le ali in modo lineare.
Bisogna diffidare particolarmente dei decolli costituiti da una striscia
di terreno (sia pur larga 25-30 mt) compresa tra due filari di alberi;
in queste condizioni una componente laterale nel vento genera una discendenza
lungo tutto il corridoio. Nei casi di vento a 30-40 Km/h anche eventuali
affossamenti o dune possono causare difficoltà.
La pendenza dovrebbe essere almeno doppia rispetto alla linea di discesa
dell'aquilone (ideale tra i 20 ed i 30 gradi).
IL VENTO
Come abbiamo
già accennato il vento ha una notevole importanza nella fase di decollo:
ormai sappiamo bene che l'ideale sarebbe una brezza frontale di 10-15
Km/h, tuttavia non sempre è così.
Vento zero
In assenza
di vento si può decollare, ma è necessario correre fino alla velocità
di decollo (una bella corsa: 30 Km/h!)
Vento da dietro
Se la manica gira ed il vento ha una, sia pur lieve, componente posteriore
NON SI DECOLLA: è vero che ci sono piloti che si vantano di essere partiti
col vento dietro (chissà poi perchè è un vanto) ma i ricambisti di metalli
ed ossa possono testimoniare di avere spesso da costoro del prezioso
lavoro.
Vento moderato
Se il vento è frontale e laminare, esso rappresenta un ostacolo soprattutto
al montaggio ed ai movimenti a terra, mentre il decollo vero e proprio
richiede una assistenza. Una persona esperta ai cavi anteriori è praticamente
indispensabile; altre due persone che tengono i cavi laterali (stando
posteriormente a questi) sono utili. Al momento del decollo, raggiunto
l'equilibrio laterale, le due persone ai lati lasciano i cavi, mentre
la persona che sta davanti tiene le mani intorno ai cavi, lasciandoli
però completamente liberi di scorrere ed intervenendo solo su richiesta
del pilota.
Trovata la giusta incidenza il pilota darà l'ordine precedentemente
concordato (ad es. "pronto !"): l'assistente si sposterà ed il pilota
partirà senza indugiare.
In presenza di vento (frontale) diviene cruciale saper regolare l'incidenza
dell'apparecchio durante il sia pur breve avanzamento sul terreno: se
l'incidenza è giusta l'aquilone (ed almeno lui) si metterà immediatamente
in volo esercitando anche una lieve trazione sull'imbrago; se è necessario
aumentare la velocità avanzando, si dovrà ridurre leggermente l'angolo
di incidenza e non spingere con il corpo sui montanti: ricordiamoci
che, a questo punto, l'apparecchio (che è in volo) è già governabile
attraverso lo spostamento di peso, da applicarsi al punto di aggancio.
Vento laterale
Se è a 90 gradi, sia pur debole, è necessario attendere che cambi direzione
o sospendere il decollo. Se è a 45 gradi e debole può essere affrontato:
tenderemo ad orientarci maggiormente al vento, tenendo presente che
il limite alla rotazione è rappresentato dall'ala di monte che sfiora
il terreno durante la corsa.
L'ala maggiormente esposta al vento verrà tenuta impercettibilmente
più bassa (anzi si terrà normalmente, ma saremo pronti a bloccarne un
eventuale innalzamento).
I CICLI
TERMICI DI PENDIO
|
Come più
ampiamente spiegato nel capitolo di meteorologia, quando l'aria è instabile
dal pendio riscaldato si staccano bolle che vengono sospinte contro
il pendio stesso. Attraversando la zona di decollo, queste si presentano
come intermittenti rinforzi del vento. È utile riconoscere la presenza
dei cicli termici di pendio poichè facilitano il decollo ed aumentano
le possibilità di veleggiare senza perdere troppa quota. È importantissimo
tuttavia saperli distinguere con certezza da momentanei rinforzi dovuti
alla presenza di rotori di sottovento che risalgono il pendio: in queste
condizioni il decollo è assolutamente proscritto!
La prima indicazione per distinguere le due condizioni ci viene dalla
verifica del vento prevalente; i rotori di sottovento si generano solo
con venti prevalenti che investono la montagna da dietro, rispetto al
punto di decollo. Inoltre, tra un ciclo termico e l'altro, ci sono,
è vero, momenti di relativa calma ma non compaiono mai fenomeni di discendenza
che sono invece costantemente presenti tra un rotore e l'altro. La raffica
dovuta al ciclo termico è moderata e senza eccessive variazioni di intensità
e direzione, mentre, nel caso di un rotore, la manica risulta tesa (vento
più forte) ed estremamente incostante (Fig. 5-18).
In ogni caso, se (in tutta coscienza) avete
dei dubbi nel distinguere le due condizioni significa che non avete
ancora accumulato abbastanza esperienza per volare in maniera autonoma
e dovete quindi interpellare qualche pilota esperto.
Se il dubbio permane e non vi sono piloti esperti disponibili chiudete
l'aquilone e tornate a casa: è vero
che forse state perdendo un buon volo, ma con maggiori probabilità vi
state salvando da una brutta avventura.
ALBERI
IN FONDO
La presenza
di alberi (o di altri ostacoli) a valle del decollo limita il terreno
utile per la corsa, soprattutto per i fenomeni di turbolenza che si
generano in presenza di vento (Fig. 5-20); lo stesso negativo effetto
hanno le strade ed i tornanti nei confronti dei pendii sovrastanti.
PEDANA
È un decollo
riservato a piloti di una certa esperienza. L'assistenza ai cavi è importante
anche con poco vento (sia pur limitata ai soli cavi anteriori). Ricordiamo
che in pedana non c'è effetto suolo, è dunque necessario correre di
più e meglio; la principale difficoltà del decollo da pedana riguarda
il controllo dell'incidenza, che deve essere preciso e senza esitazioni.
STRAPIOMBO
È estremamente
difficoltoso (oseremmo dire "fortunoso") e per questo motivo assolutamente
sconsigliato (non solo ai principianti).
Il pericolo, in presenza di vento, è dato dai vortici che si formano
pochi metri dietro il ciglio (Fig. 5-19) e dal fatto che la vela viene
esposta al vento improvvisamente.
La totale assenza di vento non semplifica la vita ma, se possibile,
la complica perchè costringerebbe a partire lentissimi (abbondantemente
al di sotto della velocità di stallo) e contare totalmente sulla autostabilità
dell'apparecchio, sperando che non si verifichino virate anche piccole
(che ci spingerebbero contro le rocce): l'esperienza, infatti, ha insegnato
che è pericolosissimo pretendere di correre in piano "buttandosi poi
giù": l'aria che proviene dal dirupo sembra fatta apposta per modificare
bruscamente l'incidenza del mezzo con effetti solitamente disastrosi.
Morale: lontani dai decolli a strapiombo !
VERIFICHE
PREVOLO
Abituiamoci
ad un controllo sistematico dell'apparecchio e dell'attrezzatura prima
di ogni volo: l'abitudine di eseguire i controlli in un certo ordine
(check-list) anche se può sembrare eccessivamente "pignola" aiuta a
non tralasciare alcunché, in momenti molto aggredibili dalla distrazione
(emozione, impazienza, tensione).
Abituiamoci quindi a controllare (in questo o in un altro ordine prestabilito):
- l'imbrago:
verifichiamo la tenuta delle cuciture (specie a livello dei cosciali),
lo stato delle corde e la loro linearità, la chiusura del paracadute,
saggiando la forza necessaria per aprirla;
- gli
strumenti (se ci sono): tariamo l'altimetro ed il variometro
con un certo anticipo (avremo il tempo di effettuare eventuali correzioni
che si rivelassero necessarie), proviamo la radio;
- gli
indumenti: occhio al freddo!
IL DELTAPLANO
Durante
il montaggio si terranno, ovviamente, gli occhi bene aperti per individuare
eventuali anomalie; terminato il montaggio e prima di agganciarsi, è
stata suggerita la seguente check-list, le cui iniziali formano la parola
STACCA.
- S(tecche):
montate e fermate; tensioni sulla vela simmetriche; corretta inserzione
dei cavetti antidrappo e loro linearità (niente attorcigliamenti).
- T(rapezio):
montanti integri, dadi e bulloni alla base e al vertice saldi, push-pin
o dado di chiusura fermati con la sicura.
- A(li):
simmetriche e mobili (negli aquiloni a cross flottante), curvatura
tensionale dei tubi simmetrica, tenuta della vela a livello delle
estremità alari e della inserzione dei cavi antidrappo; posizionamento
e tenuta dei tips o delle stecche che ne fanno le veci.
- C(cross-bar):
saldamente fermato sulla chiglia (4a gen.), cavi del cross non attorcigliati
e ben fissati posteriormente (5a gen.). Verifica dell'escursione
dell'over-drive (se presente).
- C(avi):
verifica dei punti di inserzione, linearità e tenuta della bulloneria;
verifica della simmetria di tensione dei cavi sia sotto che sopra
la vela.
- A(ggancio):
corda o fascetta in ottime condizioni, corda di sicurezza, controllo
dell'altezza dell'imbrago una volta agganciato; controllo dell'unione
del paracadute all'imbrago indipendentemente dal deltaplano.
PRIMA
DI PARTIRE
Dopo di
che trasportiamo l'apparecchio al decollo, ci mettiamo il casco, ci
agganciamo al delta, diamo un'ultima verifica al paracadute e attendiamo
il momento buono per staccare, tenendo presente un'ultima importante
check-list (VOLA).
- V(ento):
frontale, lineare, valutarne l'intensità.
- O(stacoli):
terreno libero, nessun altro pilota in fase di decollo, zona antistante
libera da piloti in volo.
- L(ivello):
controllare il livello delle ali e l'incidenza.
- A(ggancio):
un attimo prima di iniziare a correre abituiamoci a mettere sempre
in tensione l'imbrago per verificare ancora una volta l'aggancio.
VIA
Specie ai
primi voli è normale e giusto avere un poco di paura prima di un decollo:
un po' di timore ci stimolerà a compiere ripetute verifiche e a mantenere
una elevata concentrazione. L'esperienza insegna che bisogna piuttosto
temere la eccessiva confidenza.
Non facciamoci mai prendere dalla smania di partire: scegliamo il nostro
momento con calma e chiediamo sempre una verifica di massima ed una
benevola occhiata a qualche pilota esperto presente. La sensazione che
si possa perdere il "momento buono", specie all'inizio, è falsa e pericolosa:
il momento buono è quando siamo pronti noi e solo allora.
D'altro lato, il notevole affollamento di alcune zone di volo dotate
di decolli esigui (Montecarlo, Laveno), impongono nuove forme di cortesia
fra piloti: se non abbiamo ancora deciso quando voleremo, dobbiamo evitare
di montare l'aquilone in "pool-position", bloccando tutti gli altri.
Soprattutto per i primi voli è dunque importante scegliere decolli ampi,
nei quali nessuno, anche se benevolmente, ci "cava il fiato" per poter
decollare a sua volta.
Similmente a quanto fatto al campo scuola inizieremo una corsa progressiva
in accelerazione, ricordando che è meglio correre due passi in più che
uno in meno.
|
|