In cosa consiste.
L’arco rappresenta una delle prime invenzioni dell’uomo: si hanno notizie
che l’arco venisse usato come arma per la caccia fin dai tempi del Paleolitico.
Egitto e Cina sono le nazioni dove si sviluppò prima la cultura dell’organizzazione
di corpi militari armati di arco (2000
a.c.) e, successivamente, in altri popoli come i Mongoli (ma anche Persiani,
Assiri e Babilonesi) organizzarono dei veri e propri eserciti che vantavano
la loro potenza bellica proprio sul binomio arco-cavallo.
In America i popoli indigeni poterono sopravvivere proprio grazie all’arco
(e alle sue frecce) che da strumento di caccia diventò arma da guerra
durante le invasioni coloniali.
In Europa l’arco si diffuse poco più tardi in Inghilterra probabilmente
importato dai Normanni. Oggi l’arco rappresenta un divertente passatempo,
uno sport praticato da milioni di persone in tutto il mondo.
Dove si pratica.
In tutto il mondo esistono club e associazioni che promuovono questo
sport e organizzano competizioni di tutte la categorie e a tutti i livelli:
la FITA, la federazione internazionale, elenca tra i sui associati
ben 124 nazioni.
Chi lo può praticare.
Non vi sono limitazioni per la pratica del tiro con l’arco: avere una
adeguata preparazione fisica e buone capacità di resistenza e di concentrazione
sono comunque utili per potersi divertire senza troppo stress.
Attrezzatura.
L’arco è l’elemento base di questo sport anche se i materiali
che si utilizzano per la sua costruzione sono totalmente cambiati: oggi
leghe speciali e fibre di carbonio sono alla base della costruzione
degli archi moderni.
Esistono 3 categorie di archi: l’arco nudo, che è il più simile a quello
storico, che è composto solo dall’arco (in un pezzo unico o in tre pezzi),
l’arco olimpico che monta un mirino e uno stabilizzatore (è il modello
usato nelle gare) e quello “compound” , molto sofisticato e tecnologico
e che risulta (sfruttando un sistema di carrucole e un sistema di sgancio
particolare) molto più potente dei precedenti. Non bisogna dimenticare
tra l’attrezzatura necessaria le frecce, la faretra, il paradita e il
parabraccio.
Apprendimento
tecnica.
In Italia vi sono circa 600 club, diffusi capillarmente su tutto il
territorio, che si occupano del tiro con l’arco, inoltre la Fitarco
ha un suo comitato in ogni regione italiana: chi voglia avvicinarsi
a questo sport, conoscerne la tecnica o i regolamenti di gara, può rivolgersi
al club (o al comitato regionale) più vicino al proprio luogo di residenza.
Agonismo.
Le specialità delle gare di tiro con l’arco sono tre:
Tiro alla targa: in questa specialità ogni arciere ha a disposizione
144 frecce che deve tirare su una serie di bersagli fissi allineati
sul campo di gara da 4 distanze diverse.
Nel tiro indoor le regole sono più o meno le medesime, ma con distanze
minori e un numero di frecce ridotto.
Il tiro da campagna è la specialità che più si avvicina alle origini
dell’utilizzo dell’arco e delle frecce infatti, in questa specialità,
gli arcieri devono colpire dei bersagli, posizionati in boschi o radure,
di cui in alcuni casi se ne consce la distanza, in altri no.
L’ultima categoria è lo ski arc e cioè una gara di fondo abbinata al
tiro con l’arco. Anche questa prova ricorda molto i primi utilizzi dell’arco.
A chi rivolgersi
per altre informazioni.
La federazione ha suddiviso il territorio nazionale in comitati regionali
ai quali ci si può rivolgere per qualsiasi tipo di informazione: la
federazione, inoltre, edita una rivista “Arcieri” ricca di informazioni
e consigli.