Controlli audio Itinerario n. 2                    Scuola Bellaria
da Porta di mezzo al Cisternone

 

Il viale, racchiuso tra le Scuderie e il Casino dei Principi, raggiunge la Porta di mezzo, anticamente unico accesso al Bosco. Al centro della maestosa porta, sopra una bella cancellata in ferro di gusto barocco.
Cingono la porta due piccoli edifici laterali che ospitavano i corpi di guardia e l'abitazione del "Custode".
La porta, ci introduce in quella parte del parco che ha conservato il tracciato settecentesco ispirato, a modelli di giardino alla francese.
Dal piazzale si dipartano cinque viali che si irradiano a ventaglio nel folto bosco ed altri due viali, originariamente racchiusi da una grotta a verde.
L' ingresso dei cinque “Stradoni” era segnato da quattro piccoli giardini triangolari cinti dal bosso o “mortella”.
Il sistema dei cinque “Stradoni” si interseca nel suo sviluppo con una maglia di viali e di vialetti  secondari, generando un tracciato regolare impostato su assi ed incroci stellari dalle molteplici visuali.
Il primo sulla destra, conduce verso il Vallone Amendola, il secondo viale raggiunge un finto rudere, dopo aver attraversato parti a boschetto, in origine chiamate “Caccietta delli Beccafichi”; quello di mezzo, il più lungo e suggestivo per la copertura a “grottone”, di grada fino quasi ai margini del Bosco, affacciandosi sul Cavone di Miano; quello adiacente, attraversava l’intera riserva di caccia e dopo aver lambito il Vallone di S. Gennaro si spingeva fino alla vecchia Fagianeria poi convertita in Eremo dei Cappuccini.
L’ultimo, quello che ci accingiamo a percorrere denominato anche “Stradone della Porcellana”, giungeva all’edificio omonimo, ed alla piccola chiesa di S. Gennaro.
La vegetazione prevalente lungo lo “Stradone della Porcellana” e tutti gli altri viali, é costituita da lecci e da esemplari sparsi di tigli, aceri, roverelle e carpini.
L’elemento più caratteristico dei viali era, la doppia cortina di alberature, tagliate “a foggia  di mura altissime e verdeggianti”.
Superato un sistema di viali concentrici, deviamo su un sinuoso percorso in salita che ci conduce in un paesaggio completamente diverso: caratterizzano lo spazio praterie assolate racchiuse da ombrose macchie boschive. Fino ai primi decenni dell' 800, il luogo era chiamato il “Chiuso della Fagianeria” o il “Chiuso della Caccetta” in quanto interamente cinto da mura ed addetto alla schiusa dei fagiani.
Il “chiuso” comunicava con la restante parte del Bosco attraverso alcuni varchi con cancelli; a sud lungo il viale alla nostra sinistra, che conduce allo “Spianato” del Palazzo Reale, si apriva Porta Caccetta.
Lungo il cammino che conduce alla piccola chiesa di San Gennaro e all’antica “Real Fabbrica della Porcellana” si osservano boschetti di lecci, roverelle, cipressi e viburni. Sostiamo ora per una breve visita  nella chiesa di San Gennaro. Fu eretta per volere di Carlo III di Borbone nel 1745, come conferma una vecchia iscrizione in marmo che campeggia sulla facciata d’ingresso. Sovrasta la chiesa un piccolo campanile.
Davanti alla chiesa di San Gennaro prospetta un vecchio edificio che, dal 1743 al 1759, ospitò la famosa “Real Fabbrica della Porcellana” di Capodimonte.
Dagli anni 60 è sede dell’Istituto professionale di stato “Giovanni Caselli” per l’industria e l’artigianato.
Attiguo ai due edifici descritti vi è un altro vecchio fabbricato che era addetto ad usi rurali, il cosiddetto Cellaio o Magazzino. Attualmente nel Cellaio, vi sono esposti vecchi attrezzi agricoli recuperati nel parco.
All’uscita del vecchio Cellaio l’itinerario prosegue lungo le ampie praterie che conducono ai resti dell’edificio della Fagianeria. All’inizio del percorso, svettano quattro esemplari di pini neri, cedri del Libano, podocarpi e roverelle.
Le aree addette a “Fagianeria” dovettero concentrarsi a nord del Bosco presso l’Eremo dei Cappuccini.
L’odierno edificio della Fagianeria, quasi integralmente demolito durante l’ultimo conflitto, è uno dei tanti edifici del Bosco che nel corso del tempo è stato adibito ad usi diversi.
A breve distanza dalla Fagianeria si scorge un fabbricato su due piani, il “Casino della Caprona”.
Ritornanti alla Fagianeria, possiamo immetterci sul viale retrostante che conduce ad una vecchia cisterna, denominata il Cisternone, oppure retrocedere verso la prateria delle sei magnolie e all’altezza di un maestoso leccio, ai margini dell’aiuola, imboccare il viale che raggiunge una grande pescheria: la cosiddetta Fontana di mezzo.

 

Itinerari nel Bosco di Capodimonte

Itinerario 1

Itinerario 2

Itinerario 3

Itinerario 4

Itinerario 5

Itinerari nel Bosco di Capodimonte

Porta di Mezzo

Particolare di una miniatura raffigurante la Porta di Mezzo

Chiesa di San Gennaro

Fontana di Mezzo

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