Per quanto riguarda, in particolare, i codici ambrosiani, sono assai numerosi quelli a scrittura diastematica con notazione romboidale - o "gotica" - tipica del canto ambrosiano. Altra caratteristica di scrittura concerne il si bemolle. A volte è segnato con la lettera b, altre volte è indicato con una interlinea verde o azzurra - anche bruna o rossa - uso forse esclusivo dei nostri manoscritti. Non è raro il caso in cui il bemolle non è neppure indicato, lasciando alla pratica e alla competenza del cantore la scelta del suono, o naturale o addolcito.

Ma vi erano solennità i cui canti esigevano, oltre che successive indicazioni - in coro, al battistero, ai gradini dell'altare, sui pulpiti - un articolato frazionamento del coro. Per il canto dell'Alleluia nella prima Domenica di Quaresima era uso che quattro pueri intonassero due volte l'Alleluia sul pulpito seguiti due volte dal coro.

Dopo il versetto solistico di un adulto i lectores intonavano un secondo Alleluia, quello "dei santi" cui i quattro pueri rispondevano - stavolta ai piedi dell'altare - con la loro particolare melodia, poi il coro dei lectores intonava un terzo Alleluia, più moderno e ricco di vocalizzi. Altre volte questo stesso Alleluia era cantato per lasciar tempo ai pueri di disporsi in processione per il canto dell'antevangelo.

 

 


 
















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