La Giuglianese

a cura di Enzo Morganti

Siscariello e tammorre

Nel periodo immediatamente successivo la Pasqua cristiana avvengono molte feste popolari a celebrazione della fine dei digiuni penitenziali che dovrebbero segnare il periodo della passione di Gesù. In Campania il giorno di Pasquetta, il Lunedì dell'angelo, ne vengono effettuate diverse. La più importante di queste è dedicata alla Madonna dell'Arco, santuario che si trova nei pressi di s. Anastasia, in provincia di Napoli. La devozione per questa Madonna da parte del popolo napoletano è enorme come lo è del resto, in maniera specifica, per gli abitanti di Giugliano in Campania che, anche quest'anno, verso le prime ore del mattino, vi si sono recati ed oltre a renderle omaggio con la loro visita, la onorano ballando nel viale che dal santuario porta alla stazione della Circunvesuviana, con la loro Tammurriata: la giuglianese. La Giuglianese, è una delle tammurriate più spettacolari e faticose che vengano tutt'oggi ballate. Forse sarebbe più giusto parlare di Siscarata che di Tammurriata, in quanto, oltre alla tammorra ed alla voce, lo strumento principe di questo ballo è il Sisco, da Sistrum, che anticamente, presso i romani, era un flauto doppio, presso i giulianesi diventa il becco di un flauto dolce con innestata la parte armonica costruita con una canna di lago. Anche la partizione ritmica del ballo è differente dalle altre in quanto le tammurriate sono divise normalmente da due parti (il canto e la votata) che diventa nella Giuglianese tripartita (lento, canto e votata da come potete ascoltare), in quanto essendo la votata molto energica richiede un momento successivo di recupero. Tutto perciò denota differenze, compreso il fatto che se le altre sono considerate balli di corteggiamento questa è decisamente un ballo di sfida e di resistenza in cui esistono un vincitore ed un vinto, cosa che riflette molto il carattere degli abitanti, orgogliosi e compatti nel loro essere comunità e legati ai rapporti di forza interni ad essa. Dopo poco i Giulianesi scompaiono per andare a finire di festeggiare a Parete, in occasione della festa del luogo, perchè per tradizione il culmine della festa di Pasquetta si svolge, per loro, il Martedì.

 

Le Paranze

La famiglia Pennacchio si divide in due rami soprannominati Quartarola e Mezzone che allestivano i loro carri allegorici, originariamente, con materiali semplici: Votata della Giuglianesefrasche, drappi, disegni e statuette votive e venivano trainati da cavalli addobbati per l'occasione. Oggi i carri vengono allestiti seguendo lo sviluppo tecnologico del mondo contadino e vengono perciò trasportati con veicoli a motore. Il percorso delle paranze inizia il Lunedì dell'angelo, il giorno dopo la Pasqua, con l'omaggio devoto alla Madonna dell'Arco nelle prime ore del mattino e prosegue al ritorno con il viaggio fino a Parete in occasione della festa che lì si tiene. Il Martedì si parte per andare a lago patria nei pressi di Giugliano dove, verso le nove, si fa tappa all'incrocio della via Domitiana. La Paranza Mezzone accompagna la processione che prende il via dalla chiesa di Nazareth, per fermarsi verso mezzoggiorno nei pressi dell'edificio religioso. La paranza Quartarola fa sosta vicino ai lidi di Varcaturo. La sera le paranze ritornano alle proprie case, al Selcione (una grande pietra lavica che si appoggia su di un piedistallo), dove la festa continua insieme a tutti gli abitanti della zona.

La famiglia D'Alterio, invece, risiede nella zona denominata Monaci visto che vi è domiciliato il convento dei frati francescani. Il giro del loro carro inizia, come per le altre paranze, dalla Madonna dell'Arco per giungere poi a Parete. Il giorno successivo, invece, il punto di ritrovo è nei pressi dello stadio dei remi sulle sponde di lago patria dove, dopo il pranzo presso il ristorante La Caravella, verso le quindici, iniziano la danze sul piazzale. Il ritorno è segnato da varie tappe fino all'arrivo nel rione.

La Domenica dopo Pasqua le paranze si recano a rendere ossequio alla Madonna di Briano, in provincia di Caserta, dalla mattina fino alla sera, dove è possibile assistere ad una vera e propria disfida di danza tra la varie famiglie che, nei giorni successivi raggiungeranno Bari con i loro carri, allo scopo di festeggiarne il santo: san Nicola.

 

Nacchere e Tammorra.

Segnaliamo inoltre, in questo ambito, un'ottima iniziativa che viene portata avanti, di anno in anno, dal Martedì dopo Pasqua del 2000 da parte del comune di VotataGiugliano, dell'Assessorato alla Cultura e da Arcinova. Dopo che le paranze sono rientrate nei rioni di appartenenza parte una festa, Nacchere e Tammorra, giunta oramai alla seconda edizione, che si tiene in Piazza Matteotti dove oltre ad esibirsi tutte le paranze di Giugliano, trovano posto anche altre espressioni musicali della cultura contadina. Quest'anno si sono esibiti, infatti, i gruppi Trifolk ed Alla Bua. Nella settimana precedente sono state organizzate lezioni di Giuglianese, da parte del gruppo Trifolk, nelle scuole della cittadina, che hanno sortito l'effetto voluto vista la partecipazione da parte dei ragazzi alla serata. Inoltre è stata allestita una bella mostra fotografica presso il palazzo Palumbo sul tema delle Paranze. Per maggiori informazioni sulle iniziative è possibile visitare il sito http://www.nacchereetammorra.it/

I Trifolk sono un gruppo di recente costituzione (1999) ed è composto da quattro musicisti Enzo Di Mauro (organetto e flauto), Flora Ciccarelli (tammorra e voce), Margaret Ianuario (ciaramella, tamburello e voce) e Rosanna Micillo (tamorra, chitarra e voce). Il loro repertorio consiste in Saltarelli provenienti anche dalle zone dell'avellinese, Pizziche, Tammorriate e Villanelle.

Gli Alla Bua sono un gruppo salentino nato nel 1990 partecipando a numerose iniziative portando i suoni e le danze della loro terra in molte città italiane. Nel 1999 è stato pubblicato il loro primo cd autoprodotto intitolato "Stella lucente".

 


 

 

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