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Parte
I: INFORMAZIONI PRATICHE |
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4
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Ogni
citazione, ogni riferimento hanno bisogno di una
convalida in nota.
I vari tipi di note che possono essere utilizzati
nella redazione della tesi sono i seguenti: |
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Note
esplicative: servono a chiarire qualcosa
del testo. |
Esempio:
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Savinio
ricorda di avere conosciuto "uno degli ultimi
esemplari del dotto di stampo antico", il
suo professore di latino (1).
(1)
Savinio si riferisce a Domenico Fava, di
cui è allievo nel 1909
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Note
bibliografiche: indicano la fonte da
cui è stata tratta la citazione. |
Esempio:
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Nonostante
secondo Ricordi non sia "il caso ancora
di pensare a portare questa roba sul teatro"(1),
Savino afferma: "Il Ricordi mi ha promesso
di far di tutto per darla alle scene" (2)
(1)
Sandro Franchi Una conversazione con
Tito Ricordi, in "Corriere della Sera",
17 ottobre 1907.
(2) Sandro Franchi Il compositore quindicenne,
in "Corriere della Sera", 19 ottobre 1907
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Note
biografiche: sono da compilare per tutte
(o quasi) le persone che si citano nella tesi, e
devono contenere dati biografici o, nel caso di
personaggi di grande notorietà, rimandi bibliografici
del personaggio in questione. Indicare tutte le
notizie che trovate sulla persona citata nel testo. |
Esempio:
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Ella
stessa ammette di essere cresciuta molto
in seguito all'incontro con Lea Padovani(1).
(1)
Lea Padovani (Montaldo di Castro 1920 -
Roma 1991), attrice, esordisce nel 1946,
etc. etc.
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Esempio:
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Pirandello
scopre le grandi capacità di Marta Abba(1)
nel 1924.
(1)
Sulla figura artistica di Marta Abba si
veda e qui indicare alcuni rimandi bibliografici.
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nota:
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E'
inutile raccontare tutta la vita di Marta
Abba, in quanto si presume che gli studiosi
di teatro la conoscano. E' utile indicare
anno nascita e morte e gli studi più recenti
a lei dedicati. Se su alcuni personaggi
citati non si trova niente, è bene dire
comunque che nonostante le ricerche non
si è trovato nulla.
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Nelle
note, come nelle citazioni, non si va mai a capo.
Le note si scrivono sempre a piè di pagina con il
numero di richiamo al testo. L'esponente di nota
va messo sempre prima del segno di punteggiatura
(punto, virgola) e dopo le virgolette e parentesi.
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Esempio:
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L'esasperazione
lo porta a esclamare: "non ce la faccio
più, lascio!"(1).
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Per
indicare un volume da cui abbiamo tratto una citazione
o al quale abbiamo fatto riferimento dobbiamo
scrivere: nome e cognome dell'autore, titolo completo
in corsivo mantenendo la stessa punteggiatura.
Indi, di seguito la città di pubblicazione, la
casa editrice, l'anno di pubblicazione, infine
il numero di pagina o pagine a cui si fa preciso
riferimento, il tutto separato dalla virgola.
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Esempio:
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Paolo
Bosisio, La parola e la scena. Studi
sul teatro italiano tra Settecento e Novecento,
Roma, Bulzoni, 1987, p. 35
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nota:
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p.
35 per indicare una pagina singola
pp. 36-38 se si tratta di più pagine
a cui si fa riferimento.
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Se
gli autori sono due o tre, vanno citati tutti. Se
gli autori sono numerosi (come nel caso degli atti
di un convegno) si usa AA.VV. = Autori vari |
Esempio:
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AA.VV.,
Massimo Castri e il suo teatro, a
cura di Isabella Innamorati, Roma, Bulzoni,
1993, p. 76.
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Per
citare un saggio, un articolo o un capitolo all'interno
di un libro si deve procedere così: Mariagabriella
Cambiaghi, Le serve di Castri o dell'immaginario
femminile, in AA.VV., Massimo Castri e
il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati,
Roma, Bulzoni, 1993, pp. 73-81.
Il curatore va sempre indicato. Il traduttore
lo si può indicare se è importante in modo particolare.
Per
indicare un'opera in più volumi: dopo l'anno si
indica: vol. IV, p. 55, se si tratta di più volumi
si scriverà: voll. IV-VII Cfr.
significa: "confronta, si veda al proposito" e
va posto davanti all'indicazione bibliografica
per indicare: sull'argomento si veda anche...
Quando
abbiamo a che fare con opere monumentali in cui
è previsto un ordine alfabetico, come enciclopedie
o dizionari biografici, è sufficiente indicare
il compilatore della voce:
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Esempio:
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Si
veda la voce curata da Silvio d'Amico per
l'Enciclopedia dello spettacolo,
Roma, Le maschere, 1961, s.v.
(s.v. significa sub vocem e va in corsivo
perché parola straniera - è latino -)
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Se
un testo è citato più volte si può scriverlo come
segue: Paolo Bosisio, La parola e la scena.
Studi sul teatro italiano tra Settecento e Novecento,
cit., p. 286. Mariagabriella Cambiaghi, Le
serve di Castri o dell'immaginario femminile,
cit., p. 77. Il cit.
sostituisce città, casa editrice, anno
nel primo caso, anche titolo e curatore della
collana nel secondo.
Ibidem:
va scritto in corsivo, significa nello stesso
luogo e si usa quando la nota viene dalla stessa
fonte della nota immediatamente precedente. Ibidem.,
p. 240.
Per
citare un saggio che compare in una rivista:
autore, titolo, in "Annali di storia del teatro",
IV, pp. 430-432. A volte fra il numero della rivista
- indicato in cifra romana o araba - e il numero
delle pagine si può inserire l'anno. Per
le riviste non si indica editore e luogo di edizione.I
titoli delle riviste e dei quotidiani vanno sempre
scritti fra virgolette non in corsivo.
Per
i quotidiani, non si indica il numero della pagina
ma la data di pubblicazione. All'interno di una
nota non si va mai a capo.
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Esempio:
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Tommaso
Chiaretti, L'unico sano è il matto, cioè
l'attore, in "La Repubblica", 27 ottobre
1984.
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Quando
un'opera o un fondo archivistico è citato più volte
nella tesi, allora si può predisporre un elenco
di abbreviazioni che si porrà all'inizio
del lavoro.Se si cita da fogli manoscritti, questi
fogli si chiamano carte che possono essere numerati
e scritti davanti e dietro (recto, verso). Sarà
indicato così: C. 3 v. = Carta 3 verso |
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