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Parte
I: INFORMAZIONI PRATICHE |
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3
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Prima
regola: le citazioni devono essere
sempre di prima mano e devono essere tratte da
edizioni importanti, filologicamente valide. Non
da edizioni economiche, spesso altrettanto valide
ma meno attendibili. E' chiaro che pochi eletti
posseggono tali edizioni. Bisognerà quindi recarsi
in Biblioteca.
Seconda
regola: nelle citazioni non si va mai
a capo.
Se
la citazione non supera le due/tre righe si può
inserire nel corpo del testo, mettendola fra virgolette.
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Esempio:
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La
Canobbiana necessita e ottiene numerose riparazioni,
di cui è difficile precisare l'entità, in
quanto, genericamente definite, in un documento
datato luglio 1852, "[…] opere di riparazione
e miglioramento proposte nell'I. R. Teatro
alla Canobbiana", e per le quali sono stanziate
£ 373,30. |
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Quando
la citazione è più lunga allora va rientrata rispetto
al testo a destra e a sinistra e scritta con interlinea
e carattere minore. |
Esempio:
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Noi,
dunque, giovani studenti eravamo assai
male collocati così: fra un teatro, che
non ci toccava di entrarci se non cinque
o sei sere in tutto il carnovale; fra
paggi, che atteso il servizio di corte,
le cacce, le cavalcate, ci pareano godere
di una vita tanto più libera e divagata
della nostra.
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Per
citazioni molto ampie (tre o quattro pagine) -
per esempio il contratto di ingaggio di un attore,
un capitolato d'appalto, etc., etc. - è consigliabile
riportare in appendice tutto il testo e citarne
nella tesi solo alcuni brani.
Per
citare un testo teatrale: scrivere il nome del
personaggio che pronuncia la battuta in tutto
maiuscolo, la didascalia va scritta in corsivo
fra parentesi tonde (le parentesi non vanno scritte
in corsivo), poi scrivere la citazione.
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Esempio:
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NORA
(senza lasciarsi interrompere): Voglio dire
che dalle mani di mio padre, sono passata
nelle tue. Tu hai sistemato tutto secondo
i tuoi gusti, e io li condividevo, o almeno
facevo finta di accettarli. Non lo so. Forse
un po' una cosa, e un po' l'altra. |
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Per citare i versi: i versi vanno staccati con /
senza andare a capo alla fine del verso. |
Esempio:
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MEFISTOFELE
/ Passato! Che parola sciocca! Perché ‹‹passato››?
/ Passato e puro nulla: identità completa.
/ Questo perpetuo creare, allora, perché?
/ Per travolgere nel nulla quel che è stato
creato? / ‹‹È passato!›› Come dobbiamo intenderla
/ questa parola? È come non fosse mai stato
/ eppure s'agita in cerchio, come esistesse.
/ Preferirei, fossi io, il vuoto eterno. |
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