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Relazioni interpersonali  e modalità comunicative
a cura di Mary Nicotra


 

COSTRUZIONI SOCIALI  E DIFFERENZE DI GENERE

 

Oggi si tende a considerare vinta la battaglia per l'eguaglianza e ad affermare l'avvento di una società 'post- femminista'', cioè di una società in cui il femminismo è 'superato'.
Molte donne, quando si parla di femminismo, si irrigidiscono,provano disagio, considerano le argomentazioni inadeguate e fuori tempo. In Italia, l'art.37 della costituzione sulla parità di trattamento economico, la legge 903 del 1977 sulla parità uomo- donna nei rapporti di lavoro 

e l'istituzione della Commissione per le pari opportunità dimostrano la presenza di una società capace di riconoscere le ineguaglianze e disposta a ristabilire gli equilibri.

Nonostante queste misure, le donne, però, continuano a non godere di una condizione di parità.
In tutti i settori lavorativi gli uomini tendono ad occupare le posizioni di maggior potere e status. Nelle organizzazioni, i vertici aziendali e i dirigenti sono perlopiù uomini che si avvalgono di assistenti e personale di segreteria femminile.

Nei ruoli di politica istituzionale il numero delle donne continua ad essere di gran lunga inferiore rispetto a quello degli uomini. Le donne sono il 30% nel Parlamento europeo, ma sono solo 10 (11,5 %) sugli 87 eletti italiani.

 

Il dibattito sulle discriminazioni legate alle differenze di genere è dunque ancora aperto e per quanto apparentemente risolto, riconoscere l'influenza dei fattori sociali che determinano queste discriminazioni è il primo passo, non solo, verso una comprensione meno superficiale dei fenomeni sociali ma  anche verso l'individuazione delle strategie di cambiamento auspicabili. 

 

Natura o cultura? 
Il comportamento e la costituzione psichica sono determinati da processi biologici, genetici e ormonali o sono piuttosto il prodotto di influenze ambientali?

Data la frequenza con cui le ipotesi biologiche sono state usate a sostegno e legittimazione di prassi di discriminazione, si sono sviluppate e contrapposte, in ambito femminista, ipotesi puramente sociali delle differenze di genere.

Al momento, la concezione più consensuale è che biologia e ambiente interagiscano in modo complesso fino a produrre i fenomeni psicologici e sociali che conosciamo.

Il dibattito natura - cultura, però, non costituisce una questione puramente accademica.
Le politiche sociali e le decisioni in svariati settori risentono profondamente delle credenze correnti circa la supremazia biologica dei comportamenti.
Ad esempio, a lungo si è vantata la superiorità dell'uomo sulla donna con la complicità degli psicologi quando hanno accreditato la minore dotazione intellettuale delle donne e quando hanno cercato nella natura le cause di differenze che stavano invece nella cultura.
Negli anni 90 la psicologia evoluzionista ha riaffermato con grande vigore (ottenendo grandi consensi) le diversità tra uomini e donne, traendo i propri argomenti dalla riflessione sull'evoluzione della specie.Sarebbe la natura, a rendere gli uomini più assertivi e le donne maggiormente inclini alla tutela…
Dall'altra parte, molteplici meta - analisi hanno sgombrato il campo dai vecchi pregiudizi sulla minore intelligenza delle donne, sofisticati esperimenti hanno confermato la pari accessibilità di uomini e donne ad una molteplicità di comportamenti e ruoli sociali che tradizionalmente erano ritenuti prerogativa degli uni o delle altre,'mascolinità' e femminilità' si sono rilevati tratti di personalità il cui unico fondamento è culturale e ideologico.
Ciò nonostante vi sono ancora stereotipi che vengono avvalorati empiricamente ad esempio quelli dell'uomo più energico e aggressivo e quello della donna più remissiva e sensibile…

Quando l'influenza dei fattori sociali risulta rilevante nella variabile di genere?
Analizzare in questo articolo le differenti aree in cui la variabile di genere risulta rilevante è un progetto troppo ambizioso, in quanto bisognerebbe trattare tematiche relative alla personalità, ai ruoli familiari, all'l'educazione e al lavoro, ai media e alla loro influenza nelle rappresentazioni di genere. 
Mi occuperò pertanto solo di un aspetto che mi sembra essere trasversale a tutti gli altri e pertanto, dal mio punto di vista, tra i più importanti: il linguaggio.

Che cosa succede a livello di linguaggio?
Il linguaggio, scritto, parlato, visivo è ricco  di immagini che pervadono la vita quotidiana. Queste immagini, talvolta, veicolano messaggi chiaramente stereotipati sui sessi.
Ci sono i casi più evidenti quali la pubblicità e la pornografia, ambiti in cui la rappresentazione spesso alterata dei ruoli e delle relazioni di genere ha suscitato critiche e attenzione. 
Ma la trasmissione dei messaggi di genere riguarda anche canali meno evidenti e persino in fonti apparentemente innocue possono essere presenti assunti discutibili sulle donne e sugli uomini e sul loro rapporto.

La rappresentazione dei sessi nel linguaggio
Nelle produzioni dei mass media, nei programmi televisivi, nei libri, nelle riviste e nella letteratura popolare, il linguaggio per descrivere le donne e gli uomini si ispira a rappresentazioni implicite dei sessi assai differenti.
Questi modi di rivolgersi all'interlocutore che diventano automatici nel linguaggio incorporano sottili messaggi di genere che invitano a vedere in modo diverso i soggetti dei due sessi. Questa variabile, di per sé apparentemente innocua, diventa rilevante nel momento in cui assume carattere discriminatorio nei ruoli sociali, nel lavoro, a livello psicologico ecc.
Un uomo, ad esempio, è un signore che sia o non sia sposato, mentre la donna è signora o signorina a seconda del suo stato civile.
L'assunto implicito è che quando si fa la conoscenza di una donna, si tende a valutarne le attività guardando al suo stato civile, aspetto del quale non ci si cura nel caso di un uomo.


Attraverso un articolo che parla 'degli uomini di successo' veniamo a sapere che il successo è destinato agli uomini e finiamo per costruire un'immagine della categoria che non contempla o contempla poco la presenza femminile. 

Alla radio ascoltando un'intervista ad un imprenditore che deve ampliare lo staff dirigenziale della propria azienda, scopriamo che: 'ha bisogno di uomini capaci di gestire il processo di globalizzazione'

A questo proposito e' interessante la tesi sostenuta da Dale Spender. 

D. Spender afferma "' il linguaggio non è neutro. Non è solamente un mezzo che trasporta idee. Ma esso stesso forgia idee", partendo da questo presupposto, la Spender si schiera contro l'uso di termini generici come 'uomo' in riferimento all'insieme totale delle persone e all'uso del pronome personale maschile in riferimento a singoli individui indipendentemente dal loro sesso.
Anderson a sua volta (1988), a conferma di questa tesi, cita numerosi studi sperimentali secondo i quali questi termini 'generici' rievocano nella mente di chi li legge o li sente pronunciare soprattutto immagini maschili a dimostrazione del fatto che non hanno un carattere neutro. 

Linguaggio e pensiero: inseparabili compagni di viaggio
Si ritiene spesso che il linguaggio sia un semplice mezzo che permette di esprimere pensieri ed idee. Il linguaggio, così inteso, diviene un sistema neutro e indipendente dai valori di chi lo usa. E', come dire, - innocuo - .
Più recentemente, altre ipotesi, come il costruzionismo sociale e la teoria del discorso individuano invece nel linguaggio e in altre forme simboliche la fonte dei concetti alla base del pensiero. 
Secondo queste scuole di pensiero il linguaggio e il pensiero diventano inseparabili e tutte le forme di rappresentazione di uso comune, compreso il linguaggio parlato e scritto, incarnano e riproducono le relazioni di potere vigenti (incluse quelle tra i sessi).
Il linguaggio e il suo utilizzo quotidiano assumono così un ruolo chiave nel prodursi e nel riprodursi della società e delle disparità sociali.

Secondo il costruzionismo sociale, il modo in cui si comprende il mondo e i propri simili è una costruzione sociale prodotta dalle interazioni interpersonali e in particolare dalle interazioni linguistiche. 
In altre parole, il sé viene socialmente costruito attraverso il linguaggio e ogni individuo è chiamato a tessere la trama della propria storia personale sul telaio delle più ampie costruzioni narrative imposte dalla società in cui vive. 

Dunque, se è vero che la nostra stessa identità e le relazioni sono costruite per mezzo del linguaggio che parliamo, possiamo pensare che la strada che conduce al cambiamento e ad un ampliamento di prospettiva sia quella di forgiare relazioni nuove mettendo in discussione le forme dominanti di discorso e aprendo spazi linguistici che permettano l'emergere di altre visioni del mondo?

Forse non è così immediato e quasi sicuramente non possiamo cambiare le metanarrative sociali ma forse possiamo impegnarci, con una sempre maggiore consapevolezza, a riconoscere i codici linguistici che 'ingabbiano' e contribuire a cambiarli nel quotidiano, quando si incontra il vicino di casa o la collega in ufficio o nell'educazione dei nostri figli…
Discorsi diversi costruiscono diversamente il mondo e offrono immagini alternative delle persone (quindi degli uomini e delle donne)... e qui l'argomentazione sulle differenze di genere potrebbe arricchirsi di ulteriori spunti fino ai più recenti studi sul post- gender 
'' I sessi non sono soltanto due: sono almeno sei. Perché la differenza non é solo biologica. Per stabilire a quale "genere" appartiene una persona, entrano in gioco elementi storici e sociali. Che si incrociano con razza, etnia, preferenze sessuali. Cosí il femminismo trova nuove frontiere e nuove battaglie..'' con queste parole Liana Borghi (docente all'Università di Firenze) presenta una ricca bibliografia femminista nel 1996. Ma ci fermiamo qui, in questo articolo, lasciando lo spazio a chi vorrà continuare, approfondire il discorso e fare un ulteriore passo avanti per uscire dalla vigente modellistica di genere e addentrarsi nell'affascinante territorio del post- gender.


Mary Nicotra

4 febbraio 2001

Bibliografia

Alcune parti di questo articolo sono state tratte dal saggio di  Vivien Burr  ' Psicologia delle differenze di genere' - Il Mulino, 2000

        Bologna.
1990 Luce Irigaray - Etica della differenza sessuale - Feltrinelli,  
1991 C.Gilligan - Con voce di donna. Etica e formazione della

        personalità - Feltrinelli, Milano
1995 M.Johnson - Madri forti, mogli deboli - Il Mulino, Bologna
1996 S.Piccone Stella e C.Saraceno - Genere.La costruzione

        sociale del femminile e del maschile - Il Mulino, Bologna
1997 E.Addis Economia e differenze di genere - CLUEB, Bologna 

 


 
 

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