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COSTRUZIONI SOCIALI E
DIFFERENZE DI GENERE
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Oggi si tende a
considerare vinta la battaglia per l'eguaglianza e ad affermare
l'avvento di una società 'post- femminista'', cioè di una società in
cui il femminismo è 'superato'. Molte donne, quando si parla di
femminismo, si irrigidiscono,provano disagio, considerano le
argomentazioni inadeguate e fuori tempo. In Italia, l'art.37 della
costituzione sulla parità di trattamento economico, la legge 903 del
1977 sulla parità uomo- donna nei rapporti di lavoro |
e l'istituzione
della Commissione per le pari opportunità dimostrano la presenza di
una società capace di riconoscere le ineguaglianze e disposta a
ristabilire gli equilibri.
Nonostante queste misure, le donne,
però, continuano a non godere di una condizione di parità. In
tutti i settori lavorativi gli uomini tendono ad occupare le
posizioni di maggior potere e status. Nelle organizzazioni, i
vertici aziendali e i dirigenti sono perlopiù uomini che si
avvalgono di assistenti e personale di segreteria femminile.
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Nei
ruoli di politica istituzionale il numero delle donne continua ad
essere di gran lunga inferiore rispetto a quello degli uomini. Le
donne sono il 30% nel Parlamento europeo, ma sono solo 10 (11,5 %)
sugli 87 eletti italiani.
Il dibattito sulle discriminazioni
legate alle differenze di genere è dunque ancora aperto e per quanto
apparentemente risolto, riconoscere l'influenza dei fattori sociali
che determinano queste discriminazioni è il primo passo, non solo,
verso una comprensione meno superficiale dei fenomeni sociali
ma anche verso l'individuazione delle strategie di cambiamento
auspicabili.
Natura o
cultura? Il comportamento e la costituzione
psichica sono determinati da processi biologici, genetici e ormonali
o sono piuttosto il prodotto di influenze ambientali?
Data la
frequenza con cui le ipotesi biologiche sono state usate a sostegno
e legittimazione di prassi di discriminazione, si sono sviluppate e
contrapposte, in ambito femminista, ipotesi puramente sociali delle
differenze di genere.
Al momento, la concezione più
consensuale è che biologia e ambiente interagiscano in modo
complesso fino a produrre i fenomeni psicologici e sociali che
conosciamo.
Il dibattito natura - cultura, però, non
costituisce una questione puramente accademica. Le politiche
sociali e le decisioni in svariati settori risentono profondamente
delle credenze correnti circa la supremazia biologica dei
comportamenti. Ad esempio, a lungo si è vantata la superiorità
dell'uomo sulla donna con la complicità degli psicologi quando hanno
accreditato la minore dotazione intellettuale delle donne e quando
hanno cercato nella natura le cause di differenze che stavano invece
nella cultura. Negli anni 90 la psicologia evoluzionista ha
riaffermato con grande vigore (ottenendo grandi consensi) le
diversità tra uomini e donne, traendo i propri argomenti dalla
riflessione sull'evoluzione della specie.Sarebbe la natura, a
rendere gli uomini più assertivi e le donne maggiormente inclini
alla tutela… Dall'altra parte, molteplici meta - analisi hanno
sgombrato il campo dai vecchi pregiudizi sulla minore intelligenza
delle donne, sofisticati esperimenti hanno confermato la pari
accessibilità di uomini e donne ad una molteplicità di comportamenti
e ruoli sociali che tradizionalmente erano ritenuti prerogativa
degli uni o delle altre,'mascolinità' e femminilità' si sono
rilevati tratti di personalità il cui unico fondamento è culturale e
ideologico. Ciò nonostante vi sono ancora stereotipi che vengono
avvalorati empiricamente ad esempio quelli dell'uomo più energico e
aggressivo e quello della donna più remissiva e
sensibile…
Quando l'influenza dei
fattori sociali risulta rilevante nella variabile di
genere? Analizzare in questo articolo le differenti
aree in cui la variabile di genere risulta rilevante è un progetto
troppo ambizioso, in quanto bisognerebbe trattare tematiche relative
alla personalità, ai ruoli familiari, all'l'educazione e al lavoro,
ai media e alla loro influenza nelle rappresentazioni di
genere. Mi occuperò pertanto solo di un aspetto che mi
sembra essere trasversale a tutti gli altri e pertanto, dal mio
punto di vista, tra i più importanti: il linguaggio.
Che cosa succede a livello di
linguaggio? Il linguaggio, scritto, parlato, visivo è
ricco di immagini che pervadono la vita quotidiana. Queste
immagini, talvolta, veicolano messaggi chiaramente stereotipati sui
sessi. Ci sono i casi più evidenti quali la pubblicità e la
pornografia, ambiti in cui la rappresentazione spesso alterata dei
ruoli e delle relazioni di genere ha suscitato critiche e
attenzione. Ma la trasmissione dei messaggi di genere
riguarda anche canali meno evidenti e persino in fonti
apparentemente innocue possono essere presenti assunti discutibili
sulle donne e sugli uomini e sul loro rapporto.
La rappresentazione dei sessi nel
linguaggio Nelle produzioni dei mass media, nei
programmi televisivi, nei libri, nelle riviste e nella letteratura
popolare, il linguaggio per descrivere le donne e gli uomini si
ispira a rappresentazioni implicite dei sessi assai
differenti. Questi modi di rivolgersi all'interlocutore che
diventano automatici nel linguaggio incorporano sottili
messaggi di genere che invitano a vedere in modo diverso i soggetti
dei due sessi. Questa variabile, di per sé apparentemente innocua,
diventa rilevante nel momento in cui assume carattere
discriminatorio nei ruoli sociali, nel lavoro, a livello psicologico
ecc. Un uomo, ad esempio, è un signore che sia o non sia sposato,
mentre la donna è signora o signorina a seconda del suo stato
civile. L'assunto implicito è che quando si fa la conoscenza di
una donna, si tende a valutarne le attività guardando al suo stato
civile, aspetto del quale non ci si cura nel caso di un uomo.
Attraverso un articolo che parla 'degli
uomini di successo' veniamo a sapere che il successo è destinato
agli uomini e finiamo per costruire un'immagine della categoria che
non contempla o contempla poco la presenza
femminile.
Alla radio ascoltando un'intervista ad un
imprenditore che deve ampliare lo staff dirigenziale della propria
azienda, scopriamo che: 'ha bisogno di uomini capaci di gestire il
processo di globalizzazione'
A questo proposito e'
interessante la tesi sostenuta da Dale
Spender.
D. Spender afferma "' il linguaggio non
è neutro. Non è solamente un mezzo che trasporta idee. Ma esso
stesso forgia idee", partendo da questo presupposto, la Spender
si schiera contro l'uso di termini generici come 'uomo' in
riferimento all'insieme totale delle persone e all'uso del pronome
personale maschile in riferimento a singoli individui
indipendentemente dal loro sesso. Anderson a sua volta (1988), a
conferma di questa tesi, cita numerosi studi sperimentali secondo i
quali questi termini 'generici' rievocano nella mente di chi li
legge o li sente pronunciare soprattutto immagini maschili a
dimostrazione del fatto che non hanno un carattere
neutro.
Linguaggio e pensiero:
inseparabili compagni di viaggio Si ritiene spesso che
il linguaggio sia un semplice mezzo che permette di esprimere
pensieri ed idee. Il linguaggio, così inteso, diviene un sistema
neutro e indipendente dai valori di chi lo usa. E', come dire, -
innocuo - . Più recentemente, altre ipotesi, come il
costruzionismo sociale e la teoria del discorso individuano invece
nel linguaggio e in altre forme simboliche la fonte dei concetti
alla base del pensiero. Secondo queste scuole di pensiero
il linguaggio e il pensiero diventano inseparabili e tutte le forme
di rappresentazione di uso comune, compreso il linguaggio parlato e
scritto, incarnano e riproducono le relazioni di potere vigenti
(incluse quelle tra i sessi). Il linguaggio e il suo utilizzo
quotidiano assumono così un ruolo chiave nel prodursi e nel
riprodursi della società e delle disparità
sociali.
Secondo il costruzionismo sociale, il modo in cui
si comprende il mondo e i propri simili è una costruzione sociale
prodotta dalle interazioni interpersonali e in particolare dalle
interazioni linguistiche. In altre parole, il sé viene
socialmente costruito attraverso il linguaggio e ogni individuo è
chiamato a tessere la trama della propria storia personale sul
telaio delle più ampie costruzioni narrative imposte dalla società
in cui vive.
Dunque, se è vero che la nostra stessa
identità e le relazioni sono costruite per mezzo del linguaggio che
parliamo, possiamo pensare che la strada che conduce al cambiamento
e ad un ampliamento di prospettiva sia quella di forgiare relazioni
nuove mettendo in discussione le forme dominanti di discorso e
aprendo spazi linguistici che permettano l'emergere di altre visioni
del mondo?
Forse non è così immediato e quasi sicuramente non
possiamo cambiare le metanarrative sociali ma forse possiamo
impegnarci, con una sempre maggiore consapevolezza, a riconoscere i
codici linguistici che 'ingabbiano' e contribuire a cambiarli nel
quotidiano, quando si incontra il vicino di casa o la collega in
ufficio o nell'educazione dei nostri figli… Discorsi diversi
costruiscono diversamente il mondo e offrono immagini alternative
delle persone (quindi degli uomini e delle donne)... e qui
l'argomentazione sulle differenze di genere potrebbe arricchirsi di
ulteriori spunti fino ai più recenti studi sul post-
gender '' I sessi non sono soltanto due: sono almeno
sei. Perché la differenza non é solo biologica. Per stabilire a
quale "genere" appartiene una persona, entrano in gioco elementi
storici e sociali. Che si incrociano con razza, etnia, preferenze
sessuali. Cosí il femminismo trova nuove frontiere e nuove
battaglie..'' con queste parole Liana Borghi
(docente all'Università di Firenze) presenta una ricca
bibliografia femminista nel 1996. Ma ci fermiamo qui, in questo
articolo, lasciando lo spazio a chi vorrà continuare, approfondire
il discorso e fare un ulteriore passo avanti per uscire dalla
vigente modellistica di genere e addentrarsi nell'affascinante
territorio del post- gender.
Mary Nicotra
4 febbraio 2001
Bibliografia
Alcune parti di questo articolo
sono state tratte dal saggio di Vivien Burr '
Psicologia delle differenze di genere' - Il Mulino, 2000
Bologna. 1990 Luce Irigaray - Etica della differenza sessuale
- Feltrinelli, 1991 C.Gilligan - Con voce di
donna. Etica e formazione della
personalità -
Feltrinelli, Milano 1995 M.Johnson - Madri forti, mogli
deboli - Il Mulino, Bologna 1996 S.Piccone Stella e
C.Saraceno - Genere.La costruzione
sociale del femminile e del maschile - Il Mulino,
Bologna 1997 E.Addis Economia e differenze di genere - CLUEB,
Bologna
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