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PERSUASIONE: SCEGLIERE DI DIRE
SI' O DI DIRE NO
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La
persuasione è ovunque.Ogni giorno si è confrontate con richieste,
più o meno dirette, che cercano di dirigere i nostri comportamenti e
pensieri.
Dai mass media alle relazioni
interpersonali riceviamo continue sollecitazioni sul cosa
comprare, sul cosa è socialmente giusto o sbagliato, sul come
comportarci.
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Il tentativo di provocare cambiamenti nelle idee
e opinioni altrui, e di convincere le altre persone a mettere in
atto certi comportamenti piuttosto che altri, ha animato il genere
umano fin dai primi scambi comunicativi.
Molti studiosi riconoscono che gran parte
della comunicazione può essere ricondotta ad un più generale 'gioco'
di persuasione. L'argomento è stato oggetto di studio sin dai
tempi di Aristotele e dei principi da lui esposti nella
Retorica. Le ricerche si sono intensificate dopo la seconda
guerra mondiale, soprattutto nell'ambito dell'influenza sociale dei
mass media nella costruzione della realtà.La psicologia sociale, in
particolare, ha fornito contributi utili alla conoscenza di questo
fenomeno.
Ma anche nelle relazioni interpersonali
(quelle tra genitori e figli, insegnanti e allievi, commercianti e
clienti, dirigenti e impiegati e così via) le persone si propongono
o sentono l'esigenza di convincere qualcun altro a mettere in atto
un certo comportamento. I fini sono a volte nobili a volte meno, ma
- prescindendo da valutazioni di tipo etico - può essere utile
riflettere su quali sono i meccanismi che guidano i processi
persuasivi per acquisire maggiori consapevolezze e diventare sempre
più comunicatrici e comunicatori consapevoli che scelgono quando
dire sì e quando dire no.
Quali comunicazioni riescono
a persuaderci?
Perché tante volte si finisce col dire sì in
modo così apparentemente irrazionale?
Le risposte a queste domande sono state ricercate
nell'ambito di molte discipline, ciascuna delle quali ha dato il suo
contributo basato sul proprio modello teorico. Gli studi
psicosociali sulla comunicazione, per esempio, hanno consentito di
identificare alcuni elementi che influenzano l'efficacia
persuasiva. In questa direzione è interessante la ricerca
condotta da Robert Cialdini (psicologo sociale americano e
professore di psicologia alla Arizona State University), che si
occupa di influenza sociale ed ha studiato a lungo il fenomeno
dell'acquiescenza sottoponendo all'osservazione i professionisti
della persuasione. Cioè coloro che quotidianamente sono impegnati a
vincere le resistenze delle altre persone e, appunto, a
persuaderle all'acquisto di un oggetto, di un servizio o a cambiare
atteggiamento.
Cialdini ha effettuato la sua ricerca sul
campo, entrando a far parte della realtà di venditori, esperti
di pubbliche relazioni, pubblicitari e addetti alla raccolta
di fondi. Così facendo ha ottenuto un repertorio
straordinariamente ricco di situazioni esplicative, che gli ha
permesso di identificare alcune strategie utilizzate per persuadere
gli altri.
Le strategie
all'azione
Ciack si gira -
1!
Un venditore propone un' offerta molto vantaggiosa, per
esempio un prezzo molto più basso di quello richiesto della
concorrenza.Coinvolge il cliente nella decisione, facendogli provare
l'oggetto; poi al momento della concretizzazione dell'acquisto,
rivela aspetti nuovi (ad esempio opzionals nel caso di
un'automobile) che contravvengono ai vantaggi offerti in
partenza. E' stato osservato che in moltissimi casi la persona
conclude lo stesso l'acquisto, nonostante non ci siano più i
vantaggi vagheggiati.
Per strada si è fermati da una
persona che ci chiede di firmare per una causa socialmente
ritenuta nobile.Una volta ottenuto il consenso, presenta un libro da
acquistare (sempre per sostenere la causa) ad un prezzo esoso
motivato con la necessità di contributi significativi per l'ente no
- profit che rappresenta. Si scopre, dunque, quando oramai lo
si ha in mano, che il libro non solo è a pagamento, ma che è
anche molto costoso. Rifiutare a questo punto, crea un conflitto.
Fa sentire a disagio rispetto all'immagine positiva che si ha di sé
stessi come persone compassionevoli e sensibili alle problematiche
sociali. Così ci sente obbligati a dimostrare con
coerenza che si è disposti a sostenere la causa, e perciò
generalmente si procede all'acquisto. Se la formulazione
della richiesta di comprare il libro fosse stata diretta, le
probabilità di finalizzazione si sarebbero ridotte drasticamente;
l'acquisto sarebbe stato accettato solo da chi ,consapevolmente,
voleva sostenere la data causa. Qui non si discute sulla bontà del
fine, ma sulle modalità che inducono le persone a sentirsi in dovere
di offrire denaro più di quanto farebbero
spontaneamente.
Perché succede? Che cosa spinge a dire
sì?
Il principio che spiega come si arriva a situazioni
di questo tipo è quello della coerenza. La coerenza è una
caratteristica socialmente considerata positiva ed è attribuita a
persone logiche e intellettualmente dotate. Per essere coerenti
si attuano comportamenti che siano sempre sulla stessa linea. Lo si
fa senza pensarci troppo, si procede automaticamente. Questo
automatismo però a volte si trasforma in una trappola che non ci
permette di valutare gli svantaggi del perdurare in una condotta
quando ormai le circostanze sono cambiate. L'attenzione è
diretta principalmente alla coerenza dei comportamenti, e non alle
condizioni entro le quali li si mette in atto. Mantenere la
decisione diventa più importante del considerare il modificarsi
delle condizioni e così, senza rendersene conto, si rischia di fare
il gioco di chi in qualche modo sta cercando di manipolare la
situazione a proprio vantaggio.
Ciack si gira - 2!
Un capoufficio richiede ai propri
collaboratori di rinunciare al periodo di ferie di una settimana per
far fronte a impegni lavorativi subentrati all'ultimo momento. Gli
impiegati si ribellano e manifestano il loro disaccordo. Il
capoufficio, allora, modera le sue pretese: concede la
settimana di ferie ,chiedendo di rinunciare ad una sola
giornata. Per gli impiegati è difficile rifiutare e finiscono
con l'accettare.
Un ragazzo di quindici anni chiede ai
genitori di poter trascorrere una vacanza da solo con gli amici
all'estero.
Alla risposta negativa dei genitori, trasforma
la richiesta iniziale in quella di un week-end nella casa di
campagna della fidanzata.
In questo due casi, la strategia
messa in atto fa leva sul principio del contrasto e sul
principio della reciprocità. Viene cioè formulata una
richiesta forte, che ha buone probabilità di esser rifiutata,
accompagnata da una seconda richiesta più ragionevole che non
si riesce a rifiutare senza sentirsi troppo in colpa.
La
prima richiesta forte fa apparire la seconda, per contrasto,
meno rilevante. In fondo, rispetto ad un'intera settimana di
vacanza penalizzata, un giorno di lavoro in più sembra più
sopportabile .
Il principio della reciprocità, invece, è alla
base del sentimento di obbligo che ciascuno di noi sente nei
confronti di chi gli offre qualcosa. Nel caso sopraccitato, è
come se la persona che rifiuta la prima richiesta avesse
sbattuto la porta in faccia al suo interlocutore, il quale
invece riformulandola la fa apparire come una concessione. E'
questo ridimensionamento della richiesta (concessione) che ci fa
sentire in dovere di ricambiare, a nostra volta, con una
concessione. Anche i severi e protettivi genitori , infatti, non
riescono a resistere alla richiesta ridimensionata del
figlio.
Riuscite a ritrovare nella vostra memoria
situazioni dalle dinamiche simili?
Ci sono molti buoni
motivi per cui è importante conoscere i meccanismi che sono alla
base della comunicazione interpersonale. Uno di questi è
quello di difendersi nel luogo delle persuasioni
occulte, dove disporre di risorse che alimentino il senso critico è
importante per smascherare manipolazioni più o meno inconsapevoli
dei nostri interlocutori e per identificare anche quelle che si
agiscono inconsapevolmente in prima persona. La persuasione è un
fenomeno da cui non si può prescindere, e di per sé non è né
positivo né negativo: dipende dagli scopi e dalle motivazioni che lo
guidano.
La non consapevolezza aiuta a nascondersi dietro
ad un dito, ma non impedisce gli effetti lesivi che possiamo
subire o provocare quando la persuasione è utilizzata senza il
dovuto rispetto della libertà altrui.
Mary
Nicotra
3 Gennaio
2001
Bibliografia consigliata Enrico Cheli - La realtà
mediata - L'influenza dei mass media tra persuasione e costruzione
sociale della realtà - Ed.Franco Angeli '97 Aronson, E. (1995).
The social animal. Seventh edition. New York: W. H. Freeman. Brendl, C. M.,
Higgins, E. T., Lemm, K. M. (1995).
Sensitivity to varying gains and losses: The role of
self-discrepancies and event framing. Journal of Personality and
Social Psychology, 69(6), 1028-1051. Chaiken, S. (1987).
The heuristic model of persuasion. In M.P. Zanna, J. M. Olson, &
C. P. Herman (Eds.), Cialdini, R. B. (1993). Influence:
Science and practice. Third Edition. New York: HarperCollins. Cialdini, R. B. (1993).
Influence: The psychology
of persuasion. New York: Quill Publishers.
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