Ministero del lavoro e Politiche sociali
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Introduzione

L'idea di realizzare un Rapporto annuale sulla situazione del servizio sociale nel nostro paese è maturata nella sede del comitato scientifico centrale dell'Eiss e del comitato di direzione della rivista "Rassegna di Servizio Sociale" con l'intento di informare gli italiani sulla presenza, l'evoluzione e le potenzialità di un servizio ritenuto indispensabile per la realizzazione del nuovo welfare in Italia. Un settore di attività caratterizzato dalla presenza di servizi certamente importanti, necessari e attesi dai cittadini, ma purtroppo spesso negletto e sottostimato dalla politica.
Alla promozione dell'iniziativa sono state invitate le rappresentanze della professione, a partire dall'Ordine Nazionale e da quelli Regionali degli Assistenti Sociali, dell'Associazione Nazionale degli Assistenti Sociali, del Sindacato Unitario Nazionale degli Assistenti Sociali e dell'Associazione Italiana dei Docenti di Servizio Sociale. La loro partecipazione è stata ritenuta indispensabile non solo per il ruolo che esse ricoprono nella situazione attuale del servizio sociale, ma anche per il rilevante contributo che hanno recato e che certamente apporteranno per il suo ulteriore sviluppo nella realtà italiana.
A questo proposito il Rapporto dà conto dell'evoluzione del sistema formativo degli assistenti sociali che ha visto consolidarsi e definirsi le competenze dell'Università italiana con la trasformazione del corso di studio che li riguarda, con l'istituzione della laurea in servizio sociale e delle relative specializzazioni. Quello della buona formazione degli assistenti sociali è problema centrale dalla cui soluzione dipende il miglioramento qualitativo ed il buon funzionamento dei servizi sociali e assistenziali. Ma deve essere assicurato non solo con la qualità delle sedi e dei percorsi formativi di base, ma anche attivando canali di studio, di crescita culturale e professionale che assicurino la formazione continua, come viene costantemente richiesto dagli stessi operatori sociali.
Da qualche tempo vengono pubblicati Rapporti che trattano temi sociali, con diverse angolature, talvolta interessanti, ma nei quali il tema del servizio sociale è solo implicito, sottinteso e spesso solo sfiorato e marginale.
 
Si è consapevoli del fatto che quello del servizio sociale è un campo di difficile rilevazione e analisi a causa della frammentazione dei riferimenti istituzionali, della molteplicità delle esperienze, della loro fragilità, e della modesta emersione nelle reti di informazione e dei media. Le notizie che riguardano il servizio sociale si manifestano solo in rare occasioni, sovente legate ad eventi drammatici. La stessa professione dell'assistente sociale ha subito e subisce tuttora gli effetti negativi della debolezza e della incertezza in cui si dibatte il servizio sociale in Italia.
L'EISS, che fin dalla sua fondazione ha voluto assumere il servizio sociale nella sua stessa denominazione, ha sempre posto al centro della sua ricerca culturale e delle sue esperienze, la professione dell'assistente sociale, subendo analoga marginalità e soffrendo di scarsa visibilità, malgrado importanti realizzazioni nel campo della ricerca sociale, della formazione e della gestione sperimentale di nuovi servizi sociali e assistenziali.
In questi ultimi anni si è potuta registrare una significativa evoluzione del quadro legislativo in tutti i comparti che costituiscono il sistema del welfare. E' stato possibile, infatti, registrare l'approvazione di nuove leggi concernenti le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale, gli enti di patronato, l'integrazione socio-sanitaria, il servizio civile nazionale, la riforma dell'affidamento e delle adozioni, la promozione ed il sostegno di progetti per l'infanzia, per la tossicodipendenza e la sperimentazione del reddito minimo di inserimento.
Ma su tutti questi provvedimenti è stato possibile registrare, il 18 ottobre del 2000, il varo della legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. A questo provvedimento, atteso da tanto tempo, viene dedicato adeguato spazio in questo Rapporto perché tale normativa investe l'intero sistema di welfare italiano e potrà favorire la costituzione di nuovi servizi e, ad un tempo, lo sviluppo di quelli esistenti, destinandovi maggiori risorse finanziarie a partire da quest'anno.
La legge, uno degli atti più importanti della tredicesima legislatura, restituisce finalmente un ruolo centrale al servizio sociale nel quadro di un sistema integrato di interventi e, a partire da tale riconoscimento, questo Rapporto si propone di concorrere, con le riflessioni e le conoscenze in esso contenute, a facilitarne la migliore attuazione, veicolando cultura, suggestioni, problemi e anche ricercando la soluzione delle inevitabili difficoltà che si incontreranno. In particolare si dovrà vigilare perché nelle successive fasi attuative non vengano ridotti o, peggio ancora, distorti lo spirito e la lettera della legge.
Come è stato affermato da più parti, anche da protagonisti dell'economia nazionale ed europea, bisogna rendere lo stato sociale compatibile e funzionale alle esigenze di un paese moderno, ma anche produttivo di una maggiore occupazione. Ed è quanto le forze del terzo settore operanti in Italia vanno ripetendo da molto tempo. La ricerca della efficienza e della produttività dello stato sociale potrà portare anche ad una crescita dell'occupazione in questo settore, che è uno dei pochi a non essere colpito dal fenomeno "sviluppo senza lavoro" che penalizza gli impieghi tradizionali.
Recentemente il Cancelliere Gerhard Schroeder ha affermato che nel suo paese oltre due milioni di tedeschi lavorano stabilmente nel terziario no-profit, rafforzando e innovando una significativa presenza sociale tra mercato e stato. Presenza che, ha scritto, "non significa solo promuovere la solidarietà e la responsabilità collettiva, ma la libertà e la qualità della vita" e che "una società civile attiva e forte è importante anche ai fini dei risultati economici". Affermazioni da condividere perché appare sempre più importante, anche in Italia, il ruolo dell'impresa sociale, come terzo sistema in grado di affiancare mercato e stato offrendo servizi validi, affidabili e attesi dai cittadini.
D'altra parte è noto come le risorse finanziarie impegnate in Germania, in Francia, in Gran Bretagna e in altri paesi non solo europei, oscillino tra il 3% ed il 6% del Prodotto Interno Lordo mentre in Italia raggiungono a stento l'1,2%.
L'auspicio è che le nuove normative prima richiamate, e segnatamente la legge 328/2000, possano dare una spinta significativa al settore, tenendo nel debito conto il ruolo che il servizio sociale professionale può dispiegarvi.
Per affrontare questo problema la legge 328/2000 propone una forte integrazione tra l'iniziativa pubblica e quella del privato sociale senza fini di lucro e particolarmente qualificato ed impegnato nel settore. Una collaborazione completa che comprenda le fasi della progettazione, della sperimentazione e della gestione e che veda sempre responsabilmente presenti gli assistenti sociali ed il servizio sociale.
Questa prima edizione del Rapporto risente, inevitabilmente, delle difficoltà e delle debolezze che caratterizzano ancora l'intera area dei servizi sociali, soprattutto per l'insufficienza di alcuni dati e la relativa attendibilità ai fini di una elaborazione scientificamente completa e soddisfacente. Ne è stata decisa, comunque, la pubblicazione per due buone ragioni. Primo, perché si confida che le edizioni dei prossimi anni potranno colmare insufficienze e lacune. Secondo, perché il Rapporto potrà risultare, comunque, utile al comune impegno volto a rafforzare il servizio sociale e con esso la società civile italiana.
Il Rapporto 2001 è frutto di un lavoro corale che ha visto coinvolti, nelle varie fasi della sua elaborazione, gli Enti promotori, i curatori e tutti i redattori. Ad essi va la gratitudine di quanti hanno creduto e credono nella validità di questa impresa. Un ringraziamento anticipato a tutti gli assistenti sociali che, avendolo letto, faranno pervenire all'Eiss le loro osservazioni ed ogni utile consiglio. Il Rapporto, infatti, nasce con l'ambizione di diventare punto di riferimento per gli assistenti e gli operatori sociali e per gli amministratori del settore, ma anche come utile strumento per un efficace ed ordinato governo del sistema dei servizi sociali italiano.
Giuseppe Rizzo

continua


 


 
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