La
palestra dell'atleta tecnologico
Da
quando esiste il volo si è cercato di migliorare le prestazioni del pilota
attraverso l'attività fisica. Sport di resistenza come la corsa di fondo
e mezzofondo, nuoto, ciclismo eccetera sono raccomandati per la situazione
ipossica (carenza di ossigeno) che si viene a creare a causa dello squilibrio
tra richiesta e disponibilità di ossigeno da parte del corpo, simile a
quella che si sperimenta in volo soprattutto in condizioni di forti accelerazioni
e stress fisici o emotivi. L'allenamento infatti permette all'organismo
di adattarsi a questa situazione ottimizzando i processi di scambio di
ossigeno tra l'aria, il sangue e i tessuti, ottenendo come risultato il
miglioramento delle funzioni respiratorie e cardiocircolatorie.
Un buon tono muscolare poi ha la sua importanza quando per effetto delle
accelerazioni tutto il fisico è sottoposto a carichi anche notevoli, che
gravano non solo sui muscoli, ma anche sugli organi interni, sulle vertebre
e tutto l'apparato scheletrico; si pensi per esempio al peso che assume
un corpo di 70 kg sottoposto ad accelerazioni di 5, 6 g, abbastanza normali
su aviogetti: è tale peso moltiplicato per 5, 6 volte, 350 o 420 chili!
L'effetto più subdolo delle accelerazioni comunque viene subito dall'apparato
vestibolare: situato all'interno dell'apparato uditivo, il vestibolo,
con i suoi canali semi-circolari, permette di discriminare il tipo e la
direzione in cui si verifica l'accelerazione.
Con l'allenamento si ottiene di diminuire la sensibilità alla stimolazione
e nello stesso tempo di innalzare il valore-soglia, cioè l'entità dell'accelerazione
che può determinare disturbi; in questo modo il pilota è in grado di rendersi
conto della propria posizione nello spazio, senza cadere in crisi di disorientamento,
squilibrio o vertigini.
La vertigine è in pratica una situazione di black-out dei recettori dell'apparato
vestibolare che manda segnali contrastanti e confusi, tali da creare illusioni
di spostamento dell'ambiente e del corpo, in assenza o in contrasto con
effettivi movimenti, accompagnando a queste sensazioni ulteriori reazioni
negative come abbassamento di pressione, alterazione della frequenza cardiaca
e del respiro. Esiste dunque un allenamento che si differenzia in allenamento
vestibolare semplice e allenamento vestibolare rotatorio. Il primo è eseguibile
semplicemente con il tappeto elastico, dove si passa da un'accelerazione
testa-piedi a una piedi-testa, in termini aeronautici da g positivi a
g negativi, "+g" quando sale, "-g" quando scende: anche se in condizioni
di volo reale l'entità delle accelerazioni è ben diversa, le continue
ripetizioni per tempi sempre più lunghi abituano il fisico a rispondere
agli stimoli con minor sensibilità (maggior soglia), con benefici comunque
sotto l'aspetto fisico anche per tutti gli organi interni e della massa
sanguigna, che si adattano a trazioni e spostamenti continui proprio a
causa dei g.
Tuffi, ginnastica, esercizi rotatori con gli anelli o le parallele, su
sedie girevoli, ma anche a corpo libero con capovolte e capriole, tutti
questi e altri esercizi possono essere fatti e vengono metodicamente eseguiti
nelle scuole di volo per l'allenamento rotatorio dell'apparato vestibolare.
Allenamenti cosi eseguiti aiutano anche nel superamento di condizioni
di stress psicologico (paura, ansia, emotività, tensione) spesso causate
proprio da torbe vestibolari, connesse molto frequentemente a disorientamento
spaziale.
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Per
battere la Forza G un pallone per pantalone
Le
sollecitazioni che agiscono sul corpo (e sull'aereo) durante un volo si
possono riportare a due tipi: accelerazioni positive e accelerazioni negative,
che gli addetti ai lavori chiamano g-positivi e g-negativi.
Il g è l'unità di misura della forza di gravità, perché in sostanza
si riporta a essa la misurazione dell'accelerazione, ecco perché essere
sottoposti a 2, 3, 4 g vuol dire subire l'equivalente di 2, 3, 4 volte
la forza di gravità: all'atto pratico ritrovarsi nel proprio corpo che
pesa 2, 3, 4 volte più del normale.
Normalmente consideriamo il peso come una forza che ci spinge verso il
basso, nella direzione testa-piedi, ed ecco spiegati i g-positivi: subiamo
un'accelerazione positiva per esempio quando ci sentiamo premuti sul sedile
della moto impostando una curva in velocità, inclinando il corpo all'interno
della traiettoria.
Se sulla stessa moto fossimo per assurdo inclinati dalla parte opposta,
con la testa all'esterno della curva, ecco che saremmo soggetti a g-negativi.
Nel primo caso l'effetto più pericoloso è dato dal sangue che viene spinto
nelle parti più basse del corpo, privando il cervello dell'irrorazione
necessaria al punto da provocare perdita di conoscenza.
Nel secondo caso si ha il deflusso del sangue nel senso opposto, creando
prima la cosiddetta visione nera, per il sangue che va a invadere i capillari
delle retine degli occhi, fino ad arrivare a emorragie cerebrali nei casi
estremi.
La combinazione anti-g è simile a un paio di pantaloni dotati di camere
d'aria in corrispondenza di addome, cosce e polpacci, che si gonfiano
automaticamente all'aumentare dei g: in questo modo viene respinto entro
certi limiti l'afflusso del sangue verso le parti basse del corpo, permettendo
di sopportare accelerazioni più impegnative.
L'aria utilizzata viene introdotta nella tuta tramite un apposito collegamento,
dopo essere stata spillata dal compressore del motore.
Non esiste per ora alcun aiuto per contrastare artificialmente i g-negativi:
ecco perché le accelerazioni negative sono le più temute e le meno sopportate.
Anche la struttura dell'aereo e soggetta a queste sollecitazioni: per
questo viene sempre definito, in fase di collaudo, il fattore di carico
che può sopportare l'aereo, espresso in numero massimo di g-positivi e
g-negativi, mantenendo tuttavia ampi margini di sicurezza.
Tutti gli aerei militari sono dotati di strumenti che registrano sia l'intensità
che la quantità (cicli) di accelerazioni subite, controllati poi durante
le manutenzioni.
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Gli
eredi del getto tonante
Sintesi
dell'alto grado di professionalità dei piloti e degli specialisti della
nostra Aeronautica Militare, le Frecce colori sono gli eredi delle famose
Pattuglie Acrobatiche (Diavoli Rossi, Getti Tonanti, Lancieri Neri, Tigri
Bianche cetera) che negli anni Cinquanta si formavano presso i vari reparti
da caccia per rappresentare l'Italia nelle manifestazioni nazionali e
internazionali. La data esatta di nascita è il 1° luglio 1961,
come 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, volando prima su North
American F-86 Sabre, poi su Fiat G-91, e dalla
fine del 1981 su Aermacchi 339 PAN, sigla che
indica appunto la speciale versione che ha come modifica più evidente
il generatore delle fumate (queste non sono poi che olio di vaselina colorato
che si vaporizza per effetto dell'iniezione nello scarico del reattore).
Attualmente il reparto si compone di circa 95 uomini di cui 14 sono i
piloti: il Comandante, la formazione di 9+1 soIista, il Supervisore all'Addestramento
Acrobatico e due piloti in addestramento.
I requisiti richiesti a un pilota per poter far parte del Gruppo sono:
un'esperienza di volo su aviogettldi almeno 750 ore e due anni di piena
operatività presso un reparto, l'attitudine al volo acrobatico collettivo,
particolari doti caratteriali di predisposizione ai rapporti umani e sociali.
Nell'attività della PAN l'addestramento acrobatico si alterna a quello
operativo, soprattutto nei mesi invernali e primaverili, quando la Pattuglia
è libera da impegni di rappresentanza, ed è quindi a tutti gli effetti
un reparto operativo.
Le ore di volo totalizzate annualmente in Pattuglia sono circa 2.500,
mentre 1.706 sono le manifestazioni volate fino a oggi, oltre che in Italia
in tutti i Paesi europei, del Nord Africa, Medio Oriente, Canada e Stati
Uniti.
Particolarmente prestigiosa e di successo è stata la trasferta del 1986
la Canada e Stati Uniti, ripetuta neI 1992 su espresso invito dei governi
per celebrare il cinquecentenario della scoperta del Nuovo Mondo.
I componenti della PAN per la stagione 1994 sono:
Ten.
Col. Pilota Gianluigi Zanovello |
Comandante
313' Gruppo |
codice di
chiamata radio: Pony 0
|
Ten.
Col. Pilota Giampaolo Miniscalco |
Leader: |
Pony
1 |
Ten.
Pilota Ettore Papa |
1°
Gregario Sinistro: |
Pony
2 |
Magg.
Pilota Pier Luigi Fiore |
1°
Gregario Destro: |
Pony
3 |
Cap.
Pilota Umberto Rossi |
2°
Gregario Sinistro: |
Pony
4 |
Cap.
Pilota Flavio Danielis |
2°
Gregario Destro: |
Pony
5 |
Cap.
Pilota Norbert Walzl |
1°
Fanalino: |
Pony
6 |
Ten.
Pilota Stefano Giovannelli |
3°
Gregario Sinistro: |
Pony
7 |
Cap.
Pilota Maurizio De Rinaldis |
3°
Gregario Destro: |
Pony
8 |
Ten.
Pilota Roberto Valoti |
2°
Fanalino: |
Pony
9 |
Ten.
Col. Pilota Stefano Rosa |
Solista: |
Pony
10 |
Cap.
Pilota Antonino Vivona |
Supervisore
all'Addestramento Acrobatico |
|
Cap.
Riccardo Rinaldi |
Speaker
ufficiale e Addetto alle Pubbliche Relazioni |
|
Cap.
Pilota Maurizio Rossi |
Pilota
in addestramento |
|
Ten.
Pilota Alessandro Fiaschi |
Pilota
in addestramento |
|
Ma
non dobbiamo dimenticare chi lavora dietro le quinte:
Temi. Col.
Carlo Baron |
Capo Servizio
Manutenzione |
Cap. Adriano
Vendramin |
Capo Ufficio
Comando |
Cap. Giacomo
Zanelli |
Ufficiale
Tecnico |
e
quasi ottanta sottufficiali specialisti.
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La
Pattuglia combatte anche contro il cancro
Tra
le molteplici iniziative di carattere sociale e umanitario delle Frecce
Tricolori, l'ultima in ordine di tempo è stata la concessione, per la
prima volta, del proprio simbolo a sostegno della lotta contro il cancro.
È nata cosi Blue Jet, una mountain bike superaccessoriata, con stemmi
e colori della pattuglia acrobatica più famosa del mondo, il cui
ricavato di vendita, detratte le pure spese di produzione, è devoluto
alla Fondazione Oncologica dei Professor Umberto Veronesi per la creazione
del personale medico specializzato nella lotta contro il cancro.
Per avere informazioni, o anche solo per parlare di aerei, visto che il
titolare Alberto Turconi è sfegatato della PAN, telefonare all'azienda
costruttrice, la Master Più di Saronno (Va), allo 02/96701652.
(indice
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Mr
Martin Baker; di professione fa il buttafuori
Noto
anche ai meno esperti di cose aeronautiche, il Martin Baker, dal
nome degli ideatori che hanno poi fondato I'omonima società tra gli anni
'40 e '50, è il poi conosciuto dispositivo di salvataggio dei piloti,
che si basa su un complesso sistema costituito da uno speciale seggiolino
integrato con il dispositivo di lancio, il paracadute, e un completo equipaggiamento
di sopravvivenza per ogni ambiente, terrestre o marittimo.
Dai primi "semplici" dispositivi, costituiti essenzialmente da una carica
di lancio esplosiva che imprimeva al seggiolino accelerazioni istantanee
e traumatiche per il pilota (si parla di 15/17 g), si è passati a sofisticatissimi
apparati dove la carica esplosiva fornisce solo la spinta necessaria per
la fuoriuscita dall'abitacolo, mentre un pacco di razzi ha il compito
di imprimere una traiettoria di sicurezza per l'apertura del paracadute.
I moderni MB sono in grado di garantire il salvataggio del pilota
anche ad aereo fermo sulla pista, chiamandosi per questo tipo zero-zero
(cioè quota O velocità O).
Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, la modesta quota raggiunta
dal seggiolino (40/60 metri) è più che sufficiente per un sicuro spiegamento
del paracadute: infatti sofisticati sensori e dispositivi asserviti elettronicamente
a un computer controllano Ia traiettoria iniziando la sequenza di apertura
del paracadute già durante la fase ascendente parabola, completandola
prima della discesa. Dopo l'abbandono dell'aereo vengono attivati lo sgancio
del seggiolino dal corpo del pilota, la riserva d'ossigeno d'emergenza
e, al momento dell'atterraggio (o ammaraggio), i dispositivi radio di
rilevazione, il battellino di salvataggio, i liquidi antisquali eccetera.
Alcuni si chiedono come avvenga il passaggio attraverso il tettuccio della
cabina: o viene sfondato da appositi rostri soIidali con la struttura
del seggiolino (è il caso dell'MB-339), o sganciato da piccole cariche
esplosive attivate automaticamente dal comando di lancio.
Una curiosità: "Martin Baker Ties Club" è Il nome dell'escløsivo club
che riunisce tutti coloro che grazie a questa invenzione hanno avuto salva
la vita, e che ormai da qualche anno ha superato, il millesimo socio:
più di mille vite salvate dunque, considerando che alcuni hanno addirittura
avuto una duplice esperienza.
Una pergamena rilasciata dalla Martin liaker insieme a una vera e propria
cravatta commemorativa ricordano al protagonista l'avventuroso episodio.
(indice
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Bibliografia
Con
lo sconto per i nostri lettori il più bel libro fotografico del mondo
dedicato a Le Frecce Tricolori e i tre volumi de La Meravigliosa
avventura.
Non
sono molti, purtroppo per gli appassionati, i libri pubblicati sull'argomento:
solo due quelli tuttora in commercio. La Meravigliosa Avventura:
non è solo un libro ad alta gradazione fotografica ma innanzitutto sono
tre libri, e una documentazione ricca anche di parole che raccontano storia,
attualità, tecnica e soprattutto emozioni. Emozioni di chi, come Renato
Rocchi, autore oltre che speaker della PAN per tanti anni, ha speso quasi
tutta la sua vita mettendola ai servizio delle Frecce, trasmettendo il
suo entusiasmo a generazioni di appassionati che ne hanno seguito le esibizioni.
Una vera enciclopedia In tre volumi sulle Frecce e sul volo acrobatico
dalle origini a oggi, che può essere direttamente ordinata ad Aviani Editore,
via Tavagnacco 63, 33106 Udine (costo lire 160.000 + spese postali, in
contrassegnoo versamento su cc postale n° 10331338).
Le Frecce Tricolori di Giuseppe Lenzi, tenente colonnello nei
Servizi dell'Aeronautica, è dedicato alle Iminagii scattate dall'autore
in innumerevoli voli con le Frecce: grandi effetti, suggestioni di voli
tra montagne, cime innevate e cieli blu. Di grande interesse per gli appassionati
di fotografia i capitoli dedicati alle ottiche, alle pellicole impiegate
e alla tecnica di ripresa per realizzare queste immagini bellissime e
di straordinaria suggestione. Il volume può essere ordinato direttamente
ad Arti Grafiche Friulane, via IV Novembre, 33010 Tavagnacco (Udine).
Citando No Limits world nelle richieste il costo del libro è di
38.000 lire invece di 48.000; e di 150.000 invece di 160.000 il prezzo
dei tre volumi de La Meravigliosa avventura. Chi volesse fare un
regalo a un amico straniero sappia che Le Frecce Tricolori è edito
anche in inglese.
A titolo di curiosltà citiamo un lungonìetraggio girato nei primi anni
Settanta, Forza G: forse non molto realistico
nella descrizione dei personaggi, certo molto rotnanzato, ma piacevole
e di indubbio effetto sia per le belle immagini in volo, sia perché l'attore
principale è il leggendario G 91, l'aereo in dotazione alla Pattuglia
a quei tempi, rimasto in servizio solo alla Scuola di Volo e ormai prossimo
a essere radiato e sostituito dall'AMX.
(indice
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