Mappa

GaiaMente

Centro Per Il Potenziamento Cognitivo

    

Home

RISULTATI TORNEO BRIDGING per:

Terzo principio

Quanto più è astratto il linguaggio (o codice) di cui si fa uso, tanto meno numerosi sono i dettagli specifici che attraverso esso vengono comunicati. E tanto più numerose sono - di conseguenza - le situazioni (o contesti) in cui lo si può utilizzare.

Strumento: "Orientamento spaziale", unità V 

 

 

 

 

 

 

Torneo di Bridging

 

 

         

Torna all'indice cronologico

 

Torna all'indice organizzato

per strumenti

 

 

 

 

Il linguaggio della geometria è un buon esempio di linguaggio astratto.

Consideriamo le forme geometriche: esse ci permettono di riferirci correttamente con un solo termine (come "cerchio" o "rettangolo") a classi di oggetti molto ampie (possono essere "cerchi" gli orologi, i piatti, la luna piena, i pozzi, le monete, ecc. ecc.; possono essere "rettangoli" le finestre, le porte, le cattedre, le predelle, i quaderni, ecc).  

In questo caso, il linguaggio della geometria ci porta a prescindere da tutti gli aspetti particolari e da tutte le qualità specifiche che differenziano gli oggetti, per considerarli solo in rapporto alla loro forma.

 

Cavaliere Battezzato

Angelo Panigatti

 

La matematica è un linguaggio astratto perché usa formule: scritture, notazioni che forniscono un procedimento generale per risolvere problemi dello stesso tipo. Per esempio A= bh/2 esprime l’area di ogni triangolo di base b e altezza h.

 

Cavaliere Battezzato

Davide, studente

 

I matematici parlano di insiemi per indicare raggruppamenti o raccolte di elementi di qualsiasi tipo: oggetti, numeri, persone, figure, idee… 

Non importa quel che un insieme raccoglie, importa solo che sia correttamente definito, cioè che si possa decidere se un qualunque elemento appartiene o no all’insieme.

 

Cavaliere Battezzato

Daniela, studentessa

 

Che cos’hanno in comune i re di Roma, le note della scala musicale, i nani di Biancaneve, i colori dell’iride, i giorni della settimana, le stelle dell’Orsa Maggiore? 

Niente. A parte il numero: 7! 

E questa è già una prova di quanto sia astratto il linguaggio della matematica, che usa i numeri per leggere il “grande libro della natura”.

 

Cavaliere Battezzato

Marina Campolonghi

 

Un linguaggio notevolmente astratto è quello scientifico. La scienza formula infatti definizioni e leggi che si adattano a un gran numero di casi particolari.

Prendiamo per esempio la definizione di forza data dalla fisica.

Parlando con un linguaggio generico delle forze potremmo dire che ci sono tanti tipi di forze, alcune direttamente osservabili (forza peso, forza elastica, forza eolica, ecc), altre no (forza nucleare, forza elettrica, ecc), ma se passiamo alla definizione scientifica di forza non troviamo più nessun riferimento alle varie forze esistenti (troviamo solo gli aspetti generali, comuni a tutte): forza è l’agente fisico capace di alterare lo stato di quiete o di moto di un corpo o capace di produrre una deformazione.

Questa formulazione si adatta a qualsiasi tipo di forza si voglia considerare e riassume in sé tutte le possibili situazioni: 

1. forza che si applica a un oggetto che può muoversi e che può essere:

1a) in movimento,

1b) in quiete; 

2. forza che si applica a un corpo che non può muoversi - che viene deformato.

 

Cavaliere 

Ben Noto

Paolo

Micheli

 

Il linguaggio della scienza è astratto. 

Nello studiare la realtà, i fenomeni, la scienza prescinde da tutte le qualità “secondarie”: colore, sapore, odore… (in quanto dipendono dai nostri sensi e sono quindi “soggettive”) e considera solo quelle “primarie”: grandezza, figura, movimento… (in quanto oggettive, cioè indipendenti dal rapporto che abbiamo con esse). 

La scienza è infatti interessata solamente a ciò che si può misurare.

 

Cavaliere Battezzato

Elisa Veronese

 

 

Il linguaggio di cui facciamo normalmente uso è notevolmente astratto, anche se spesso non ne siamo consapevoli. 

Un modo per rendersi conto di quanto lo sia consiste nel confrontare questo linguaggio con quello di culture profondamente diverse dalla nostra: le culture che vengono definite "primitive". 

Spesso accade che queste culture, laddove noi abbiamo un solo termine generico (per esempio "albero" o "pesce"), usino invece tanti termini specifici (per esempio, termini che indicano i vari tipi di albero o di pesce), e manchino della parola con significato generico. 

Per portare qualche esempio:

  • I Lapponi hanno venti nomi diversi per i diversi tipi di ghiaccio e quarantuno vocali per i diversi tipi di neve (neve e ghiaccio sono ovviamente elementi di fondamentale importanza nell'ambiente di vita di questo popolo); 

  • Nel linguaggio bantu Kinyamwesi non esiste il termine "andare", ma esistono termini specifici che indicano particolari modi di andare: andare a passeggio (yumba), camminare lentamente e attentamente accompagnando una persona convalescente (zembele), saltellare sul terreno screpolato dal grande caldo (ganyaganya), ecc.

Ciò accade proprio perché questi popoli vivono soprattutto nel concreto, nel quotidiano e fanno uso di concetti e termini "comportamentali" (riferiti a situazioni specifiche, ricche di dettagli) più che di concetti e termini "astratti" come i nostri (che trascurano i dettagli per cogliere l'elemento comune/essenziale e che derivano dalla cultura greca, dal suo tipo di pensiero: logico, razionale).

 

Cavaliere 

Ben Noto

GaiaMente

 

 

  (Riabilitazione /uso di sistemi simbolici)

Vi sono persone che (spesso - ma non solo - a seguito di paralisi cerebrali infantili) presentano gravi deficit nel linguaggio espressivo, ma non in quello ricettivo (comprensione)

Per incrementare le abilità comunicative di queste persone è nata la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), che successive esperienze hanno dimostrato poter ottenere ottimi risultati anche in molti casi di insufficienza mentale.

La CAA è per definizione multimodale, ossia utilizza diverse modalità espressive: comunicazione verbale, forme di comunicazione visuo-motorie  (come la comunicazione gestuale) e grafo-visive (sistemi di simboli grafici, che permettono di rappresentare graficamente ciò che si vuole dire e che vengono usualmente classificati secondo diversi parametri).

Ai fini del nostro bridging possiamo considerare la classificazione dei suddetti sistemi di simboli grafici secondo l'iconicità (che valutata la relazione visiva tra simbolo e significato rappresentato). 

In base a tale criterio di classificazione, si possono disporre i simboli lungo un continuum che parte dai simboli grafici facilmente riconoscibili (trasparenti), passa attraverso simboli di facile riconoscimento, ma non immediati (traslucenti: una volta spiegata la relazione il simbolo diviene trasparente), per arrivare ad immagini visivamente lontane dal significato che vogliono evocare (opachi). 

Per esempio, vi sono i:

  •  PIC (Pictogram Ideogram Communication), simboli bianchi su sfondo nero di significato immediato, come quello qui riprodotto:

CONTENTO

  • PCS (Picture Communicatio Symbols), quasi 4.000 simboli di facile apprendimento, con molti significati doppi, nel senso di  rappresentati sia da disegni dettagliati, che da sagome stilizzate. Per i simboli astratti, ovvero quelli che rappresentano l'azione, si ricorre a una serie di situazioni concrete.

    LEGGERE

     

  • BLISS, circa 3.000 simboli stilizzati che si possono combinare secondo regole precise per creare nuovi significati.

    LIBRO

    LEGGERE

 

Ora, i simboli opachi (come i Bliss), essendo molto schematici, richiedono maggiori capacità di astrazione rispetto a simboli più ricchi di dettagli (come i PCS) e anche tempi più lunghi di apprendimento. 

Tuttavia, ogni volta che è possibile, si preferisce far uso di questi, per vari motivi: proprio in virtù della schematicità (mancanza di dettagli), ogni simbolo può riferirsi a categorie di oggetti molto ampie;  inoltre, poiché i simboli non devono necessariamente avere un rapporto di somiglianza con ciò che significano, le azioni possono essere rappresentate senza ricorrere a situazioni concrete. E, di conseguenza, le possibilità di combinazione tra simboli divengono molto più numerose e complesse.

 

Cavaliere 

Ben Noto

GaiaMente

 

Per ulteriori informazione sulla CAA, visita il sito del Centro Benedetta D’Intino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Linguaggi artificiali) 

L’alfabeto Morse è stato inventato per inviare messaggio molto semplici ma spesso urgenti, in modo che potessero essere facilmente compresi dovunque ci si trovasse, anche in Paesi stranieri.

Cavaliere Ben Noto

Stefania Cattaneo

 

© Copyright 2003/2004 GaiaMente - Centro Per Il Potenziamento Cognitivo 

La proprietà intellettuale di tutto ciò che è pubblicato su questo sito è 

di GaiaMente o degli autori di volta in volta indicati. 

Le citazioni sono ammesse a scopo di studio e ricerca, e devono indicare chiaramente la fonte. 

Per qualsiasi altro uso del materiale pubblicato su questo sito si deve contattare GaiaMente.

 

Feuerstein, Reuven Feuerstein, metodo Feuerstein, metodologia Feuerstein, corsi, PAS, P.A.S., applicatori Feuerstein, formatori Feuerstein, centri autorizzati Feuerstein, corsi PAS, corsi P.A.S., formazione degli adulti, Down, sindrome di Down, ritardo mentale, handicap, disabilità, handicap cognitivo, handicap psichico, Alzheimer, demenza senile, diversamente abili, anziani, terza età, bambini, età-prescolare, scuola elementare, scuola media, scuola superiore, adolescenti, pedagogia, didattica, riabilitazione, recupero, sostegno, motivazione, rimotivazione, mediazione, pedagogia della mediazione, psicologia, Piaget, Vi, ICELP, International Center for the Enhancement of Learning Potential, equipe di Feuerstein, mediation, filosofia, mente, cervello, intelligenza, cognitivo, metacognitivo, funzioni mentali, funzioni cognitive, operazioni mentali, apprendimento, difficoltà di apprendimento, concentrazione, memoria, paino educativo personalizzato, scuola, successo scolastico, insuccesso scolastico, abbandono scolastico, formazione, formazione professionale, centro, Milano, centro di Milano, sede di Milano, provincia di Milano, Monza, centro di Monza, sede di Monza, provincia di Monza, Regione Lombardia