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Questo glossario "espanso" si propone di illustrare il significato di alcuni termini e concetti che ricorrono frequentemente in ambito cognitivo, tenendo conto - quando necessario/opportuno - della loro provenienza (poiché questa può talvolta rendere impossibile l'individuazione di un significato univoco, o comunque può contribuire in modo determinante alla comprensione del significato).

I termini e concetti selezionati sono 

stati organizzati facendo riferimento 

alla distinzione di Feuerstein tra 

funzioni cognitive e operazioni mentali.

Distinzione qui di seguito richiamata e illustrata nei suoi termini generali, ma anche reinterpretata con una certa libertà (in modo funzionale al nostro discorso e al fine di superare specifiche difficoltà) - in particolare rispetto all'individuazione delle singole funzioni e operazioni (come puntualmente segnalato).

 

Funzioni cognitive 

 

cioè: 

specifiche attività mentali, di tipo percettivo, mnemonico, intellettivo, espressivo. 

Le funzioni cognitive possono essere considerate come gli strumenti con cui l'uomo raccoglie le informazioni che provengono dall'ambiente in cui è inserito, le immagazzina, le analizza, le valuta, le trasforma e le utilizza agendo sull'ambiente stesso.

Feuerstein compila una lista delle funzioni cognitive, che suddivide in tre gruppi in base alle differenti fasi dell'atto mentale alle quali esse principalmente appartengono:

  1. fase di input (ricezione),

  2. fase di elaborazione,

  3. fase di output (emissione).

 

 

Nella lista di Feuerstein, le funzioni cognitive vengono descritte e definite in modo operativo, per permettere al mediatore di osservare in modo sistematico il comportamento cognitivo di un soggetto e di intervenire quindi poi in modo mirato, al fine di correggere le carenze individuate. 

Questa impostazione lascia però spazio, a nostro parere, ad alcune ambiguità, quali apparenti sovrapposizioni tra alcune funzioni cognitive e alcune operazioni mentali (per esempio, il confronto, la classificazione, il pensiero ipotetico si trovano inseriti sia tra le funzioni cognitive che tra le operazioni mentali, senza che sia esplicitamente chiarito in che senso esse possano o debbano essere considerate sia in un modo che nell'altro).

Naturalmente queste ambiguità possono essere risolte, seguendo diverse strade. 

Per esempio, è stato proposto di considerare le funzioni cognitive come "attitudini, motivazioni e abitudini di apprendimento e di lavoro, piuttosto che reali capacità a livello della struttura stessa dell'organizzazione mentale del soggetto. E quindi come un aspetto dell'attività mentale del soggetto che possiamo definire periferico piuttosto che centrale (...)".

Le operazioni mentali apparterrebbero invece "all'ambito dell'elaborazione", farebbero riferimento "a quanto accade nel centro dell'attività mentale" e sarebbero quindi "azioni elementari interiorizzate o attività intellettive attraverso le quali il soggetto sceglie e organizza le informazioni e comunica la risposta" 

(Sandra Damnotti, L'analisi del funzionamento cognitivo,  Mediation A.R.R.C.A., 1994).

 

Qui si propone però un approccio diverso, che - assumendo come criterio la definizione piagettiana di "operazione" come "sistema di azioni interiorizzate, mentali" - interpreta le funzioni cognitive come le singole azioni mentali che si compongono in quegli insiemi organizzati (o sistemi) che sono appunto le operazioni mentali, o cognitive. 

Di conseguenza, non si dirà più che le operazioni mentali possono essere "semplici" (come il confronto) o "complesse" (come la classificazione, o la categorizzazione), ma - richiamandosi al criterio scelto - si individuerà quale caratteristica essenziale delle operazioni proprio la complessità (nel senso di unione organica di più parti), e si considereranno pertanto le azioni mentali semplici, quali il confronto, come funzioni (e non come operazioni).

 

Ovviamente, tale soluzione è a sua volta problematica e aperta a ulteriori rivisitazioni, in primo luogo perché la semplicità non è "assoluta" (dato che anche le singole azioni mentali possono essere viste come processi, che organizzano una molteplicità di fattori). E', piuttosto, "relativa" a un livello di organizzazione superiore, quale è quello che si trova nelle varie forme di "pensiero" (simbolico, inferenziale, ipotetico, ecc).

 

 

Di seguito, la lista da noi "rivisitata" delle funzioni mentali (divise per fasi dell'atto mentale) che proponiamo:

 

 

 

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Le funzioni cognitive attivate nella fase della ricezione sono responsabili della quantità e della qualità delle informazioni raccolte da un soggetto posto di fronte a un compito dato, a un oggetto, a un'esperienza.

Tra queste vi sono: 

  • l'atto percettivo (ossia l'atto di conoscenza che si riferisce immediatamente a un oggetto reale, sia esso mentale o fisico. Risulta carente se la percezione è vaga e insufficiente, cioè se manca di dettagli e di chiarezza, o se non è adeguatamente organizzata);

  • l'esplorazione sistematica (ossia l'esame attento e ordinato di un oggetto - concreto o astratto; ignoto o non completamente noto - che mira a scoprire e acquisire ogni elemento informativo pertinente  - in base a determinati criteri e ai fini della descrizione e conoscenza dell'oggetto medesimo. Risulta carente se il soggetto mette in atto comportamenti esplorativi non pianificati, rispondendo impulsivamente ai primi stimoli incontrati, con il rischio di tralasciare elementi importanti o di considerare più volte gli stessi elementi);

  • la conservazione delle costanti (ossia l'atto di preservare nella mente le caratteristiche stabili di un oggetto o di un evento, che rimangono invariate anche in presenza di cambiamenti. Risulta carente se l'individuo non riesce, o ha difficoltà a concepire il mutamento come il risultato di qualcosa che si trasforma e di qualcosa che resta invariato);

  • l'orientamento spazio-temporale (ossia la collocazione di oggetti ed eventi in una precisa posizione - in rapporto a determinati sistemi di riferimento spaziali e temporali - e l'individuazione delle relazioni che essi intrattengono con altri oggetti ed eventi, relativamente alla dimensione dello spazio e/o a quella al tempo. Risulta carente in presenza di difficoltà nell'utilizzazione di sistemi di riferimento stabili);

  • la denominazione degli elementi (ossia l'attribuzione di appropriate etichette verbali agli oggetti, agli eventi, alle relazioni che si vanno considerando: un'attività che rende possibile sia scambiare informazioni, comunicare in modo preciso intorno agli elementi denominati, sia riferirsi a essi anche in loro assenza. E che facilita la concettualizzazione, nella misura in cui attribuire un nome a qualcosa significa "impossessarsene", interiorizzarlo, e poter prescindere, o far astrazione, dalla sua concretezza. Risulta carente quando il soggetto che denomina dispone di un vocabolario povero, che non gli permette un'adeguata differenziazione della realtà, o ha un linguaggio egocentrico, che non tiene in adeguata considerazione la necessità di essere chiari e precisi per farsi comprendere dagli altri);

  • la decodificazione dei simboli (ossia l'interpretazione dei simboli che permette di decifrare le informazioni in essi contenute e che richiede la conoscenza del codice al quale essi appartengono. Risulta carente quando, per vari motivi, il soggetto non riesce a comprendere il sistema di correlazioni - socialmente e culturalmente definite - tra un sistema codificante - sistema di significanti, o piano dell'espressione - e un sistema codificato - sistema di significati, o piano del contenuto);

  • l'utilizzazione contemporanea di più fonti di informazione (ossia la raccolta, accurata, di un elevato numero di informazioni che divengono accessibili nello stesso tempo, nell'ambito di una data situazione o di un dato problema. Si ha quando tali informazioni - pur aventi diverse provenienze e caratteri eterogenei - non vengono prese in considerazione isolatamente, e magari le une a scapito delle altre, bensì nel contesto delle svariate relazioni che intrattengono le une con le altre. Risulta carente se il soggetto non riesce a tenere molti dati sotto controllo e/o a integrarli, ma li manipola separatamente).

 

 

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Le funzioni cognitive attivate nella fase dell'elaborazione sono responsabili dell'utilizzazione efficace delle informazioni, dei dati raccolti.

Tra queste vi sono: 

  • l'interiorizzazione (ossia l'acquisizione di nuovi elementi da parte di un soggetto che li riconosce come propri, integrandoli nel proprio sistema di conoscenze, atteggiamenti e valori. Risulta carente quando il soggetto non è in grado di creare e conservare una rappresentazione interna di ciò che sperimenta, di ciò che cerca o deve fare);

  • l'analisi del disequilibrio (ossia l'esame accurato del perturbamento del proprio stato di quiete; esame che un soggetto compie per individuare, focalizzare, valutare gli elementi in gioco e i loro rapporti, e al fine di ristabilire un'interna armonia, che significa coerenza tra le conoscenze che si possiedono, conformità tra valori e atteggiamenti. Il perturbamento si può infatti facilmente verificare a seguito dell'acquisizione di nuove informazioni, che devono essere integrate nel sistema preesistente di conoscenze, atteggiamenti e valori, rispetto al quale possono anche risultare - in tutto o in parte - dissonanti. Questa funzione risulta carente quando il soggetto non è in grado di percepire l'esistenza di un problema o di definirlo);

  • la discriminazione dei dati (ossia la distinzione tra dati pertinenti e non pertinenti, e tra dati rilevanti e meno rilevanti, ai fini della definizione di un problema e dell'elaborazione delle strategie necessarie alla sua risoluzione. Risulta carente quando il soggetto non è in grado di compiere scelte, selezionando i dati in base a precisi criteri);

  • l'elaborazione contemporanea di più informazioni (ossia la presa in esame simultanea di un numero elevato di dati, che permette di porli in relazione, di ordinarli. Permette anche di richiamare - in modo volontario, per via di ragionamento - altre informazioni non immediatamente disponibili ma connesse a quelle presenti; permette infine di produrre nuove informazioni, come risultato delle correlazioni che si vanno istituendo. Risulta carente se si ha una ristrettezza del campo mentale tale per cui, quando una nuova informazione viene aggiunta, quella precedentemente raccolta è già perduta, oppure quando il soggetto - spesso a causa di situazioni di deprivazione - non assume un ruolo attivo nell'apprendimento: impara per effetto del caso, delle circostanze; ricorda solo in funzione dell'interesse momentaneo, e così via); 

  • il confronto (ossia l'atto di mettere di fronte, di paragonare cose, eventi, persone, per conoscerne le somiglianze, le differenze, l'eventuale uguaglianza. Sta alla base di ogni atto di pensiero, poiché pensare significa appunto porre in relazione. Risulta carente sia quando il comportamento comparativo non è spontaneo - non si manifesta, dunque, in modo naturale e immediato ma solo su richiesta - sia quando il suo esercizio è limitato a bisogni ridotti);

  • la proiezione di relazioni virtuali (ossia l'atto di organizzare un insieme non ordinato di elementi, trovando tra essi connessioni, collegamenti che sono solo potenzialmente esistenti e che vengono ad esistere effettivamente nel momento in cui la mente li trasferisce sull'insieme stesso. Risulta carente quando il soggetto ha difficoltà nel dominare il pensiero ipotetico, quando è in grado di individuare relazioni virtuali solo in funzione di un bisogno, in vista di un risultato immediato - con conseguente comprensione episodica della realtà. Ciò può dipendere anche da un repertorio verbale povero, scarsamente differenziato, che non permette l'elaborazione di determinati concetti);

  • la formulazione di ipotesi (ossia l'elaborazione di spiegazioni logiche, fondate su indizi e congetture e aventi valore provvisorio, che riguardano fatti noti o accertabili in sé, ma non nelle loro cause. Risulta carente quando non si è in grado di svincolarsi, con il pensiero, dai limiti della realtà esistente, per considerare diverse possibilità,e le conseguenze che potrebbero derivare dalla scelta di una di queste);

  • l'inferenza (ossia l'atto consistente nel trarre una conseguenza logica, una conclusione, a partire da un dato, da una premessa. Risulta carente quando non si è in grado di cogliere ed esplicitare l'implicito, o di condurre un ragionamento, una serie di passaggi argomentativi);

 

 

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Le funzioni cognitive attivate nella fase dell'emissione sono responsabili della comunicazione (relativa all'elaborazione del problema che è stata compiuta, della soluzione al problema che è stata trovata). 

Tra queste vi sono: 

  • l'espressione verbale (ossia l'atto e il modo di tradurre in parole i propri sentimenti o pensieri, che permette di rendere manifesto e di mettere in comune quanto si è elaborato. Risulta carente quando mancano strumenti verbali adeguati ai fini di una traduzione precisa del pensiero e di una sua comunicazione chiara, completa, facilmente comprensibile);

  • l'autodecentramento nella comunicazione (ossia quel doppio movimento - necessario alla formulazione di messaggi ben comprensibili, chiari e precisi - che consiste nell'uscire da sé, dal proprio punto di vista, per riconoscere l'altro, e nel tornare poi a sé per esprimere il proprio pensiero in modo adatto all'interlocutore. Risulta carente quando il soggetto non è in grado di staccarsi dai propri soggettivi sistemi di riferimento per prendere in considerazione altre prospettive, quando manca di flessibilità e capacità di ascolto, quando non avverte il bisogno di farsi comprendere dagli altri. In tutti questi casi il soggetto adotta una modalità di comunicazione egocentrica);

  • il controllo dell'impulsività e dell'emotività (ossia l'azione di guida e di freno che la ragione esercita nei confronti della tendenza istintuale a rispondere a uno stimolo in modo precipitoso, o a cercare la soluzione corretta di un problema per tentativi ed errori, ossia per successive approssimazioni, invece che sulla base di un'adeguata riflessione. Risulta carente quando - in presenza di un problema o di una difficoltà - il soggetto tende ad attuare comportamenti di "passaggio all'atto", fornendo risposte irriflesse e non avvertendo il bisogno di esattezza, precisione, evidenza logica; oppure quando si "blocca", si agita, si spaventa, non riuscendo ad elaborare valide strategie risolutive).

Si può avere, in alcuni casi, un'inadeguata comunicazione anche in presenza di un'adeguata ricezione ed elaborazione. 

In altri casi, riposte apparentemente corrette possono celare una comprensione non completa del problema e modalità di ragionamento molto peculiari, oppure possono nascere dal verbalismo (la tendenza a dare più importanza alle parole che alle cose). 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

Il glossario che proponiamo si articola su due pagine. 

In questa pagina si trovano le definizioni relative alle funzioni cognitive e alle operazioni mentali.

Tali definizioni utilizzano alcuni termini che richiedono di essere a loro volta chiariti: le definizioni di questi ultimi si trovano nella seconda pagina del glossario, che contiene anche altri termini inerenti il campo cognitivo.

Per accedere alla seconda pagina del glossario, cliccare qui, oppure sulle parole sottolineate (parole gialle escluse) di cui si vuol leggere la definizione. 

 

 

Per contribuire all'espansione di questa sezione del sito 

- aggiungendo elementi alle spiegazioni dei termini/concetti già inseriti nel glossario, oppure segnalando altri termini/concetti ancora non presi in considerazione, e

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Dove non diversamente segnalato, le spiegazioni sono ad opera di GaiaMente.

 

 

Un Momento...c'è di più

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

Indice 

delle funzioni presenti nella nostra lista 

(non esaustiva):

per la fase dell'input 

per la fase dell'elaborazione

per la fase dell'output

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indice 

delle operazioni presenti nella nostra lista 

(non esaustiva):

 

Operazioni mentali 

 

cioè: 

sistemi (insiemi organizzati) di azioni interiorizzate, mentali.

 

Feuerstein stila una lista anche delle operazioni cognitive fondamentali; tra le quali - dato il nostro approccio, sopra illustrato - ricordiamo (riformulandole in modo funzionale al nostro discorso): 

 

  • l'identificazione, 

ossia il processo mentale mediante il quale un oggetto è riconosciuto come simile, equivalente o identico a un altro, di cui si è già fatta esperienza.

Questa operazione richiede l'attivazione di numerose funzioni cognitive; in particolare implica il confronto ed è strettamente connessa alla denominazione.

  • l'analisi,

ossia il procedimento che va dal complesso al semplice, distinguendo gli elementi e le relazioni che costituiscono l'oggetto a cui tale procedimento viene applicato. E' uno dei due metodi fondamentali (e complementari) della conoscenza; l'altro è la sintesi. 

  • la sintesi,

ossia il procedimento che va dal semplice al complesso, ripercorrendo e ricostruendo i rapporti individuati dall'analisi. E' quindi un atto unificante. Con l'analisi (suo procedimento complementare), è uno dei metodi fondamentali della conoscenza. 

  • la classificazione/categorizzazione,

operazioni che possono essere interpretate in modi diversi e, di conseguenza, risultare fra loro analoghe o distinte.

Si può infatti considerare la classificazione come il processo di ripartizione di oggetti in classi o categorie, sulla base di caratteristiche comuni per cui essi si differenziano gli uni dagli altri.

Ogni classe è definita dalla sua comprensione (cioè l'insieme delle qualità la cui compresenza è comune solo ai membri di tale classe) e dalla sua estensione (cioè l'insieme dei membri della classe stessa).

In questo senso, i processi di classificazione e categorizzazione sono analoghi (elaborano sistemi di divisioni basati sull'associazione di attributi) e si differenziano solo in quanto al termine "categoria" si associa tradizionalmente un carattere di maggiore generalità e astrattezza, rispetto a quello di "classe" (di oggetti).

La classificazione si può però intendere anche come il processo di ripartizione in classi di un insieme di oggetti, in base a criteri preventivamente definiti. 

In questo senso, essa risulta allora distinta dalla categorizzazione, che mantiene invece sempre il significato di operazione che individua i criteri di ordinamento (permettendo l'organizzazione di campi complessi in insiemi, basati su caratteristiche stabili o essenziali).

  • la rappresentazione mentale,

ossia l'operazione con la quale la mente riproduce un oggetto, esterno o interno (come uno stato d'animo o un'immagine fantastica), rendendolo presente alla memoria e al pensiero, tramite simboli o segni

La rappresentazione mentale di un oggetto (che implica la sua interiorizzazione) ne permette la trasformazione nel pensiero, senza bisogno di supporti sensoriali.

  • il pensiero divergente,

ossia "l'operazione mentale con la quale un soggetto, mosso dalla curiosità e da una disposizione positiva verso il nuovo, mette in relazione elementi che appartengono ad ambiti differenti, stabilisce associazioni nuove fra fatti, parole e concetti, combina e riordina in modo nuovo i dati che possiede. Con il pensiero divergente operiamo in direzioni diverse e la soluzione che ricaviamo diverge da quella convenzionale" (Sandra Damnotti, L'analisi del funzionamento cognitivo,  Mediation A.R.R.C.A., 1994).

Per un approfondimento relativo a questo tipo di pensiero, consulta la sezione "divergiamo insieme" di questo sito.

  • il pensiero ipotetico,

ossia l'operazione mentale che si basa su premesse ipotetiche (che possono essere in contrasto, o comunque differire, da ciò che si esperisce concretamente, e che vengono assunte a prescindere dalla loro eventuale correttezza) per indagarne le conseguenze logiche. 

E' dunque una forma peculiare di ragionamento logico, formale.

Con particolare riferimento alla scienza moderna e contemporanea, si parla anche di metodo ipotetico-deduttivo.

  • il ragionamento transitivo,

ossia l'operazione mentale che permette di confrontare un elemento con un altro, non direttamente ma passando attraverso un terzo elemento, comune agli altri due. 

E' dunque una forma peculiare di ragionamento logico, formale.

  • il ragionamento logico,

ossia, in senso stretto, il procedimento intellettuale in cui una conclusione deriva da premesse in base a regole logiche d'inferenza. 

In questa accezione, il ragionamento logico è di tipo deduttivo.

In senso lato si può però considerare ragionamento logico anche il procedimento che, da premesse riguardanti casi particolari (a è P, b è P, c è P....), trae, come conclusione, una generalizzazione relativa a tutti i casi (tutti gli x sono P), cioè il ragionamento induttivo.

Pertanto, in termini estremamente generici, si può definire il ragionamento logico come una concatenazione coerente di argomentazioni.

  • il ragionamento analogico,

ossia il procedimento intellettuale in cui una conclusione deriva da premesse non in base a regole logiche, bensì in base a principi di analogia: la somiglianza tra due o più cose, o tra aspetti di esse, viene inferita a partire dalla constatata somiglianza tra altri aspetti che le contraddistinguono. 

Ragionare per analogia significa quindi affermare di un ente ciò che si è osservato di un ente simile.

Questo tipo di ragionamento viene definito "argomentazione informale", in contrapposizione a quella "formale", deduttiva. 

A differenza del pensiero formale, quello analogico è già presente nel bambino.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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