GaiaMente
Centro Per Il Potenziamento Cognitivo
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POSSIBILE, IN QUANTO UNA VOLTA ACCADUTO
Nel testo di Feuerstein Non accettarmi come sono (Sansoni editore, Milano, 1995) vengono raccontate varie esperienze di apprendimento mediato con ragazzi aventi età, personalità, problematiche differenti, che testimoniano come l'applicazione del PAS (mai rigida, ma sempre adattata alla situazione specifica) sia stata in grado d'incidere profondamente, e globalmente, sulla vita di questi individui, migliorandone sensibilmente la qualità. Per più di una ragione, in apertura di questa sezione dedicata allo scambio di esperienze, ci sembra opportuno richiamarne brevemente alcune. Come quella di Sam, un ragazzo con difficoltà di apprendimento e problemi educativi così gravi da non avergli permesso di imparare - durante nove anni di scuola - né le lettere dell'alfabeto né alcun numero.
Un'altra esperienza narrata è quella di Marsha, un'adolescente con sindrome di Down, giunta all'Istituto di Feuerstein due anni dopo aver lasciato la scuola. Questa ragazza passava le giornate chiusa in casa, avendo come unica attività il guardare la televisione. Non sapeva riconoscere i numeri dell'orologio, non sapeva contare e quindi non poteva usare il denaro e non aveva mai fatto acquisti per se stessa, neanche degli articoli più fondamentali.
Ora, questi resoconti non nascondono né minimizzano le difficoltà che si possono incontrare nel percorso di modificazione di determinate situazioni, ma, nello stesso tempo, offrono una prospettiva. Che è tanto più rilevante in quanto fondata su un'analisi puntuale e approfondita del campo cognitivo e dei processi di apprendimento, e tradotta in un metodo di ampio respiro, adeguatamente sperimentato (sia pure in situazioni specifiche, come quelle legate all'Istituto di Feuerstein). Naturalmente tale prospettiva può assumere grande importanza per tutti coloro che si trovano a fronteggiare i momenti di scoraggiamento, stanchezza, demoralizzazione, che quasi inevitabilmente porta con sé una pratica quotidiana, o comunque assidua, e protratta nel tempo, in situazioni non facili (con tempi spesso molto lunghi richiesti per conseguire microcambiamenti). Momenti che, per quanto magari alternati ad altri d'entusiasmo, possono mettere a dura prova la fiducia nella modificabilità - anche cognitiva - dell'uomo (qualunque sia la sua condizione).
Ma in resoconti come quelli qui presentati vi sono anche altri motivi d'interesse, rintracciabili nell'intreccio di dimensione teorica e pratica, che essi esprimono. Il campo delle difficoltà di apprendimento e delle disabilità cognitive pone infatti interrogativi fondamentali circa il linguaggio, il pensiero, la ragione (cosa sono, come si sviluppano,quali prerequisiti richiedono, come si influenzano reciprocamente,come e quanto incidono su altre dimensioni della personalità umana, ecc.). E, a nostro parere, la reale consistenza delle visioni teoriche che si sono apprese e maturare può essere saggiata solo in un incontro - non ingenuo - con la dimensione pratica, che permette di vagliarne potenzialità di lettura dei fenomeni e tensione progettuale, oltre a fornire quegli ulteriori motivi di riflessione senza i quali ogni costrutto concettuale è destinato a isterilirsi, e ogni metodologia a riprodursi in maniera puramente meccanica. Invitiamo perciò chiunque abbia vissuto significative esperienze inerenti questo campo e questo tipo d'intervento, a metterle in comune, insieme alle proprie riflessioni in merito.
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Indice dei contributi: * La sindrome di Prader Willi, Alice * Quella lezione un po' speciale. Racconto di una lezione di PAS, tra mediazione e "supervisione tra pari" * La riabilitazione cognitiva dell'anziano
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