FORMAZIONI ARTIFICIALI
I primi rimboschimenti artificiali italiani di Pino Loricato si trovano nel gruppo montuoso calabro-lucano a quota 1100-1700 metri sul livello del mare.
Gli impianti si devono all'ispettore forestale Brogi che negli anni 1958-60 fece mettere a dimora piante in località di Valico di Campo Tenese, Piano Ruggio, Serrale, Capo la Scala, Principessa e monte Grattaculo. La preparazione del suolo è stata fatta a gradoni e/o piazzole larghe 60-80 cm, sulle quali sono stati messi a dimora piantine distanziate tra loro di 2-3 metri. I rimboschimenti di 28-30 anni, quelli giovani di 16-20 anni e i giovanissimi di 8-10 anni realizzati nei gruppi montuosi del massiccio del Pollino con un'estensione di 60-70 ettari , confermano che nel 1997 ci sono stati i primi e buoni risultati. La specie è affidabile ed ha capacità ad affermarsi nel suo ambiente anche quello artificiale.
Il Pino Loricato si rivela l'unica aghifoglia che riesce a colonizzare territori impervi, rocciosi, terreni sfruttati da pascolo e degradati dagli incendi. Tuttavia è anche capace di dare buoni risultati su condizioni migliori del suolo, dopo i primi 10-15 anni dall'impianto artificiale.
Rispetto al Pino nero d'Austria, largamente impiantato nello stesso periodo, senza tener conto delle reali esigenze ambientali, il Pino Loricato offre tali vantaggi:
1) si dimostra più frugale, anche se ha inizialmente una crescita lenta;
2) resiste al clima d'altitudine, e ha caratteristiche montane;
3) si può adattare a qualsiasi condizione ambientale difficile;
4) svolge grazie all'apparato radicale, la funzione di proteggere il suolo e regolare la circolazione superficiale dell'acqua;
5) resiste agli attacchi parassitari;
6) le formazioni artificiali di 25-30 anni sono già in grado di produrre seme fertile e dare vita a formazioni naturali.