Gruppi Archeologici d'Italia

 
Ultimo Aggiornamento: 27 agosto 2001

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PROTEZIONE CIVILE - INTERVENTI


FIRENZE (1966) - in occasione di quell'alluvione, fu il nostro primo intervento caratterizzato dalla spontaneità e dalla necessità di intervenire con slancio giovanile al salvataggio di tanti beni culturali. Qui maturò l'impegno del volontariato culturale anche in occasione di calamità naturali. Non si parlava ancora di Protezione Civile, ma l'occasione fu propizia per dare avvio ad un nuovo impegno civile.

TUSCANIA (1971) - il Gruppo Archeologico Romano è stato il primo ed il più attivo artefice dell'intervento a Tuscania. Nella prima fase, a ridosso del disastro, l'impegno è stato rivolto al salvataggio delle persone ed allo sgombero delle case pericolanti. Successivamente l'intervento si incentrò nello sgombero del Museo Archeologico e nel recupero del prezioso rosone della Chiesa di San Pietro.

FRIULI (1976) - 350 iscritti ai Gruppi Archeologici d'Italia vi hanno lavorato (campo base a Trasaghis) ed in special modo a Gemona dall'11 maggio al 9 novembre: essi appartenevano ai Gruppi Archeologici Romano, Veneto, Trevigiano, Napoletano, Latino, Bolognese, Palermitano, Crotoniate ed Ernico, assicurando una presenza costante di una trentina di persone. Nel Duomo di Gemona venne recuperata l'ancona di Andrea Moranzone (a. 1391), codici miniati del Tesoro, un ostensorio, candelabri, altari, banchi di legno, paramenti del duecento, lapidi, un sarcofago, una fonte battesimale, una campana con incisioni, la statua della Pietà in arenaria policroma (arte danubiana), un Cristo in pietra del duecento, pale su tela, l'organo settecentesco con le canne di stagno, un gonfalone del 1260, l'archivio battesimale e quello delle corporazioni, un crocifisso ligneo del duecento collocato nella navata centrale, calici intarsiati, una croce d'argento con incastonature di madreperla ecc. ecc. Si intervenne anche in altre Chiese della Città (San Giovanni, Santa Maria in Fossale, Madonna delle Grazie, Santa Maria La Bella, Sant'Agnese). Inoltre, interventi sono avvenuti ad Osoppo (nella parrocchiale e nel castello), a Maiano, a Somplago, a Villa Santina, ad Amaro, a Pradielis, a Venzone.
Nel dicembre 1976 il Sindaco di Gemona, Ivano Benvenuti, inviò ai G.A. d'Italia, a nome del Comune, una targa-ricordo a riconoscenza per l'impegno dimostrato.
Nel 1986, a dieci anni dall'intervento, Mons. Pietro Brollo, allora vescovo di Gemona e proprio in questi mesi nominato arcivescovo di Udine, venne inaugurato il Duomo ricostruito. Durante una funzione religiosa, consegno ad Antonio Borrini e ad Antonio Stievano, in rappresentanza dei G.A.d'Italia due targhe commemorative per il lavoro svolto dai nostri volontari.

IRPINIA, (1980) - l'intervento dei G.A.d'Italia (Roma, Milano, ecc.) nacque spontaneamente per l'interessamento di alcuni soci, cui seguirono parecchi altri, e li ha visti impegnati in due fasi operative: - nella prima, con obiettivi logistici, nella località di Muro Lucano, nei giorni immediatamente a ridosso dell'evento sismico, ed ha visto i nostri soci impegnati nell'allestimento dei campi di primo soccorso, nonché di assistenza alle persone in difficoltà o isolate; - nella seconda, con una finalizzazione di salvaguardia tramite il censimento dei beni architettonici danneggiati dal sisma, nel Comune di Teora, di Sant'Angelo dei Lombardi, ecc., e con il recupero, all'interno delle strutture danneggiate, dei reperti archeologici e dei beni artistici. I risultati conseguiti sono stati: circa un migliaio i recuperi, 150 volontari impegnati nell'opera di soccorso, oltre mille le giornate di lavoro.

ALESSANDRIA (1994) - dopo l'alluvione verificatasi nella città, il G.A. Torinese intervenne in aiuto alle popolazioni del quartiere Orti per ripulire le abitazioni invase da una gran quantità di fango. E' stato un intervento modesto ma utile ed apprezzato dagli abitanti che ne hanno potuto beneficiare.

ASSISI (1998) - [fig. 1- La facciata della Basilica dopo il crollo] l'intervento ha registrato una delle pagine più gloriose per la nostra Associazione per quanto riguarda gli interventi di protezione civile e per quanto riguarda la motivazione che ha coinvolto così tanti iscritti. Nella prima fase dell'intervento, subito dopo il terremoto, a titolo personale, molti nostri soci, in quanto iscritti anche in altre organizzazioni di volontariato, sono intervenuti con la Croce Rossa, con i Vigili del Fuoco volontari, con gli Alpini, ecc. Tutti tornarono con l'entusiasmo di chi sapeva di essere stato utile e tutti riferirono che i beni culturali erano normalmente abbandonati e dimenticati, tranne la Basilica di Assisi.
Nella primavera del 1998, per iniziativa del "Centro Nazionale del Volontariato", fummo coinvolti per il recupero delle macerie del crollo avvenuto all'interno della Basilica, insieme a volontari dell'Istituto Centrale del Restauro di Viterbo, delle Opere di Misericordia, gente del luogo e stranieri di passaggio. Il materiale crollato era stato raccolto in oltre mille casse e si trattava di recuperare tutti i frammenti delle decorazioni e degli affreschi consistenti in quattro coppie di Santi (San Benedetto, San Pietro, la testa di San Domenico e la testa di San Francesco) del sottarco adiacente la controfacciata, una vela di Giotto con un Padre della Chiesa, San Girolamo (o San Rufino) ed un Evangelista di Cimabue, San Matteo. Fin dagli inizi, squadre di restauratori e di volontari si dedicarono al compito semidisperato di recuperare tutti i frammenti dipinti, e di ricollocarli al loro posto materialmente e virtualmente. Si doveva quindi individuare i frammenti degli affreschi e partire con il tentativo della loro ricomposizione. Le oltre mille casse andavano setacciate per individuare i frammenti e selezionarli per grandezza, colore, ecc.
A turni di una settimana, in un ambiente adattato alla circostanza e situato nella parte più bassa del complesso basilicale che era stato occupato dalle stalle, venne costituita una catena che permise di lavorare in modo costante e continuo da marzo a giugno e si arrivò ad estrarre dalle macerie e dalla polvere quanto si trovava di significativo per la successiva opera di restauro e ricomposizione. Soci dei G.A. d'Italia erano presenti in 5/6 unità tutte le settimane, per un totale di 78 unità diverse e per un totale di 560 giornate lavorative. Ora i risultati si possono vedere sul posto.
E' stata un'operazione che ha permesso allo spirito di un'associazione come la nostra di esprimersi andando oltre il compito assegnato, perché ha messo i volontari a confronto non solo con un bene d'arte di immenso valore culturale, ma anche con le popolazioni così duramente colpite.
Nel documento allegato e prodotto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali viene riconosciuto l'inetrvento dei "volontari"

TORINO (2000) - nel corso dell'alluvione che ha recentemente colpito Torino, la Dora Riparia, esondando dal suo alveo, ha invaso i sotterranei del Centro Piero della Francesca che contengono l'archivio dell'Università di Torino, dove sono custodite tutte le "Tesi di Laurea" degli studenti laureati. L'Università di Torino e la Soprintendenza Archivistica del Piemonte e Valle d'Aosta ha richiesto l'intervento del G.A. Torinese, come capofila dei volontari nell'operazione di recupero delle "tesi di laurea", in affiancamento ad un gruppo di lavoro già operante, sotto l'egida della Prefettura di Torino. All'operazione hanno aderito 12 soci del G.A.Torinese e 27 iscritti ad altre associazioni di volontariato culturale, iscrittisi al nostro Gruppo per la circostanza. L'operazione è ancora in corso.

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