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laboratori
del "fare"
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SCRITTURA NARRATIVA
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IL VIAGGIO NEL MEDIOEVO
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Era l'anno 800 dopo Cristo.
Un gruppo di pellegrini, provenienti dal Trevigiano, era in cammino verso
Santiago di Compostela.
Camminavano da molti giorni: erano stanchi, sfiniti e speravano di
raggiungere, prima della notte, un monastero benedettino per trovare
finalmente un po' di ospitalità.
Percorrevano la Via Franchigena, per passare a Sud delle Alpi e trovare
valichi più facili.
I secoli precedenti erano stati molto difficili: le città più grandi,
quelle sulle vie romane più importanti, erano state abbandonate perché
più volte invase dai popoli che provenivano dall'Est.
Le strade stesse erano invase da sterpaglie o si perdevano negli
acquitrini.
Viaggiare era pericoloso perché le strade spesso non indicavano più la
via giusta ed erano assediate da briganti, persone senza lavoro e reddito
che per sopravvivere rubavano.
La vegetazione, la boscaglia e l'acqua stagnante avevano coperto i campi
coltivati, ridotti ormai in piccoli spazi. Alcuni fiumi erano usciti dai
loro letti e avevano ridotto la pianura ad un enorme acquitrino. Il
commercio e le comunicazioni divennero sempre più rari.
La chiesa diventò un punto di riferimento per la sopravvivenza di
moltissime persone.
In tutta Europa sorsero così numerosi monasteri; la maggior parte seguiva
la regola di San Benedetto: prega e lavora.
Il monaco oltre alla ricerca di Dio era spesso un uomo bisognoso di pace e
di tranquillità che in quei tempi era difficile avere.
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I pellegrini continuavano il loro cammino e all'improvviso, su un colle
oltre il bosco, apparvero le mura di un monastero. Finalmente dopo tanto
cammino!
Il capo dei pellegrini bussò al portone. Il monaco Sebastiano, il
portinaio, chiese con voce calma: "Chi è?"
"Sono un povero pellegrino che cerca riposo, sono stanco e
affamato!"
"Sei solo?"
"Siamo un gruppo di pellegrini, veniamo dal trevigiano e siamo diretti
a Santiago di Compostela, con noi ci sono molte donne. Abbiamo qualche
ferito e i muli hanno bisogno di riposare."
Il portinaio allora li fece entrare. Ebbe pietà per quei poveretti anche
se nel monastero non c'era posto per le donne.
Il monaco sapeva che un viaggio durava anche dei mesi e che, prima di
partire, i pellegrini scrivevano il testamento perché sapevano che
avrebbero potuto non tornare più alle loro case.
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Il monaco Sebastiano li accompagnò nella foresteria e intanto chiamò
anche gli altri monaci.
"Monaco campanaro suona la campana, dobbiamo avvisare l'Abate e
riunire tutti i monaci!"
"Monaco cellario aggiungi acqua alla minestra perché gli ospiti sono
tanti stasera!"
"Monaco infermiere prepara le erbe perché ci sono delle donne malate
e una di loro ha una caviglia rotta!"
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I monaci si presero cura dei pellegrini nella foresteria.
Era una stanza alta con un lungo tavolo di legno al centro: i pellegrini
che erano accolti nei monasteri vi consumavano i loro pasti perché solo
raramente erano ammessi al cenobio.
Nella foresteria c'era anche un catino con dell'acqua calda: le donne
lavarono i panni dopo tanti giorni di viaggio.
In fondo alla stanza c'erano anche i cassoni e i pagliericci per riposare.
C'era tanta animazione nella foresteria: un monaco scaldava altra acqua al
focolare; un altro portava tuniche nuove; un altro sistemava i pagliericci.
Nel frattempo il capo dei pellegrini andò alle stalle per assicurarsi che
i muli avessero del fieno da mangiare.
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Quando furono rifocillati, i pellegrini
vennero accompagnati nella sala del capitolo dove li attendeva l'Abate.
L'Abate era il "padre" dei monaci e il capo del monastero.
Riuniva i monaci e i "neonati", monaci appena entrati nel
monastero, nella sala del capitolo dove si discutevano tutti gli argomenti
che riguardavano la vita del monastero e si leggevano i capitoli della
regola di San Benedetto.
"Potete rimanere alcuni giorni con noi per riposare. Dovete
rispettare le regole del convento e unirvi alle nostre preghiere."
"Vorremmo visitare tutti i luoghi del monastero e vedere le sacre
reliquie."
"Dovrete rispettare il silenzio e il lavoro dei monaci: essi dividono
il loro tempo tra la preghiera e il lavoro perché l'ozio è nemico
dell'anima." |
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I viaggiatori furono accompagnati
nell'Abbazia, la chiesa del monastero. Era il luogo più importante, con
l'abside rivolta ad oriente verso il sorgere del sole.
Era il vespro, il momento di preghiera prima della cena. I pellegrini
vennero accompagnati a vedere le reliquie nella parte più protetta della
chiesa. |
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Dopo le preghiere i pellegrini furono ammessi
in refettorio.
"Ho preparato un minestrone con dei legumi buonissimi"
"Basterà per tutti?"
"Ce n'è in abbondanza."
"Perché avete intrapreso questo viaggio?"
"Vogliamo raggiungere Santiago per chiedere una grazia."
Mentre mangiavano scese il silenzio e un monaco lettore si alzò per
leggere un brano della Bibbia.
Il refettorio aveva lunghi tavoli con panche. Era una stanza molto
luminosa di giorno e la sera era illuminata dalle candele e dal fuoco del
camino. |
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Mentre i monaci andavano a compieta, i
pellegrini finalmente poterono andare a dormire.
Dopo compieta anche i monaci andarono a dormire e il silenzio scese nel
monastero. Nel mezzo della notte la campana del monastero chiamò al
mattutino. Tutti i monaci silenziosamente raggiunsero l'Abbazia, mentre i
pellegrini continuavano a dormire. |
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Al sorgere del sole riprese la vita nel monastero.
Il monaco portinaio accompagnò un gruppo di pellegrini nello scriptorium.
I monasteri erano importanti centri spirituali e anche culturali dove si
studiava e si trascrivevano gli antichi testi greci, arabi e latini.
Nello scriptorium il monaco Tommaso stava copiando un'antica pergamena.
"Tommaso, guarda cosa hai fatto, hai macchiato la pergamena di
inchiostro rosso!"
"Ho fatto anche un sacco di errori per copiare questo testo latino.
Dovrò grattare con la pomice per cancellare." |
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Lo scriptorium, come tutti i locali del
monastero, si affacciava nel chiostro.
Nel giardino all'interno del chiostro c'era l'orto botanico che i monaci
chiamavano l'orto dei semplici. Venivano coltivate le piante officinali
che servivano per preparare i medicinali.
Tutto quello che serviva alla vita dei monaci veniva prodotto all'interno
del monastero.
I monaci allevavano animali e coltivavano i campi. |
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All'interno del monastero avevano anche il
mulino per macinare i cereali. |
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I pellegrini, dopo aver trascorso alcuni giorni
di riposo e di preghiera, prepararono i loro carri e ripresero il loro
lungo viaggio verso la Spagna. |
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