L'ARTE di SCRIVERE 
 Sito di arte e letteratura di La Torre Maria Cristina
      
                        
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Racconti 
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          RACCONTI 
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               L’UOMO CHE NON AMAVA IL NATALE.    
 
Molto tempo fa, in una cittadina della Scozia, viveva un uomo che non amava il Natale. Il signor Jonathan McCarty , non amava l’aria sdolcinata che si viveva nel periodo di Natale, lui lavorava in un agenzia di trasporti, sembrava che ciò che gli interessava era solo il suo lavoro, almeno questo pensava sua moglie Elisabeth. Il signor Jonathan e sua moglie avevano due figli piccoli, Jimmy di cinque anni e Lizzy di tre anni appena. Si è giunti quasi alla fine del 1901 e un altro anno sta per finire, il Natale sta per arrivare e la signora Elisabeth  si sta preparando per questa magica festa. Lei è molto felice quando arriva questa festività, la riempie di gioia, negli ultimi cinque anni si diverte di più perché con i suoi due bambini prepara molte cose per il Natale, decorazioni da appendere all’albero, dolci, regali…Non può contare sull’aiuto del marito, perché ogni volta che si avvicina questa festa lui, nel suo tempo libero si chiude nel suo studio e legge quei noiosi libri di meccanica e ingegneria, questo è uno dei suoi interessi. Elisabeth sapendo che il marito è nello studio, non cerca nemmeno di disturbarlo. Anche se vuole molto bene a suo marito, non riesce a comprendere perché si comporta in quel modo, lui non vuole che gli si parli del Natale, ma intanto lei pensa a far divertire i suoi figli. La vigilia di Natale sta arrivando ed Elisabeth sta preparando i biscotti allo zenzero e al cioccolato, la casa è già addobbata con le decorazioni natalizie. Ormai sono tutti presi dall’euforia del Natale tranne Jonathan. Elisabeth vuol fare qualche regalino ai suoi bambini e ne parla al marito di questa sua decisione. << Caro, la vigilia sta arrivando, volevo fare qualche regalo ai nostri bambini, ho visto dei giocattoli al negozio del signor Wilford, …costano poco>>, attende un consenso positivo dal marito.  
<< Regali?>> esclamò incredulo Jonathan. << Si, sai l’anno scorso non gli abbiamo fatto nessun regalo e loro ci sono rimasti male, credevano che Santa Claus non gli voleva bene>>.  
<< Che centra Santa Claus, non è mica lui che fa i regali, sono i miei soldi!>>. << Non dire così, loro devono credere a Santa Claus, permettili di credere, almeno fin quando sono piccoli>>. << Non mi interessa se ci credono o meno, questo Santa Claus non  esiste, e non dobbiamo sprecare denaro per degli stupidi giocattoli, i nostri bambini già hanno dei giocattoli e non hanno bisogno di altri>>.  
<< Ma ascoltami, abbiamo risparmiato durante tutto l’anno,non gli facciamo nessun regalo per tutto l’anno, almeno fa che siano felici a Natale>>. << Non voglio più sentir parlare di questa storia>> disse stufo Jonathan, si siede sulla sua poltrona preferita posta vicino al camino. << Mamma, mamma>> gridò Jimmy, scendendo dalle scale del piano superiore della casa, seguito dalla sorellina. I due bambini erano felici ed eccitati, avevano in mano delle letterine di Natale. 
 << Mamma scriviamo le letterine a Santa Claus ?>> disse Jimmy. << Mammina  scriviamo le letterine…>> ripete Lizzy imitando il fratellino. << Si, venite qua , ora le scriveremo delle belle letterine, così potrete chiedere a Santa Claus tutti i regali che volete>>.  
Si sedettero intorno al tavolo e incominciarono a colorare e scrivere le letterine, naturalmente era la mamma a scriverle e i figlioletti dettavano ciò che volevano in dono. Elisabeth incominciò a scrivere e ripeteva ad alta voce << Caro Santa Claus, io mi chiamo Jimmy McCarty e sono un bambino buono, per questo Natale desidero ricevere tanti doni…, allora cosa vuoi ricevere da Santa  Claus ?>> chiese la madre. << Scrivi, voglio un trenino, una palla, un cagnolino….>> disse Jimmy. << Allora …un trenino, una palla ….>> ripeté la madre trascrivendo ciò che diceva suo figlio.  
<<E un cagnolino…>> ripeté Jimmy. <<…e un cagnolino..>> disse Elisabeth. << …poi, poi scrivi…ti voglio bene da Jimmy>>.  
<< Va bene, ho scritto, ora tocca alla mia piccolina, vieni dalla mamma>> disse prendendola in braccio e la fece sedere sulle sue gambe. << Cosa scrivo, quali doni vuoi ?>> gli chiese la madre.  
<< Voglio, voglio una bambola, una palla, …e e e>>. La madre scrive, ma la figlia la interrompe <<No, aspetta, …poi voglio un cagnolino, le tazzine, le caramelle, poi ancora una bambola…>>.  
<< Quanti doni vuoi….!>> disse sorridendo la madre e l’abbracciò. << Stasera non si cena ?>> si lamentò Jonathan.  
<< La cena è pronta, ora ci mettiamo a tavola>> disse spazientita Elisabeth, osservando suo marito che era di malumore più del solito. Mise in fretta le letterine sul camino e andò a servire la cena. Prima di cenare, Elisabeth congiunse le mani e incominciò a pronunciare la preghiera di ringraziamento. << Buon Dio ti ringraziamo per questo cibo che ci doni e per l’amore e la pace che regni sempre nella nostra famiglia>>. La cena proseguì silenziosa, Jonathan non disse una parola. Finita la cena va a sedersi sulla poltrona davanti al camino e sorseggia un po’ di Wiscky. Invece i due piccoli della casa sono intenti a giocare vicino all’albero di Natale. Dopo un po’ si sente cantare fuori nella strada, i due bambini corrono alla finestra per vedere cosa stia succedendo e Jimmy grida << Mamma, mamma, corri ci sono le canzoni>>. Elisabeth corre alla finestra,  
<< Che bello, andiamo ad ascoltare fuori>>. I due bambini gridano di gioia, << Prima mettete i cappottini, perché fuori fa freddo>>. Infilati il cappottino, il cappello, sciarpa e guanti, escono fuori sulla neve, ci sono i cantori che cantano le melodie natalizie vestiti con abiti tradizionali per la festa di Natale. <<Caro vieni a vedere, vieni, senti che belle melodie….>>. << Entrate dentro, …fate entrare il freddo in casa>> disse Jonathan il quale si alza dalla poltrona arrabbiato e trascina dentro casa la moglie e i figli. << No, vogliamo ascoltare>> grida la piccola Lizzy dispiaciuta. <<No, dentro>> esclamò con tono energico il padre. << Basta,  mi hai stufata, se a te non piace il Natale, non vuol dire che gli altri non devono festeggiarlo>> esclamò Elisabeth. << Qui si fa solo quello che dico io, se ci sono io non si festeggia il natale>> borbottò Jonathan, prese le lettere di Natale dei bambini e le strappò e le buttò nel camino acceso, poi strappò le decorazioni che erano poste sul camino. 
I bambini nel vedere quelle azioni si misero a piangere, la madre però li rassicurò, <<No, non piangete>>. << Le letterine, ora, ora Santa Claus come saprà che regali portarci>> disse singhiozzando Jimmy. << No, non piangere, Santa Claus lo sa già, non preoccuparti, ora andate nella vostra cameretta, fra poco vi raggiungo per mettervi a letto, su andate>>. I bambini salirono la scalinata che portava alla loro camera al piano di sopra, sconsolati e ancora singhiozzando.  
<< Sei impazzito, perché hai fatto una cosa simile, poi proprio davanti ai bambini, che cosa hai nel cuore, cosa hai contro il Natale ?>> disse arrabbiata Elisabeth.     Ma il marito non disse nulla e se ne andò nello studio. Elisabeth invece andò nella camera dei suoi ragazzi e li mise a letto e gli disse << Non preoccupatevi per i doni, se li desiderate con tutto il cuore vedrete che Santa Claus vi ascolterà, …non pensate male del vostro babbo, non l’ha fatto con cattiveria, è solo che lui ha molte preoccupazioni e deve pensare a molte cose e non ha tempo per pensare al Natale, ora però dormite, se no, se state svegli questa notte Santa Claus non potrà portarvi i regali>>. Diede il bacio della buonanotte ai suoi piccoli, spegne la luce e se ne andò giù in salotto. Però quando vi arrivò trovò il marito davanti al camino con chiodi e martello.<< Che cosa stai facendo ?>> chiese. << Niente, sto solo chiudendo il camino>>. 
<< E lo fai con tavole e chiodi ?>>. <<Si>>. << Perché lo fai ?>>. << Per non far entrare nella mia casa Santa Claus >>.               
 << Ma se non credi alla sua esistenza, perché blocchi il camino ?>>. << Per qualsiasi eventualità, anche se c’è una minima probabilità, anche se la trovo impossibile, ma anche se esistesse Santa Claus, non lo faccio entrare in casa mia>>. Elisabeth guardava incredula ciò che stava facendo suo marito, ma lo lasciò fare, credendo che gli sarebbe passato subito, lasciando il marito nel suo da fare se ne andò a dormire. Jonathan invece finito con il camino, chiese tutte le finestre e la porta d’ingresso rassicurandosi che nessun omone vestito di rosso sarebbe entrato in casa sua, poi se ne andò a letto a dormire. Passa qualche ora e l’orologio a pendolo appeso al muro in salotto segna l’una di notte, d’un tratto nella casa si sente un gran tonfo e un urlo. Elisabeth si sveglia allarmata, anche Jonathan si sveglia, << cosa è successo, cos’era quel rumore, …i bambini>> disse preoccupata Elisabeth. << Ora vado a vedere>> disse il marito e preso il candelabro che aveva sul comodino uscì dalla stanza. << Non saranno mica i ladri?>> disse Elisabeth seguendo il marito.  Jimmy e Lizzy escono dalla loro camera, svegliato dal forte rumore, corrono spaventati ed esclamano << Papà, mamma>>, abbracciano i loro genitori. Scendono in salotto, da dove pensano che provenga il rumore, entrano in salotto, meravigliati trovano tra la fuliggine e la cenere del camino un uomo grande e grosso, tutto vestito di rosso e con la barba e capelli bianchi, l’uomo sconosciuto era tutto sporco di fuliggine, vicino a lui c’era un grosso sacco pieno di regali. << chi siete, cosa ci fate in casa mia ?>> disse Jonathan brandendo minaccioso il candelabro. << Ohi, ohi, …che male>> esclamò l’omone. << Chi siete?>> chiese di nuovo Jonathan.  
<< Papà, ma è Santa Claus>> disse meravigliato Jimmy. 
<< Cosa stai dicendo !>> bisbigliò il padre. << che male, ma chi è quel pazzo che ha chiuso il camino, rischiavo di rompermi l’osso del collo>> disse ancora indolenzito l’uomo. <<Sono io quel pazzo>>.  
<< E lo dici pure, cosa ti girava nella testa, volevi uccidere Santa Claus !!>> disse l’uomo mentre cercava di alzarsi da terra, Elisabeth si avvicino all’uomo e lo aiutò ad alzarsi. << che bello è proprio Santa Claus>> gridarono felici i bambini. <<Venite a sedervi sulla poltrona, speriamo che non vi siete fatto niente di male>> disse Elisabeth.   << Hai, la gamba>>. << Vi fa male la gamba>>.  
<<Si, credo che si sia rotta>>. <<Mio Dio, Jonathan, bisogna chiamare un medico ….>>. << Non vi preoccupate signora, non è niente di grave>>. <<Siete tutto pieno di fuliggine, sarà meglio che vi togliete il vestito, proverò a togliere un po’ di fuliggine, Jonathan aiuta Santa Claus a togliere l’abito>>. << Mi dispiace che vi siete fatto male alla gamba, …vado a chiamare un medico>> disse Jonathan ancora un po’ sbalordito. << Non vi preoccupate, basterà che io chiami i miei folletti e mi aiuteranno, con questa gamba rotta non posso di certo ritornare sulla slitta>>. << Jimmy, Lizzy, c’è Santa Claus, perché state lì fermi, avete paura ?>> disse la madre.  
<<No, venite qua piccolini, mica vi faccio paura?>>. I bambini andarono vicino a Santa Claus, erano emozionati. <<Sa hanno tanto desiderato vedervi e ora che ci siete veramente si vergognano>>.  
<< Vi vergognate ?>> chiese Santa Claus. <<No>> dissero piano in coro i due bambini. << Ora vi faccio vedere una bella cosa>>, disse l’uomo e prese dalla tasca della casacca che nel frattempo Elisabeth l’aveva ripulita, l’uomo dal vestito rosso prese dalla tasca un piccolo flauto e disse ai bambini << Non sapete cos’è questo?>>. <<No>> rispose Jimmy. << questo è un flauto magico che serva per chiamare i miei folletti, così loro mi porteranno al polo nord e all’istante mi faranno guarire la gamba>>. Santa Claus suonò alcune note col flauto magico e i due bambini sorrisero felici. << Ecco fatto, fra un po’ di tempo verranno i folletti e anche voi li potrete vedere>> disse gioiosamente Santa Claus. <<come farete a portare i regali a tutti i bambini,  farete in tempo?>>. << Si, alla vigilia di Natale il tempo per Santa Claus si ferma, così posso portare i regali a tutti i bambini del mondo>>. <<Meno male >> disse rassicurata Elisabeth, poi guardò il marito che sembrava ancora incredulo nel constatare che Santa Claus esisteva veramente, stava lì in mezzo al salotto ancora imbambolato. La moglie gli andò vicino e gli bisbigliò <<Cosa fai, hai visto che esiste davvero, …ora cosa facciamo?>>. Jonathan ritornò in se e rispose alla moglie <<Niente, aspettiamo che lo vengono a prendere>>. << Ora ti prego togli tutte quelle tavole rotte, ancora si fa male qualcun’altro>>. Mentre Jonathan ripulisce davanti al camino, la moglie disse a Santa Claus << Ora che ne dite di bere una tazza di cioccolata calda e dei biscotti, vi riscalderanno, con tutto quel freddo che fa sui tetti>>. << Oh, grazie li prendo volentieri, …sapete bambini io sono proprio goloso di cioccolata e biscotti, lo si può notare anche dal mio pancione che sono goloso, …non è vero!>> disse ridendo. Assaggiò i biscotti, << Mhm, buoni>>. <<Gli abbiamo fatto noi>> disse la piccola Lizzy. << Davvero, ma allora sei brava>>. << Vuoi sentire una canzone>> disse sorridendo Lizzy. << Sai anche cantare, ma che brava bambina>>.  
Lizzy incomincia a canticchiare una canzoncina di Natale, si trovano tutti intorno a Santa Claus, si divertono tutti, cantano, ridono, tranne Jonathan. Santa Claus nota il distacco dell’uomo e chiede a Jimmy, <<Al tuo papà non piace cantare, perché non lo vai a chiamare?>>. << no, al babbo non gli piace il Natale, si arrabbia>>.  
<< Ha fatto una cosa>> disse imbronciata Lizzy. <<Cosa?>> chiese meravigliato S. Claus. Lizzy andò a bisbigliare all’orecchio dell’uomo affinché il padre non la sentisse, << Ha rotto le letterine che abbiamo scritto per te, …e…e ora tu non sai cosa vogliamo per regalo>>.  
<< Invece lo so che regali volete>>. << E come fai?>>.  
<<Io faccio la magia, so tutto>>.  <<E lo sai perché al babbo non gli piace il Natale ?>> chiese Jimmy. <<Io lo so ma è vostro padre che lo deve capire>>. Jonathan guarda la sua famiglia che si diverte con S. Claus, diventa un po’ geloso, sembrava che volessero più bene a S. Claus che a lui. La moglie gli va vicino e gli chiede << Perché non vieni anche tu vicino a noi, dai vieni a divertirti>>. <<No>> rispose il marito. <<Ma cosa hai contro S. Claus , con il Natale, …non vedi come sono felici i nostri bambini, non vuoi che siano felici ?>>.  
<<Si, e solo che lui non è stato buono con me, non mi ha reso felice, …quando ero bambino non credevo a lui, mio padre mi fece convincere subito della sua inesistenza, non mi ha mai portato nessun regalo>>. Nell’aria si sentono dei campanelli tintinnare, scendono dal camino alcuni folletti, i bambini sono estasiati nel vederli.  
<<Signora è ora che me ne vada>>. <<Santa Claus le vorrei chiedere, può aiutare mio marito ad essere un po’ più felice, non so perché è  così…>>. << Io lo conosco da quando era bambino, ora è così perché, quando era piccolo la sua famiglia non festeggiava il Natale e non credeva alla  mia esistenza, e lui da bambino vedendo che gli altri bambini ricevevano regali ed erano felici, lui si rattristava e il suo cuore si induriva>>. <<Ma è possibile che gli sia rimasto ancora adesso quella tristezza ?>>. <<Forse si, ma quello che ha bisogno vostro marito è di essere amato, sentirsi importante, perché in una casa dove c’è amore e bontà l’ha vivo anch’io>>.  
<<Grazie Santa Claus>> disse Elisabeth. Santa Claus salutando la signora e i bambini se ne andò con l’aiuto dei folletti.  
<< Bambini guardate cosa ha rimasto sotto l’albero S. Claus, credo che siano regali per voi>>. I bambini andarono di corsa a scartare i regali, <<Papà mi aiuti ad aprire questo regalo, non c’è la faccio>> disse Jimmy, Jonathan aiutò suo figlio, Elisabeth vedendolo con l’aria triste lo baciò e lo abbracciò. Lizzy imitando il fratellino si fece aiutare anche lei dal padre per aprire i regali, tutti si ritrovarono sotto l’albero, finirono di passare così la vigilia di Natale, sereni e felici, come una famiglia veramente unita.  
  
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