UNA   CASA    IN    NICARAGUA    PER    BAMBINI    E   FAMIGLIE    IN    GRAVI     DIFFICOLTA'

Il Contesto 

Il Problema

Gli obiettivi

Il luogo

Le fasi del   progetto

I finanziamenti

L'organizzazione

 

 

Azione 1:  CASE ACCOGLIENZA

La prima azione consisterà nell’attivare un centro d’accoglienza a carattere residenziale destinato a ricevere bambini in condizioni di grave abbandono o al limite della sopravvivenza psico-fisica. Il centro sarà situato in un ambiente dotato di adeguate dimensioni e dei requisiti strutturali necessari ad un buon funzionamento secondo i parametri di valutazione locale. Nel corso del primo biennio (2003-2004), il centro si comporrà di due case-famiglia, che conterranno ciascuna un numero massimo di 15 persone. 

Questa capienza consentirà di gestire ciascuna casa e le sue attività quotidiane con i criteri di familiarità necessari ad un proficuo lavoro educativo. Si tratterà dunque di case le cui proporzioni numeriche non si discosteranno di molto da quelle di un’unità domestica media, i cui componenti si aggirano spesso sulle dieci unità. Negli anni successivi al biennio di avviamento, il numero delle case, e di conseguenza il numero dei minori beneficiari, potrà crescere nella misura in cui cresceranno le risorse finanziarie e le capacità ricettive del progetto.

Dal punto di vista logistico-organizzativo le case-famiglia si struttureranno in forma autonoma, esercitando sia azioni di accoglienze di lunga durata, sia modalità d’intervento assimilabili a quel genere di cura che nel lessico dei servizi sociali italiani si definisce come “cura sollievo”. L’opportunità di poter fruire di cure sollievo andrà a beneficio soprattutto delle famiglie contadine indigenti, che non essendo in grado di sostenere le spese mediche per la cura dei figli nell’ospedale di Matagalpa, trarrebbero grande vantaggio dal fatto di poter disporre di una struttura di assistenza temporanea che si facesse carico dei loro figli nei periodi di malattia e convalescenza.

Di conseguenza le case famiglia saranno caratterizzate da notevole flessibilità operativa ed i minori vi potranno permanere per periodi di tempo variabili a seconda dei casi. In totale si ipotizza un numero di 20 minori beneficiati ogni anno in qualità di ospiti permanenti e di 180 beneficiati annualmente come beneficiari di cure sollievo.

Tale impostazione organizzativa è compatibile con le caratteristiche culturali della famiglia nicaraguense, nella quale è costume accudire per periodi più o meno prolungati i figli di parenti e vicini che non possono essere allevati dai genitori biologici. Oltre ad una figura professionale di direttrice e ad una infermiera, il centro si avvarrà della partecipazione di quattro madri di famiglia con ruolo di educatrici. Costoro, in virtù della loro vocazione e della loro esperienza educativa precedente, risiederanno permanentemente nella struttura con il compito di dare attenzione quotidiana ai minori ospiti. In tal modo un costume culturale localmente radicato -l’adozione informale dei bimbi di famiglie altrui- sarà valorizzato nel quadro di un impianto organizzativo che salvaguarderà i principi della professionalità e della qualità dell’intervento, grazie alla presenza ed alla supervisione costante delle figure di coordinamento. Il centro individuerà la propria utenza mediante un lavoro di coordinamento e di continua interazione operativa con i servizi sociali, le parrocchie, i leaders di comunità e le Ong, presenti sia nelle aree rurali sia nei quartieri marginali urbani del Dipartimento.

       

 

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