UNA   CASA    IN    NICARAGUA    PER    BAMBINI    E   FAMIGLIE    IN    GRAVI     DIFFICOLTA'

Il Contesto 

Il Problema

Gli obiettivi

Il luogo

Le fasi del   progetto

I finanziamenti

L'organizzazione

 

 

Relazione sullo stato di avanzamento del
Progetto Artina


A cura di Vittorio Rinaldi
LUGLIO 2003

L’idea di realizzare un intervento di cooperazione internazionale a favore dell’infanzia nicaraguese a rischio di sopravvivenza, maturò nella primavera del 2001 all’interno del gruppo di volontariato Mani Amiche di Stezzano, su proposta di alcuni ex-volontari nel piccolo paese centroamericano. Subito l’idea riscosse l’interesse e l’appoggio della Cooperativa sociale Orion di Bergamo, che produsse un primo deplian di pubblicizzazione della proposta e se ne fece divulgatrice all’interno del mondo delle cooperative sociali bergamasche. In seguito l’idea venne diffusa e condivisa in una rete di soggetti più ampia, composta anche da cooperative profit, aziende, istituti di credito, singoli amici e gruppi di diversa natura, che via via si attivarono per raccogliere i fondi necessari all’avvio dell’operazione. Proprio con i fondi raccolti da questa rete di donatori si sono mossi i primi passi del progetto nell’autunno del 2002.
Tra queste due date –primavera 2001 / autunno 2002- si collocano due viaggi intermedi, realizzati da alcuni volontari del gruppo promotore insieme al coordinatore del progetto -il responsabile dell’ufficio progetti di Orion già volontario per diversi anni in Nicaragua-, durante i quali sono stati esaminati tutti i risvolti legati alla costruzione ex-novo di un progetto a beneficio dell’infanzia: condizioni di fattibilità, modello organizzativo, partnerships, possibili sedi per la messa in atto dell’iniziativa, risorse umane, costi, opzioni per la sostenibilità.
Alla luce dei dati raccolti in loco nel corso di questi due viaggi si è così giunti all’individuazione di un ambito territoriale circoscritto –il Municipio di San Ramon della Provincia di Matagalpa duramente colpito dalla crisi del caffè degli ultimi anni; si sono scelte due controparti locali con cui gestire l’operazione –l’organismo locale Popul Vuh e l’Associazione di medici Arcoiris- , nonché di un luogo fisico adeguato ai fini del raggiungimento dell’obiettivo. Nella frazione La Laguna del Municipio di San Ramon si è infatti individuato un edificio costruito in solida muratura, che in passato aveva funto da casa di residenza dell’antico proprietario terriero e che ora si trovava in stato di abbandono per mancanza di manutenzione. In virtù di un accordo pluriennale, stipulato con la comunità degli abitanti nella località della Laguna e ratificato dall’Amministrazione Comunale di San Ramon, l’edificio è stato concesso al progetto per farne un centro di cura e accoglienza per bambini a rischio di gravi forme di morbilità o di decesso a causa delle condizioni di cronica denutrizione. Con loro si è stabilito che i bambini ospitati dal centro proverranno dalle famiglie contadine più indigenti del Municipio e potranno riedere nel centro per il tempo necessario al loro recupero psicofisico in compagnia delle rispettive madri.
A partire dal mese di ottobre 2002, il progetto ha quindi cominciato a prendere corpo fisicamente; ai fini della movimentazione di materiali e persone è stata acquistata una jeep ad uso promiscuo e un volontario bergamasco con competenze specifiche , Diego Ghislandi, si è recato in loco per organizzare i lavori di ristrutturazione, tinteggiatura e rifacimento della casa, eseguiti con ausilio di mano d’opera locale e conclusisi –come da previsione- nel mese di maggio del 2003. 

Nel mese di giugno il coordinatore del progetto si è recato in Nicaragua e insieme ai referenti delle controparti locali ha proceduto alla scelta del personale incaricato della gestione del centro, selezionando un totale di 11 figure: una direttrice, una infermiera, una educatrice, un promotore di sviluppo, due addette alla cucina, due addette alle pulizie, un addetto alle manutenzioni e due custodi. Il numero e la composizione del personale sono stati decisi insieme alle controparti locali e cercando di combinare due ordini di esigenze diverse: da una parte i bisogni professionali legati alla tipologia di servizio offerta dal centro e dall’altra l’esigenza di coinvolgere il maggior numero possibile di famiglie della comunità locale, al fine di aumentare il grado di coinvolgimento della stessa nello sviluppo del progetto e quindi le sue possibilità di successo sul lungo termine. In quest’ottica va vista la scelta, effettuata dal gruppo di selezione, di lasciare quattro degli undici impieghi come posti di lavoro rotativi, occupati cioè alternativamente ogni due o tre mesi da madri di famiglia diverse, così da consentire ad un maggior numero di unità domestiche di beneficiare delle risorse finanziarie messe in circolazione dal progetto.
Alla missione di giugno hanno partecipato anche due volontarie, studentesse di un corso post-laurea dell’Università di Bergamo. Oltre a raccogliere i materiali per la loro tesi, relativa alle metodologie di valutazione del progetto, le volontarie hanno attivamente collaborato con il personale locale all’acquisto dell’arredamento, delle suppellettili e delle altre forniture necessarie all’apertura del servizio.
Grazie al lavoro di mappatura epidemiologica realizzato dall’Associazione Arcoiris durante le consulte effettuate sul territorio nei mesi precedenti, si sono individuati i casi più gravi presenti sul territorio da inserire per primi nella struttura una volta aperta. Con i medici di Arcoiris, che garantiranno la supervisione medico-pediatrica del centro, si è provveduto anche a definire la composizione delle diete, la strumentazione e le tipologie di farmaci necessari per un’adeguata messa in funzione del servizio.
Dall’inizio di luglio si è cominciato ad assumere il personale selezionato e la figura di direzione del Centro ha cominciato a prendere contatto con le famiglie preselezionate, cioè quelle con i casi di denutrizione più seria presenti nel Municipio, al fine di predisporre il loro ricovero nella struttura della Laguna. A partire dalla metà di luglio i primi bambini hanno cominciato ad affluire al Centro Artina.
Complessivamente si prevede di raggiungere un primo tetto di 15 bimbi ospiti entro la fine di agosto e quindi di riempire il resto dei posti disponibili –altri 15- progressivamente nel secondo semestre dell’anno.


Nel corso del primo semestre del 2003 sono stati mossi significativi passi anche sul versante economico-produttivo del progetto. In particolare si è portato a termine l’acquisto del terreno e degli animali con cui si intende allestire il piccolo allevamento che fornirà alcuni dei prodotti alimentari essenziali per i consumi del Centro Artina: uova, latte, carne. In totale sono stati comperate 3 vacche con relativi vitelli, 50 galline, 4 pecore e 2 scrofe, oltre ad un appezzamento di terra finalizzato alla pastorizia dei suddetti animali, delle dimensioni di circa 3 ettari e situato nella località denominata Trentino, a pochi kilometri dalla sede del Centro Artina. L’allevamento sarà gestito da un agricoltore locale in base ad un contratto “a medias”, in virtù del quale la metà dei prodotti e dei cuccioli degli animali saranno destinati al progetto e l’altra metà rimarrà al produttore.
Nel corso della missione di giugno sono stati inoltre raccolti ulteriori elementi utili per lo sviluppo della seconda azione di carattere economico-produttiva prevista dal progetto, ovverosia l’organizzazione di un’impresa di commercializzazione di prodotti agricoli finalizzata alla generazione di reddito per la copertura dei costi del centro. L’impresa all’atto pratico consisterà nell’attivare due camions destinati al trasporto di derrate agricole, che verranno acquistate nella zona di San Ramon, immagazzinate nei locali disponibili presso la Laguna e poi rivendute nei mercati urbani di Matagalpa e delle altre città del Nicaragua. Durante i periodi morti del ciclo produttivo, i camions saranno affittati alle grandi aziende presenti in loco (aziende di allevamento, Parmalat, produttori di caffè, ecc.), che periodicamente prendono in affitto mezzi di trasporto da privati della zona per la consegna delle merci nei mercati urbani. L’acquisto del primo camion sarà effettuato entro l’anno, di modo che l’impresa possa dare inizio alle sue attività nel primo semestre 2004.

 

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