Ogni daira raggruppa una popolazione di circa 4-6 mila abitanti suddivisi in 4 barrios (talvolta 5, corrispondenti dei quartieri) risuddivisi in file di tende. Al centro dei quartieri si trova la costruzione che ospita le attività amministrative della daira ed il dispensario. La popolazione residente nelle tendopoli è composta principalmente da bambini, anziani, donne e pochi uomini in età adulta. Le donne sono quindi la forza attiva di questa società e portano avanti tutte le attività della famiglia e della maternità e tutte le attività necessarie al mantenimento del buon funzionamento dei servizi nella daira, compresa la sanità. Quasi tutte le donne sono inserite in uno dei cinque comitati popolari:

   * giustizia,
   * artigianato e produzione,
   * approvvigionamenti alimentari,
   * educazione
   * salute.

Ogni Comitato e formato da un numero variabile di componenti a seconda delle dimensioni della daira, ma mediamente ci sono circa 30-50 membri. Il Comitato di Salute ha tre funzioni principali:

   * la sorveglianza materno-infantile,
   * la prevenzione e l'igiene ambientale,
   * ed il lavoro presso il dispensario.

Per la sorveglianza materno-infantile ci sono 3-4 donne per ogni barrio che tengono costantemente sotto controllo le donne gravide, le puerpere ed i neonati fino ad un'età di circa 3 anni. Per la gravidanza esiste un programma di prevenzione che consiste in visite mensili fino al 7° mese di gravidanza ed ogni 15 giorni per il restante periodo. Quando la madre è molto giovane viene ricoverata all'8° mese in modo da educarla al puerperio.
L'anemia ferropriva è particolarmente diffusa nei campi (in uno studio del 1986 si affermava che questa carenza aveva un'incidenza del 60% sulla donne in gravidanza), per questo, quando le scorte lo consentono, le donne incinte ricevono del ferro, acido ascorbico, acido folico e multivitamine a titolo preventivo. Le donne gravide ricevono una visita quotidiana da parte del Comitato di Salute che si accerta delle condizioni generali di benessere, eventuali necessità ed annota tutto su uno speciale registro perle gravidanze.
Il parto avviene presso gli ospedali provinciali con una netta predominanza, soprattutto per le primipare. Le scadenti condizioni nutrizionali e di riserva di ferro costringono spesso i sanitari a trasfondere sangue prima dal parto con grossi rischi di trasmissione di infezioni (il citato studio del 1986 evidenziava una prevalenza del 10% di positività all'epatite virale di tipo B nella popolazione.
Ogni ospedale provinciale ha a disposizione una sala parto con una dotazione tecnica sufficiente per i parti semplici, ma la difficoltà generale ad avere sterilità ed igiene può complicare anche parti non difficili. La tendenza generale delle madri è quella di partorire negli ospedali, ma talvolta, specie per le donne più adulte, partoriscono nelle tende, assistite dalle donne del Comitato di Salute (che svolgono questo compito informalmente) o da amiche. Il governo saharawi ha investito molto sulla maternità incentivando il parto in ospedale perché può offrire più sicurezza, disincentivando l'uso di anticoncezionali, facendo propaganda politica; tutto questo rientra nella politica generale di aumento del numero dei saharawi a causa del conflitto.
La nascita è registrata a cura del Comitato che la trasmette anche al ministero al fine di programmare le vaccinazioni. Questo importante compito è loro affidato perché è l'unico organismo in grado di tenere costanti rapporti con le madri. Il Comitato ha a disposizione un calendario delle presenze in quella daira dei vaccini e si incarica di informare le madri dell'importanza della vaccinazione e delle date in cui verrà effettuata (se necessario vengono obbligate, ma questo accade raramente).                                     Il calendario vaccinale è stato stilato assieme all'U.N.I.C.E.F., ma ha subito delle modifiche da quando, nel 1987 dopo un'interruzione della catena del freddo, si è manifestata un'epidemia di casi di poliomielite ( circa 40).
Adesso i vaccini (provenienti in massima parte dall'Algeria) sono conservati in celle frigorifere vicino al centro governativo, gestite da un apposito dipartimento ministeriale e trasportati alle daira il giorno stesso della somministrazione con un camion frigorifero, inoltre, nel periodo estivo si sospendono alcune di quelle differibili.
Il calendario è così strutturato:

   * anti-tubercolosi: BCG alla nascita e richiamo a 10 anni
   * anti-difterite, tetano, pertosse e poliomielite: DTPpolio a 3,4,5,12  mesi ed a 5 anni
   * anti-morbillo, rosolia, parotite: ad 1 anno
   * anti-meningoencefalite: ogni 3 anni coinvolgendo anche gli adulti
   * anti-colera: solo in caso di epidemie
   * prevenzione per il tracoma: solo per i bambini con una profilassi per  3 mesi
(non ci sono ulteriori specificazioni, ma questo programma è attuata solo da qualche mese anche da O.N.G. italiane).
Il Comitato di Salute si incarica, inoltre, di provvedere alle necessità alimentari particolari della puerpera e del bambino, se necessario vengono ospitate per brevi periodi presso centri di prevenzione appositi dove ricevono alimentazione adeguata, consigli sull'allattamento e per la crescita del bambino, attenzioni sanitarie, ma le scorte, talvolta, sono insufficienti per garantire razioni supplementari a tutte le puerpere.
Il livello culturale delle madri è ancora scarso, nonostante gli sforzi compiuti dal governo, e la partecipazione alle giornate di educazione sanitaria effettuate alla daira non coprono tutte le esigenze informative e di educazione delle madri; il Comitato di Salute è tenuto, allora, ad occuparsi delle condizioni di crescita dei bambini, del loro sviluppo e delle loro necessità. I bambini fino a 36 mesi sono controllati al dispensario una volta al mese e viene compilato un rapporto per l'ospedale provinciale sullo stato nutrizionale in base al peso/altezza (nel 1986 si evidenziava dal 37 al 68% di malnutrizione acuta nei bambini da 6 a 60 mesi ed il 46% di segni clinici di anemia nei bambini da 12 a 35 mesi). Il tasso di mortalità infantile non è disponibile, ma i sanitari lo riferiscono come più basso di quello della popolazione rurale algerina. Le
principale cause di morte infantili sono: prematurità e debole peso alla nascita, infezioni respiratorie acute, diarrea.
A proposito di diarrea si deve evidenziare che questo flagello ha come causa rilevante l'allattamento artificiale che moltissime madri saharawi adottano per i loro figli. La disponibilità di latte in polvere nella razione alimentare (il latte fresco faceva parte della dieta tradizionale saharawi), la convinzione che la denutrizione materna implica una carenza  di latte ed il circolo vizioso che si instaura se il bambino non stimola la ghiandola mammaria, sono le cause principali della frequente scelta dell'allattamento artificiale.
Le diluizioni (aumentate o diminuite), l'inquinamento dell'acqua, la scarsa igiene dei biberon e le reinfezioni favoriscono le diarree nei lattanti fino a determinarne, in diversi casi, la morte. Oggi, sembra che il ministero della sanità saharawi sia più sensibile a questo argomento e perciò anche i comitati di salute delle varie dairas sono stati incaricati di incentivare l'allattamento al seno, ma l'indisponibilità di dati sull'argomento non consente di dare giudizi in merito.
Un'altra funzione del Comitato di Salute è quella della sorveglianza igienica dei campi. Anche per questo settore sono adibite 2-3 donne per ciascun barrio che giornalmente ispezionano le file di tende e settimanalmente l'interno delle tende (facendole alzare, spolverare, arieggiare), promuovono e collaborano a campagne, a scadenze prestabilite,di pulizia del territorio della daira fino a 5 Km. di distanza, controllano che gli animali allevati siano a distanza di sicurezza e si occupano della raccolta ed allontanamento degli escrementi animali ed umani nelle tendopoli dove non è stato possibile costruire delle latrine (El Ayoun e Dakhla) a causa delle acque presenti nel sottosuolo a bassa profondità.
Questo ultimo punto, assieme all'allontanamento dei rifiuti, e importante per il controllo dei vettori di infezione, principalmente mosche, che nei periodi di ottobre/novembre e marzo/aprile potrebbero causare epidemie di varie malattie.
Un altro punto chiave per il controllo delle infezioni è l'igiene dell'acqua.
Per due provincie (Auserd e Smara), l'acqua viene trasportata con camion-cisterna nelle cisterne centrali della daira e poi la popolazione si rifornisce da queste con contenitori vari. Nelle altre due provincie (Dakhla ed El Ayoun), l'acqua e reperibile in pozzi disseminati nelle dairas, alcuni dotati di pompa manuali, altri aperti dove si può prendere l'acqua con secchio e corda. Per entrambi i tipi di approvvigionamento idrico nascono dei problemi per la potabilizzazione. Il metodo usato è quello della clorazione dei pozzi o delle cisterne, ma è sempre necessario un controllo del cloro residuo attivo che deve essere attuato giornalmente.
Il Comitato di Salute, attraverso le responsabili che si occupano della prevenzione, controlla giornalmente o ad ogni arrivo delle cisterne (anche più volte al giorno) l'efficacia della clorazione; in condizioni di particolare scarsità controllano anche che ne sia fatto un uso corretto e senza sprechi e si incaricano di ordinarla prima che finisca.
Ognuno dei due gruppi, prevenzione materno- infantile e igiene ambientale, è coordinato da un supervisore che stabilisce il lavoro giornaliero in accordo con la responsabile del Comitato di Salute. Questo Comitato inizia il proprio lavoro molto presto alla mattina ed alle dieci circa si riunisce presso la daira con la responsabile del Comitato stesso e l'infermiere responsabile del dispensario (membro di diritto del comitato) per stendere un proprio rapporto da consegnare al sindaco della daira e all'amministrazione della wilaya. Questo rapporto contiene tutte le osservazioni circa le nuove gravidanze, gli aborti, il proseguimento delle gravidanze, le nascite, i bambini e la nutrizione di madre e figlio, vaccinazioni effettuate e da effettuare, quantità di cloro aggiunto nei vari pozzi o cisterne, rilevazioni di cloro, quantità di acqua richiesta,
n° di animali uccisi, effettuazione di pulizie dentro al barrio e fuori dalla daira, ecc.
I rapporti che giungono all'amministrazione provinciale vengono raccolti da ogni daira e successivamente integrati in un unico rapporto provinciale che sarà inviato al ministero (tutta la corrispondenza viene trasportata con i camion o i fuoristrada utilizzati per trasportare cose o persone, oppure consegnati manualmente).
La struttura interna di ogni Comitato è formata da un numero variabile di componenti, da una responsabile per ogni settore di attività, da una responsabile dell'intero Comitato e dall'infermiere. La responsabile del Comitato è eletta ad ogni congresso popolare (ogni 2 anni) in base airequisiti di "buona persona", corretta, colta, impegnata, che la candidata può vantare. Le cinque responsabili dei comitati assieme al sindaco ed al suo vice formano l'autorità della daira. In campo sanitario curativo, l'amministrazione della daira non ha competenza specifica, ma serve piuttosto per seguire la parte preventiva per quanto esposto fino a qui.
Una terza funzione del Comitato di Salute è la connessione tra l'aspetto curativo e quello preventivo, svolta dal gruppo di donne che lavora presso il dispensario.
Questo gruppo è costituito da 12 donne (quasi ovunque questo numero è costante) che si ripartiscono il lavoro al dispensario e quella che può essere definita "l'assistenza a domicilio". Queste donne sono parte integrante del Comitato di Salute della daira, tra queste qualcuna ha frequentato il corso per agente tecnico sanitario nelle scuole saharawi, altre no; sono alle "dipendenze" dell'infermiere responsabile del dispensario e della responsabile del Comitato di Salute, queste sono comunemente chiamate infermiere, anche se una distinzione con gli infermieri graduati (per studio o sul campo) è conosciuta da tutti. In pratica queste donne non hanno una preparazione specifica ed approfondita in campo sanitario, ma sono, comunque, quelle che si occupano di seguire gli ammalati, pur sotto il controllo dell'infermiere. Il lavoro di queste donne presso i barrios (svolto da 4 donne, una per barrio) consiste nel far visita a tutti gli ammalati, anziani, persone con disturbi psichici per controllare la necessità di farmaci, la somministrazione di iniezioni, l'igiene dell'abitazione, che gli psicotici assumano i farmaci, che le lesioni siano medicate correttamente. Più spesso, il lavoro al barrio diviene un aiuto sociale e vista la relativa incompetenza sanitaria di queste donne, quando qualcosa eccede alla norma si preferisce chiamare l'infermiere.
Altre 6 donne lavorano al dispensario e altre due sono in riposo per una settimana, a rotazione. Il lavoro del dispensario consiste nella somministrazione della terapia prescritta dall'infermiere, medicare lesioni semplici, pulire me riordinare le stanze del dispensario. A queste donne si affida, inoltre, il compito di trasportare i farmaci e la corrispondenza dall'ospedale provinciale e quello di chiamare l'ambulanza (presente all'ospedale) attraverso la consegna di un cartellino di controllo e la richiesta dell'infermiere. Il sistema dei comitati popolari per le questioni più importanti della vita nella daira ha un doppio scopo, quello di assicurare il funzionamento dei servizi e quello di renderli partecipati anche se in alcune località può accadere che le donne presenti per il Comitato della salute siano le stesse da molti anni e che si stabiliscano rapporti tra cittadini e Comitato come nei confronti di un organismo esterno che controlla i cittadini; in altre località, invece, i rapporti sono distesi ed il controllo assume caratteri non impositivi. Il rapporto con il dispensario è un punto importante della sanità saharawi, ma questo non è previsto da regolamenti o organizzazione standardizzata, piuttosto dipende dalla fiducia che l'infermiere responsabile del dispensario ha verso le sue collaboratrici, qualificate o meno. L'infermiere, seppure in comunità piccole, lavora prevalentemente all'interno del dispensario e l'unico mezzo che gli consente di essere al corrente della situazione nelle tende è il rapporto che gli perviene attraverso le 4 donne che lavorano ai barrios.
In questo contesto è necessario un'attenzione particolare all'igiene, alla prevenzione, al riconoscimento precoce dei sintomi, ma la popolazione non ha ancora raggiunto livelli di cognizione e possibilità materiali per modificare comportamenti appresi nel corso dei decenni e spesso per necessità sopraggiunta, per questo alcune donne poste a contatto con la popolazione e che siano esse stesse "della popolazione" possono essere più efficaci.
Per quanto riguarda più specificatamente gli anziani c'è una responsabile incaricata appositamente; questa riceve le richieste dagli anziani, si accerta delle loro necessità, tiene rapporti con i comitati popolari per i loro problemi specifici e formula le sue proposte.
Le infermiere o le agenti tecniche sanitarie fanno visita agli anziani una volta alla settimana ed accompagnano chi ha problemi di deambulazione dall'infermiere circa una volta al mese (a seconda delle condizioni, è l'infermiere che va a visitare gli anziani più compromessi). In ogni daira esiste un centro d'accoglienza dove gli anziani sono accuditi durante la giornata. Il centro è composto da una tenda per gli uomini, una per le donne ed una cucina. Qui gli anziani ricevono ogni giorno tre pasti e due colazioni. A priori l'esistenza di una tale struttura può stupire, perché famiglie, ma il contesto attuale dei saharawi è diverso: le famiglie sono disgregate a causa della guerra e dei lavori necessari al mantenimento delle tendopoli e molti anziani non sono in grado di assicurarsi la sussistenza se non aiutati. La responsabile degli anziani ha, comunque, la facoltà di proporre che un figlio possa rimare ad assistere il genitore anziano anziché essere inviato a lavorare altrove.
Un centro speciale, situato nella scuola residenziale del "12 ottobre" accoglie gli anziani che hanno bisogno di un apporto nutrizionale più appropriato. Il centro è previsto per 60 persone ma spesso ne riceve di più (anche 100) per un periodo di 40 giorni.
Gli anziani che devono andare a trascorrere un periodo in questa struttura sono scelti dalla responsabile per gli anziani in collaborazione con il Comitato di Salute della daira. In alcuni anni, gruppi di anziani hanno potuto passare le "ferie" nei territori liberati, dopo la stagione delle piogge. In quella zona, i saharawi dispongono di allevamenti di cammelli, e quindi c'è maggiore disponibilità di latte fresco e di carne, inoltre il clima migliore consente agli anziani di recuperare il benessere che l'età e le condizioni di vita dei campi negano, senza dimenticare il lato psicologico del momento, ritornare nella propria terra, anche se per poco tempo.


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