Mama mi mparau prima cu zziccu e poi cu ddau

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I VOLTI

E’ nostro intendimento proporre i volti di gente che, per ragioni diverse, è conosciuta in città. Non è gente di alto ceto sociale, che occupa rilevanti posizioni nella società mesagnese, ma persone umili che, per il posto che occupano, per quello che fanno nella quotidianità e per la loro storia particolare godono la stima, la simpatia e l’amicizia della cittadinanza. Artigiani, gente che vive in “piazza” e che sia pure inconsapevolmente fa la storia del paese, non quella dei libri, che è un’altra cosa. A noi piace raccontare di questa gente

 

Mario Acquaviva. Nato 43 anni fa, abita nei pressi del campo sportivo, in via Galilei. Pensionato, vive a casa dei genitori. Lo si trova spesso al campo sportivo.

Antonia Calò, 86 anni, pensionata dopo mezzo secolo di duro lavoro in campagna. E’ orgogliosa quando ricorda di essere nata in via Sighelgaita, rione Carmine, e di essere razza “Campanella”.

Carmelo Fraime, 52 anni, da 40 lavora nei bar. Prima come garzone e ora come titolare del bar Jolly di piazza Porta Grande. Ogni mattina, sempre puntuale, sia estate o inverno, alle ore 3 apre per i suoi avventori, contadini, nottambuli, cacciatori, pescatori. In piazza Porta Grande è una istituzione.

Mestru Fernando Distante, “lu scarparu”, che ultraottantenne continua a gestire in Piazza Criscuolo (Piazza Vecchia) un piccolo negozio di calzature

Nello Tarantino, un giovane che a seguito di un incidente, è rimasto con qualche problema di salute.  E' amico di tutti, e tutti gli vogliono bene. E’ convinto di essere il proprietario di tutto quello che vede, dall’ospedale al municipio, ai treni ed ai pullman della Stp. E’ talmente sicuro di quello che dice che quando lo fermano o gli chiedono spiegazioni, minaccia di licenziare tutti, vendere tutto e lasciare gli impiegati senza lavoro.

 

...continua...

 

 

 
 

 

 

Lu prisepiu ti la pupa

di Francesco Bardicchia

 

Nna rasctiglièra vecchia cu llu cueppu

sobbr’a nna mangiatora ti lusctrinu,

la naca ti cartoni, e llu Mmamminu

ca uarda fissu lu massaru zueppu.

 

Nnu cielu verdi vivu ti zicrinu;

tre quattru picurieddi ti scileppu;

Maria piccinna quantu San Giuseppi

ntra l’aniulu ca fannu cuncirtinu.      continua