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 Ma quelli non ubbidirono, e continuarono invece a seguire le loro antiche abitudini. Così quelle genti temevano l'Eterno, e allo stesso tempo servivano i loro idoli; e i loro figli e i figli dei loro figli hanno continuato fino a questo giorno a fare quello che avevano fatto i loro padri.

2Re 17:40-41


LA GRANITULA CORSA 
SPIRALE DI VITA E DI MORTE

di Claude Robertson Forcioli

Due volte l'anno si svolgono in Corsica delle processioni religiose che ritroviamo da tempi remoti in civiltà antiche del Mediterraneo o nel mondo orientale. La particolarità, in Corsica, risiede nel disegno a forma di spirale e nel momento scelto nel ciclo annuale, cioè al periodo dell'equinozio: la settimana santa di Pasqua o l'inizio di Settembre. La Santa di u Niolu, comunemente chiamata "A Santa", si festeggia sul piano al centro della Corsica. È il momento festivo di maggiore importanza per la tradizione e segna per i pastori la fine del soggiorno estivo sulle alte montagne. L'evoluzione moderna ne ha fatto una festa religiosa e una fiera molto apprezzata per i prodotti locali, l'artigianato, la pastorizia, la vendita del bestiame e delle greggi. Jacquot Luciani, pastore molto noto nella regione, ricorda che in quell'occasione venivano rinnovati gli affitti delle pasture, si comprava e si vendeva il bestiame, e soprattutto s'incontravano gli amici venuti da tutta l'isola per bere e cantare tutta la notte "paghielle", polifonie a tré voci, "chjami e rispondi ", improvvisazione di canti e poemi in versi, madrigali e terzetti: tutta una popolazione che partecipava alla festa.

La processione a Bonifacio.          Foto di J. Robertson

Il profano è coinvolto nelle attività religiose della "Cunfraterna di sant'Anione" che organizza ed effettua la Granitula dopo la Messa Nustrale, cantata sulla piazza della chiesa davanti alla Vergine delle Stelle di cui viene celebrata la Natività l'8 di Settembre. La statua è portata sulle spalle dai mèmbri della Confraternita vestiti di cotte bianche e azzurre con una cappa corta di velluto. Si procede dalla piazza della chiesa al campo della fiera: i fedeli formano un cerchio pregando e cantando inni alla Vergine. Jacquot Luciani, che inizia la processione, tiene in mano il "mazziere", bastone con una lampada rossa. Gli uomini camminano lentamente, allargando un cerchio di una trentina di persone. Poi si forma un cerchio interno da destra a sinistra (senso della morte), gradualmente la spirale giunge al centro del cerchio; senza sosta i fedeli girano nel senso opposto (senso della vita). La Granitula diventa ad un tratto involuzione ed evoluzione, figurando il movimento perpetuo della vita: un ciclo che cresce, arriva al centro di inerzia, poi si allarga all'inverso. Questo movimento perpetuo, alternanza di vita e di morte, è la proiezione simbolica dei ritmi biologici e cosmici.

Questo rituale lo ritroviamo con un significato identico nelle civiltà antiche, soprattutto a Creta, nel Labirinto di Cnossos. Robert Graves nella sua opera magistrale "miti greci" ci spiega la funzione del mito, il legame tra la Terra e il Cosmo, una metafisica, la cui proiezione magica è espressa dal rituale.

Egli descrive questa famosa spirale, ma aggiunge che è legata al culto lunare e alla scienza sacra dei numeri [...] 50 nereidi eseguivano una danza a spirale sulla rena bianca, mentre un gran numero di centauri assistevano alla cerimonia; portavano delle collane di fiori, brandivano dei rami di abete e predicevano la fortuna. L'eroe greco Teseo, dopo aver abbandonato Arianna, in parto a Naxos, fece uno scalo a Delos e in un tempio consacrò la statua di Afrodite che Arianna gli aveva regalato. Qui eseguì con i giovani che aveva salvato un ballo circolare complicato, le cui sinuosità rappresentavano il Labirinto.

Nel suo libro "Sacred Dance", Maria Gabriella Wosien descrive con precisione il rituale del palazzo di Cnossos e ne dimostra la profondità. Nel nostro mondo moderno i pastori niolinchi e la popolazione tutta, senza veramente aver coscienza del carattere strano e arcaico di questa manifestazione, ne intuiscono la grandezza. Pongono una grande attenzione al suo svolgimento perché è percepito come un esorcismo di carattere collettivo a cui è legata la prosperità del paese: "II rituale di iniziazione nei misteri greco-orientali, descritto da Plutarco in "Iside e Osiride" celebrava l'unione spirituale dopo aver passato i corridoi oscuri del Labirinto, in un modo quasi allegorico: Morte e Iniziazione corrispondono, parola per parola. All'inizio si erra per strade pericolose, un viaggio nel buio [...] dopo siamo nel terrore, si trema, sudiamo, siamo presi da stupore. Dopo queste cose una luce abbagliante appare a colui che aveva smarrito la via: è ammesso nei campi elisi a udire i canti e ammirare le danze e la maestà dei suoni e delle visioni sacre. "La danza di Delos, il Geranos, che commemorava il viaggio di Teseo nel Labirinto cretese, è il prototipo storico che influenzò le danze religiose della chiesa primitiva [...] i danzatori nel Labirinto si muovevano da destra verso sinistra, direzione dell'involuzione e della morte, tornavano al centro e, seguendo colui che dirigeva, uscivano, sempre ballando, nella direzione opposta, quella dell'evoluzione e della nascita. Il disegno della spirale nel Geranos significa la continuazione della vita oltre la morte, l'esperienza dell'immortalità al centro dell'esperienza umana". Nell'arte cristiana primitiva il Minotauro rappresentava Satana e Teseo diventò Cristo [...] Labirinti erano scolpiti sul lastrico delle navate vicino all'uscita ovest.

È interessante esaminare il significato e l'evoluzione della parola Granitula. Oggi è il nome di una conchiglia e del gasteropodo edibile abbastanza diffuso nel Mediterraneo e nell Oceano Indiano.

Suo nome: charonia nodifera (Linnaeus, 1758). E molto simile a quella usata dai Tritoni di Poseidone. Era usata dai marinai come corno marino, ma conserva anche un uso sacro in Corsica: prima di Pasqua era proibito suonare le campane in segno di rispetto per le sofferenze di Cristo, allora si usava il corno -u columbu-a conca u cornu-. Come oggetto rituale è destinato a svegliare la divinità o attirare la sua attenzione. Questo suono profondo e potente lo ritroviamo nelle trombe svizzere e tibetane.

Ci sembra abbastanza normale che il rituale corso pigli il nome da una conchiglia marina usata da tempi immemorabili come oggetto sacro (cankha, sankha in Sanscrito), ma è possibile che un'altra considerazione abbia spinto ad associare direttamente la parola corsa a quella cretese. All'origine la parola Geranos significava offerta, omaggio, e più tardi rituale. Sappiamo anche che Teseo effettuò questa danza di fronte ad un altare chiamato "il Keratone".

Nella sua opera sulla "Granitula" e sulla "San Teofalu a Corti", la Poli-Mordiconi scrive: "Teseo eseguì la sua danza intorno al Keratone, altare costituito di corna, tutte volte a sinistra (Plutarco). In greco Keratos significa corno". L'orientamento scelto vuoi dire abbondanza e segno di vita. L'etimologia della parola Granitula può risalire a queste due parole di cui si è preservato il significato essenziale. È interessante spiegare perché il rituale abbia lo stesso nome della conchiglia: la parola "Labirinto" veniva data alla conchiglia di mare in greco arcaico; dopo l'evoluzione del senso se ne è fatto un oggetto ripiegato su se stesso, una costruzione fornita di ostacoli diversi, di giri inestricabili.
 
Il senso è passato dalla civiltà cretese alla Corsica ma le popolazioni hanno preservato il rituale col suo nome originale ritenendo la relazione con la conchiglia e trascurando il nome vero di Labirinto. Un'altra parola usata per la granitula è la Cerca. Designa due tipi di processioni della Settimana Santa, una a spirale e l'altra intorno ai paeselli come per sacralizzare lo spazio di vita di una comunità. Questo nome ancora ci avvicina alla leggenda cretese. Teseo inseguiva il Minotauro nel Labirinto con l'aiuto di Arianna, figlia del rè Minosse. Scrive Graves: "II matrimonio di Teseo con la sacerdotessa della Luna lo rende signore di Cnossos. Possiamo osservare su una moneta la luna nuova in forma di toro al centro del Labirinto". Nel percorrere coi penitenti le varie Cerche e Granitule della Settimana Santa, si osserva che questi giri riproducono in scala più ampia il disegno della spirale. Le cappelle sono poste al fianco della montagna. I partecipanti si osservano da lontano, per partire insieme, ma nel senso opposto. Ci sono luoghi d'incontro e luoghi di collegamento. Quando tutte le confraternite si sono salutate e hanno condiviso i dolci e il vino, è compiuto il rituale. Così si svolge a San Martino di Lota, Figarella e Mandriale, ma anche a Brando, Erbalunga e Lavasina. 

Un altro dato significativo, benché sia considerato leggendario, è la presenza di Dedalo, architetto del Labirinto, in Sardegna. Fino ad un'epoca recente le due isole vicine vennero considerate come un gruppo unico. Il Graves scrive: "Per quanto riguarda Dedalo, partì dalla Sicilia e raggiunse la Sardegna. Una gran parte dei suoi edifici hanno sopravvissuto fino ad oggi in Sardegna; si chiamano Dedalia... I Cretesi introdussero il metodo della cera persa in Sardegna e il culto di Dedalo nello stesso tempo. Avevano imparato l'arte da Atena stessa, conosciuta a Corinto sotto il nome di Medea". L'area in cui si fa la Granitula è circoscritta soprattutto nella parte nord dell'isola: Casinca, Capi Corso, Balagna, Niolo, Bozio e Cortinese. 
Tutte queste processioni presentano delle differenze. Le processioni che possiamo osservare oggi sono fatte da confraternite di uomini in gran parte, ma sono le donne che organizzano la libagione e portano ceste di dolci (i panzarotti, i fritteddi, i cacavelli). A Venzolasca e Vescovato per esempio le processioni notturne sotto la luna piena si fanno il Giovedì e il Venerdì Santo. I due villaggi vi partecipano con una fermata a metà della strada davanti al cimitero comune, per associare i morti alla resurrezione. Dopo la messa, sulla piazza del villaggio si fanno due granitule; la seconda è chiamata "a Croce". 
Infatti sono due disegni labirintici diversi. A Vescovato il primo cerchio si fa con una persona sola, ma il secondo, dalla destra alla sinistra, ritorna con due persone: è segno di vita e di fecondità. Alcuni particolari notati dalla Poli-Mordiconi nel suo libro presentano un grande interesse. A Pietralba la spirale si fa intorno al lampione della piazza della chiesa; a Corte la gente porta delle luci; a Pietra-di Verde la Trifuna gira intorno all'olmo davanti alla chiesa. 

Tutti questi pilastri o alberi sono probabilmente simboli fallici come il pesce portato sulla bandiera di San Teofalu a Corte che non è soltanto il simbolo cristiano della chiesa primitiva, ma un simbolo di fecondità. L'Asta, u Pastorale, u Mazziere, sono molto spesso sormontati da una pigna, segno distintivo delle Menadi che accompagnavano Dioniso nella danza e nell'ebbrezza. La partecipazione delle donne, benché rara, esiste a Erbalunga e a (Capi Corso). Portano una croce e sono vestite di un sottanino azzurro chiamato "a faldetta", che è passata sulla testa come il "mezzaro" nella parte sud dell'isola. 

Si deve notare che la stessa parola esiste in Sardegna. Laura Maria Savelli di Castifao ha attestato una variante insolita che sfortunatamente non esiste più. La processione eseguita dalle donne si faceva davanti alla cappella della confraternita su una piazza rotonda. Gli uomini stavano intorno, poi cominciavano a sparare per scacciare i demoni. A questo punto le donne si mettevano ad arco di cerchio davanti alla scalinata dell'entrata e lasciavano entrare gli uomini nella chiesa. Quell'arco potrebbe segnare le corna del toro della civiltà minoica. Anche se la presenza femminile sembra ridotta, il simbolismo della luna associato alla fecondità, trasferito alla Vergine in epoca cristiana, è prevalente; ne portano testimonianza alcuni detti corsi o galluresi. La Vergine delle Stelle, celebrata l'8 Settembre a Casamaccioli, si chiama in Corsica "Diana di l'Alba" o "a Diana". Si tratta di Maris Stella, la stella del mare che regola tutte le attività dei pescatori, cioè Venere Afrodite e gli scritti antichi precisano che Arianna aveva offerto una statua della dea a Teseo.

In Gallura Settembre è chiamato "Capidanno" principio dell'anno lunare, e si conoscono i legami antichissimi tra la Corsica e la Gallura. La data di Pasqua è legata al ciclo lunare e non è fissa come Natale, che precede il solstizio invernale. Il concilio di Nicea nel 325 ne fissò la data alla prima domenica, dopo la prima luna dell'equinozio. Le Palme e la resurrezione di Cristo illustrano bene la rinascita delle forze naturali. Il "cacavelli", dolce di forma rotonda e ornato di uova, che si mangia il lunedì di Pasqua, porta anch'esso questo significato. Plutarco diceva, alludendo alla religione orfica: "L'uovo è simbolo del caos che contiene il seme di tutte le cose che rimangono sterili finché il Creatore le feconda con l'incubazione del suo spirito vitale rappresentato da un serpente".

I due mesi di Maggio e Settembre, dedicati alla Vergine, sono segnati da proibizioni. Si evita di fare il matrimonio in queste date. "La donna di Settembre presto vedova e meschina (infelice)" dice un proverbio corso e nell'antichità il mese di maggio, consacrato alla dea bianca del Peloponneso, è un mese di castità obbligatoria. L'iconografia cristiana presenta la Vergine sull'acqua (la Vasina, notre Dame du Grand Retour) eretta su un crescente lunare, così come la Dea Madre che aveva tre aspetti: luna bianca, rossa o nera che corrispondevano alle tré fasi della vita della donna (Graves). Il carattere estremamente arcaico e orientale dei canti, soprattutto nella Settimana Santa, l'indipendenza marcata delle confraternite riguardo alla chiesa ufficiale ci fa pensare che queste manifestazioni abbiano un carattere molto antico. 

Nel 1657 Mgr. Giustiniani, vescovo della Corsica, esprimeva chiaramente la sua disapprovazione su "questi frati che eseguono in piazza dei giri superstiziosi che vengono dai Mori e dagli Infedeli". 
I balli rituali sono stati proibiti, come quello che si svolgeva intorno alla Tolla del Morto, il Caracollu probabilmente una danza a spirale anch'essa. 
Per altro, il prete di Vescovato ha rammentato ai suoi fedeli, la sera del Venerdì Santo, di tralasciare queste pratiche pagane, ma tutta la popolazione è partita a vagare sotto le stelle.

 

 


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