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In effetti solo nel Rinascimento il toscano fu innalzato a ordine autonomo: poiché Vitruvio non gli aveva attribuito nessun carattere specifico, si fu obbligati a metterlo in qualche modo in relazione con la triade naturale degli ordini. 

Per il Serlio esso rappresentava il massimo della robustezza, qualcosa di ancor piu poderoso del dorico:

 

Dico adunque, che I'opera thoscana, al parer mio, conviene alle fortezze: come sarebbe a porte di città, a rocche, a castelli, a luoghi da conservar thesori, o dove si tengon le munitioni, et le artigliarie, a le prigioni, a porti di mare, et altri simili per I'uso de la guerra... Nientedimeno, per esser veramente I'opera thoscana la piu rozza et meno ornata di tutte I'altre, a me pare che la rustica si convenga piu et sia piu conforme a la thoscana che ad alcun'altra 2

 

I campi d'applicazione del dorico e del toscano dunque s'intersecano, anche se al toscano è inerente una certa primitività e rozzezza: specialmente in associazione col bugnato, esso è cosi poco "forma" e a tal punto "materia" che nemmeno le ingiurie del tempo possono intaccarlo. 

Per Palladio è questo "il piu schietto, e semplice di tutti gli ordini dell'architettura: percioché ritiene in sé di quella primiera antichità, e manca di tutti quegli ornamenti, che rendono gli altri riguardevoli, e belli. Questo hebbe origine in Toscana, nobilissima parte di Italia, onde ancora serba il nome"3. 

Lo Scamozzi riepiloga così I'argomento :

 

Essendo che I'ordine toscano... in tutte le sue parti è molto sodo e schietto, però par che ragionevolmente si confaccino i legamenti

 

V. Scamozzi, op. cit., parte II, p. 70. 2 S. Serlio, lib. IV cit., proemio. 3 A. Palladio, op. cit~~ I, p. 16.

rustici, o requadri non molto delicati, assai piu che ad alcuno de gli altri ordini, e massime nelle costruttioni de' ponti e delle pregioni, e simili altri edifici; i quali possono esser offesi e logorati dall'acque e dalle ingiurie de' tempi... Essendo adunque I'ordine toscano il piu antico di tutti gli altri, per ogni ragione egli dee anco esser piu robusto... e sì anco per mantenere quella semplicità de' primi tempi... 4

 

 

L'ordine toscano-rustico (o anche semplicemente rustico) del Cinquecento aveva radici molteplici: se da un lato esso trovava legittimazione nell'architettura classica (Porta Maggiore a Roma; fig. 25), 

dall'altro poteva fondarsi su una tradizione che attraversa tutto il Medioevo e culmina nelle facciate dei palazzi fiorentini del Quattrocento.

All'inizio del secolo XVI i concetti si mescolarono in modo non ancora ben chiarito: I'architettura toscana (Michelozzo, Benedetto da Maiano) venne identificata con I'ordine toscano dedotto da Vitruvio e al tempo stesso la qualità formale del bugnato rustico fu intesa, alla lettera, come adatta all'architettura rurale. L'ordine piu semplice venne associato ad sensum col trattamento piu grossolano della pietra, secondo un nesso che non poteva essere dedotto né dai monumenti antichi, né da Vitruvio, né dall'architettura fiorentina del Quattrocento, ma che fu piuttosto un'invenzione del Rinascimento: ciò che per definizione era robusto e rustico doveva essere tale anche nell'aspetto esteriore. Col termine di "bugnato" si designano ancor oggi trattamenti delle superfici assai diversi tra loro per valore espressivo, dal tipo Piu grezzo a grosse bozze fino al cosiddetto bugnato "gentile", appena scalfito nell'intonaco; si avverte quindi la necessità di un'analisi e possibilmente di una storia degli aspetti formali e dei valori espressivi assunti da quest'ordine. Qui continueremo ad accettare il termine nella forma indeterminata in cui è comunemente usato, limitandoci ad affermare che il bugnato come tale ricevette la sua prima def~nizione - rimasta valida ancor oggi - dai teorici cinquecenteschi, specialmente attraverso la sua associazione con gli ordini" virili ".

Una differenza fra il toscano e il dorico sta nel fatto che raramente il toscano poté essere usato nell'architettura religiosa: i classicisti piu rigorosi lo rifiutarono addirittura. 

Fréart de Cham-

 

 

4 V. Scamozzi, op. cit., parte II, p. 54.

bray scrive a questo proposito: "La rusticità e povertà del toscano avendolo bandito dalle città e relegato nelle abitazioni rurali, quest'ordine, non meritevole di apparire nei templi e nei palazzi, è rimasto ultimo fra tutti e per così dire fuori causa".

Egli ammira invece il dorico: "Non è piccola lode dell'ordine dorico il dimostrare che esso è stato la prima idea ordinatrice dell'architettura e che, come primogenito di questa regina delle arti, ha avuro I'onore di erigere per primo templi e palazzi"5 

 

 Già il Fréart rivendica al dorico quella nobile semplicità e serena grandezza che solo un secolo piu tardi assurgeranno, per opera del Winckelmann, a simbolo della grecità:

 

Quest'ordine rappresenta ai nostri occhi la solidità, che è la suaqualità principale e specifica; esso va usato solo nei grandi edifici e nelle costruzioni consimili, come nelle porte di fortezze e di città, all'esterno dei templi, nelle piazze e in altri luoghi dove la raffinatezza dell'ornamentazione riuscirebbe superaua e poco confacente; in tal modo il carattere eroico e gigantesco di quest'ordine produrrà a meraviglia il suo effetto, presentando un certo genere di bellezza semplice e maschia che ben si addice a ciò che suole chiamarsi " maniera grande"6

 

Ancora nel 1714 il Leclerc detta norme minuziose per I'uso significante del toscano e del dorico. I1 toscano va adoperato "non soltanto nelle abitazioni private, ma anche negli edifici pubblici, come portici delle piazze e dei mercati o i depositi e granai cittadini, e così pure nei palazzi e nelle dimore dei grandi principi e dei nobili, nei piani bassi, nei locali di servizio, nelle scuderie e in genere in tutti quei luoghi che richiedono una robusta semplicità e ai quali non sarebbero adatti ordini plu ricchi e raffinati... "; 

il dorico invece va usato "nelle porte di città, negli arsenali, nelle piazze d'armi, nei corpi di guardia delle dimore principesche e in altri luoghi similari aventi qualche riferimento alle armi, dov'è richiesta soprattutto la robustezza associata a una marziale e nobile semplicità"7.

 

5 R. Fréart de Chambray, op. cii., pp. 4-5.

6 IVi, p. 9.

7 S. Leclerc, Traité d'avchitectuue nvec des vemarqtles ei des observa-

tions, Paris 1714, pp. 3 sgg.

Analogamente, il Leclerc consiglia di usare le colonne bugnate solo "per le porte delle fortezze e delle prigioni, al fine di renderne temibile e sgradevole I'ingresso ".

In t~poca assai tarda, troviamo ancora gli ordini trattati secondo i criteri vitruviani nel Lecamus de Mezleres; ma ormai da lungo tempo essi non sono plu un linguaggio architettonico comprensibile a tutti, bensì un mezzo di espressione estetica legato solo debolmente alle anticbe significazioni: "La biblioteca è un ambiente da non trascurare e dovrà avere un carattere nobile e serio: le si addice la proporzione dorica" 8 

Vredeman de Vries predilige il toscano associato col bugnato e lo consiglia specialmente

 

"per le prigioni... per i depositi di tutte le merci grossolane, come magazzini di botti, di granaglie o di carni, cantine e simili, dove si svolga un intenso rraffico o commercio... "9 

 

. Troviamo ad esempio nel Krammer (1600) la definizione seguente:

 

Questo primo tipo di colonna chiamato toscano, avendo in sé un carattere particolarmente rude e vigoroso ed essendo usato comunemente per soppoitare forti carichi e per ogni sorta di edifici robusti (come fortezze e castelli, porte, ponti, chiuse e altre occorrenze simili in acqua e in terraferma), non a torto è stato associato e assimilato a un contadino, alla cui qualità e natura si convengono lavori grossolani e pesanti; così infatti gli esempi suddetti sono trattati dal celebre autore Vitruvio e da altri antichi'0

 

 far passare il toscano, in base a una dubbia etimologia, per un ordine tedesco. Quest'idea, che sembra af~orare per la prima volta nel trattato del Blum, sopravvive a lungo nella letteratul-a del Seicento; ad esempio, nel prologo in versi del suo SeulenBuch Erasmus scrive:

 

La colonna toscana ebbe da Toscano il suo nome, dai Tusci o Tedeschi, discendenti dai Greci.

A quel possente gigante la colonna toscana somiglia, che per forza e rozzezza ogni altra sovrasta"

 

 

I1 Sandrart dà dell'ordine toscano "alla rustica" una spiegazione piu dotta, derivata dai teorici italiani del Cinquecento e in particolare dal Serlio:

L'opera che vien detta rustica è la piu semplice e rozza fra tutte, come indica il suo nome: giacché è anche I'inizio e il fondamento di tutte le altre. Essa viene eseguita secondo la maniera di molti splendidi edifici esistenti nel territorio fiorentino, eretti con colonne di questo genere e ornati da fontane e giochi d'acqua. In tal modo costruivano gli antichi le porte delle loro città, e inoltre finestre, ponti, acquedotti, castelli, torri, erari, arsenali e prigioni, con pietre lavorate a punta di diamante disposte qua e là. Questi edifici, anche se trattati in modo corrente e non molto curato, mostrano tuttavia un particolare magisterio: i conci sono infatti connessi indissolubilmente fra loro, come se la Natura stessa si fosse convertita in pietra, ed è quindi impossibile che vadano in rovina a causa delle intemperie o per il lungo trascorrere del tempo'2

 

Quasi contemporaneamente il principe Karl Eusebius von Liechtenstein,  scriveva nella sua Werk von der At·chitectzlr, pubblicata piu tardi a Vienna: " I cinque ordini di colonne sono così nobili che senza di essi non si può ornare nessun altare, nessuna chiesa, pulpito, porta trionfale o d'altro genere, né può essere decorata dimora alcuna; dappertutto I'uno o I'altro di questi cinque ordini devono assolvere ogni compito... "L3.

 

Nel suo trattato il Serlio fornisce molti esempi di particolari architettonici bugnati adatti a quest'uso; ma il legame tra ordine rustico e carattere marziale trova I'espressione piu evidente nella sua descrizione, finora inedita, di un campo fortificato alla maniera dei romani, in cui per esempio le caserme hanno porte e finestre con incorniciature bugnateM. Davanti al quartier generale del pretore s'innalza, come simbolo della sua dignità, un portale dorico: "La porta pretoria se recerca d'essere fatta di opera grave che tenga una maiestà decorata conforme al grado del consule, per la qual cosa I'opera dorica è la piu grave di tutte le altre et si conviene veramente al soldato". Ancor piu interessante è la porta decumana, che è corinzia e al tempo stesso

 

 

24 S~ Serlio, Cod. icon. 190, Munchen, Bayerische Staatsbibliothek. Questo manoscritto avrebbe dovuto formare il libro VIII del trattato serliano, rimasto incompiuto. Cfr. W. B. Dinsmoor, The Litevary Remains of Sebastiano Serlio, in "Art Bulletin", 1942.

bugnata (fig. 39); di questo fatto Serlio dà una spiegazione assai significativa: "Questa è la principale porta della castramentatione che è al dirimpetto della via pretoria et si adimanda porta decumana. Et è di opera corinthia mista con lo rustico per dimostrare figuratamente la tenerezza et piacevolezza del animo del imperatore Traiano nel perdonare, et la robustezza et la severità nel punire ". 

in ogni caso la porta decumana di Serlio è un esempio particolarmente efficace di "architettura come rappresentazione".

 

 

 

 

 

31 L. Hautecoeur, op. cit., III, pp. IS sgg. 32 F. Loffler, op. cit., figg. 50-58.

... si trovano nella posizione migliore quando sono disposte sui due lati del grande piazzale antistante il palazzo. Le forme circolari o concave alternate a quelle quadrangolari sono piu accettabili nelle scuderie, giacché in esse non è necessario ricercare, come nei palazzi, un aspetto di maestoso decoro. Né devono mai essere ornate con gli ordini, che rappresentano il grado piu elevato di decorazione architettonica e quindi giustamente sono riservati agli edifici principali...33

 

 

 

 

 

 

 

2. L'oudine ionico.

 

Nel cap. 2 del primo libro Vitruvio mette in relazione I'ordine ionico con gli dèi "moderati": "A Giunone, a Diana, al padre Baccho, e a gli altri dèi, i quali sono della stessa simiglianza facendosi i lavori ionici, egli si riguarderà alla via di mezzo, perciò che e dalla severità della maniera dorica e dalla delicatezza della corinthia sarà la loro propietà moderata".

 A proposito dei capitelli dei vari ordini, fra Luca Pacioli aÆermava: "Quello dela jonica o voi dir pulvinata fia malenconico, peroché non leva in su ardito che representa cosa malenconica e nebile vidovile, leva dicto capitello solo mezza

n~ L'ordine ionico, mollemente rilassato, non ergeva testa... "

 

dunque il capo con la fierezza del guerriero dorico o della ver-

gine corinzia.

I1 Serlio, codificatore del manierismo, evitò simili giudizi soggettivi e si rifece nuovamente a Vitruvio. Egli inseri lo ionico nel suo sistema dei cinque ordini, reinterpretandolo insieme con gli altri nell'ambito del Cristianesimo:

 

La qual generatione gli antichi tolsero dalla forma matronale, e la dedicarono ad Apolline, a Diana, ed a Bacco. Ma noi christiani, se haveremo a far alcun tempio sacro di quest'ordine, lo dedicaremo a

 

 

37 L. Pacioli, De divina proportione, Vcnezia 1509.

quei santi, la vita de i quali sia stata fra '1 robusto ed il tenero: e così a quelle sante, che di vita matronale saranno state. E se alcun edificio o publico o privato si haverà da fare ad huomini letterati e di vita quieta, non robusti ne ancho teneri, si converrà alor quest'ordine ionico: e ancho se per matrone si haverà da fare cosa alcuna, questa maniera sarà convenevole38

Ciò che Palladio, que st'architetto della giusta misura, deve aver pensato al riguardo viene espresso così dal suo seguace Scamozzi:

L'ordine ionico ha in sé tutte quelle belle parti che lo può fare leggiadro et ornato; perché egli imita molto le piante de gl'alberi ben formati, et la gravità delle matrone, e donne riposate; perciò non senza causa gli antichi posero quest'ordine nel mezo delle cinque maniere d'essi, che parimente facciamo noi. Posciaché forse niuno de gli altri ordini ha in sé quelle corrispondenze che possono render la fermezza, la comodità, la bellezza, e servire a tutti i generi d'edifici come questo... Gli antichi fecero di questo ordine le loro case pri vate, e parimente ancor noi lodiamo, che si facciano i tempij, et edifici publici, e privati, come apparono nelle opere ordinate da noi39

 

Fra i teorici francesi, il Delorme è il primo ad usare intenzionalmente lo ionico "per edificare un palazzo o un castello di delizie e soddisfare così i principi e i gran signori; come pure I'ordine corinzio; e ciò fa sì che io mi compiaccia molto di mettere in opera quest'ordine ionico"40. 

38 S. Serlio, lib. IV cit., fol. xxxvIv.

39 V. Scamozzi, op. cit., parte II, p. 86.

40 Ph. Delorme, L'avchi~ecture, Paris 1567, p. 156.

Per il Fréart lo ionico è ancora lo stile " moderato ", a metà strada fra il "robusto " e il "delicato"; egli non attribuisce piu un gran valore al contenuto iconografico, che invece vien messo continuamente in risalto dagli accademici della seconda metà del Seicento, ad esempio dal Daviler. Questi, pur non credendo piu che in origine i vari ordini fossero dedicati a determinate divinità, considera pur sempre "ragionevole" il loro uso appropriato: " Così, quando una chiesa viene dedicata a qualche santo martire, giustamente si decide di usarvi I'ordine dorico, perché è I'ordine degli eroi e i martiri sono gli eroi del cristianesimo; allo stesso modo si adoperano lo ionico e il corinzio per le sante vergini e per i conventi di suore"4L.

 

 U,, bella motivazione estetico-psicologica dell'uso dell'ordine ionico è data dal Laugier:

 

È una di quelle bellezze misurate, i cui tratti non troppo grossolani né troppo fini piacciono per la loro regolarità: non c'è in essi nulla di straordinario, né in bene né in male, ma vi regnano una così compiuta armonia e una dolcezza così penetrante che, pur senza avere la capacità di sorprendere e incantare, hanno sicuramente quella d'interessare e di piacere. I1 pregio essenziale dell'ordine ionico consiste dunque in una certa gradevolezza media, la cui attrattiva non è turbata da alcuna imperfezione troppo evidente42

 

Lecamus de Mézières, in~ne, intende agire anche nel caso dello ionico sui nostri sensi, e dà, ad esempio, questo suggerimento per la camera da letto: " Un insieme sereno e non troppo ricercato deve far sentire, come s'è detto, quale sia il carattere del luogo; ad esso verrà assegnata la proporzione ionica, giacché la posizione intermedia che quest'ordine occupa rispetto agli altri è atta a produrre un simile risultato"u

I teorici tedeschi del XVII secolo riecheggiano per lo piu le argomentazioni del Serlio; così ad esempio il Krammer, che si attiene alla dottrina vitruviana delle divinità:

 

 

41 A. C. Daviler, op. cit., p. 36.

42 M. A. Laugier, op. cit., p. 90.

43 N. Lecamus de Mézières, op. cit., p. 112.

I1 terzo tipo di colonna, quello ionico, ha in sé una grazia particolare, non priva di vigore, di un genere e carattere simili a quelli di una donna intrepida. Come gli antichi hanno associato e dedicato quest'ordine alla dea Diana e al dio Apollo - a Diana, delicata per la sua natura femminile ma forte per I'esercizio della caccia; ad Apollo, gentile per la sua bellezza ma al tempo stesso forte in quanto uomo - così questa colonna dev'essere progettata e realizzata con un misto di forza e di delicatezza ~?

 

 

 

44 G. Krammer, op. rit., proemio.

 

 

 

4i V. Scamozzi, op. cit., parte I, p. 224.

 

4i V. Scamozzi, op. cit., parte I, p. 224. ionico.

 

 

H F.A.J. Vermeulen, op. cit., p. 293.

47 IVi, P. 244.

 

48 K. Fremantle, The Baroque Town Hall of Amsterdam, Utrecht 1959, tavv. 126-7.

 

 

 

·19 F.A.J. Vermeulen, op. cit., pp. 285 sg.

  

 

 

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