Il rugby a cura di Nico 

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Leggende della “Reno”

http://renorugby.virtualave.net/
 
Ragazzi, in un mercatino delle pulci ho trovato un cimelio, meglio una chicca, che potrebbe interessarvi. E' un filmino in Super8, della Kodak. Sapete, quelli chiusi nelle scatoline di plastica gialla.  C'e' una data scritta a pennarello, un po' scolorita, ma si distingue ancora l'anno: 1976. L'ho visionato un paio di volte e ve lo descrivo brevemente.

E'un filmino amatoriale che riguarda una partita di Rugby.

C'e' una squadra in maglia giallo/blu. Da una mischia tremenda nella zona dei 22 difensiva esce un uomo con la palla ovale ben stretta sotto braccio. E' un ragazzone grande e grosso ma corre come il vento. E' uno spettacolo ed un piacere vederlo. Sembra volare, concentrato nell'unico scopo, nel fine ultimo di questo sport duro, violento, leale. Uno sport da uomini veri. I muscoli delle gambe sono tesi nello sforzo di raggiungere la maledetta linea bianca, laggiu' in fondo al campo.  Percorre rapidamente una cinquantina di metri, galoppando con la potenza di un purosangue, divorando avidamente, metro dopo metro, il campo zolloso. Gli avversari tentano inutilmente di raggiungerlo. Sui loro volti si sta disegnando la smorfia amara della sconfitta. Quella meta significa infatti il sorpasso per la squadra giallo/blu'. La vittoria, il trionfo dello sport. Niente sembra ormai poter cambiare il destino di questa partita. Sta entrando nella zona dei 22 metri offensiva. Il volto del ragazzone e' tirato ed un sorriso comincia ad illuminargli lo sguardo.

Improvvisamente il sorriso si trasforma in un'espressione di sorpresa, mista ad incredulita'. Le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte e le  guance vengono sommerse dalle ben piu' grandi gocce di saliva che sbavano dai lati della bocca.

Cosa succede ? A lato del campo c'e' una bancarella improvvisata da un venditore di piadine romagnole....

Il ragazzone cambia improvvisamente direzione, scarta abilmente con finte di corpo un paio di avversari, salta agilmente i compagni che tentano vanamente di placcarlo e si getta sulla bancarella arraffando due piadine con prosciutto, una con salame, tre crescioni alle verdure ed uno ai quattro formaggi.

Sapete chi potrebbe essere il ragazzone ???

Una promessa del rugby immolato sull'altare, ehm bancarella, delle piadine. (Segue  Sondaggio per la risposta....)

Dublin


P.S. Il Presidente di quella squadra aveva commesso l'errore di non posizionare l'omino delle piadine DIETRO la linea di meta, come suggerito. Certi errori tattici si pagano, caro Presidente....



CONTESTAZIONE :


Ma guarda te.

E dire che quel filmato l'avevo fatto sequestrare.

Ma hai fatto un grossolano errore : si trattava di Rosette con la Coppa di Testa.

Ero a dieta , a quei tempi.

E comunque alla Reno non mi hanno MAI visto volare …


Comunque  grazie.  Per un attimo mi ha fatto sentire giovane e leggero (bè, leggero è una parola grossa ..)



Nico


Stardust memories

 

RENO RUGBY Bologna

 

 

Anno 1975-76 - Campionato nazionale serie C

 

Vincitore 1° Coppa Baronel - settembre 1975

 

Squadre partecipanti:

 

La rosa :

In piedi : Ciammiti – Dott. Frezzotti (Presidente) – Boldini – Dalla Casa – Capelli – Arnò – Colaiuda – Negroni – Moro – Cardona – Antonelli – Villa – Sgorbati jr. (Allenatore) – Pasti – Benuzzi.

Accosciati : Borghi – Biolchini – Tura – Lodi – Gamberini – Vivarelli - Masoni – Tedeschi – Montecristi – Lelli.

 


 

E' questo il Rugby

 

Vi è mai capitato di essere lanciati in una corsa disperata, sentire improvvisamente la gamba sinistra afferrata appena sopra al ginocchio, finire con la faccia in una pozza di fango, mentre un pallone ovale vi scivola di mano e sentire 2, 3, 4 corpi di altri giocatori - compagni e avversari - finirvi addosso?  E cosa si fa in quei casi? Ci si rialza, un'occhiata per capire e subito bisogna lanciarsi in un contatto duro con l'avversario che ha conquistato la palla, anche se quello è più grande di te ed in quel momento hai paura.

Questo ragazzi, è il Rugby.

Non giocherete mai in stadi dal tappeto erboso impeccabile (a meno che non finiate in Nazionale), gli spogliatoi saranno sempre squallidi e, d'inverno, densi di vapore, ma questa sarà una buona notizia : c'è ancora acqua calda per la doccia.

Il fango argilloso che avete raccolto sulle scarpe, calzini, pantaloni, maglietta e capelli va via solo con quella meravigliosa acqua calda "di spogliatoio" che cura mille ferite e delusioni.

Ma è questo, ragazzi, il Rugby.

Parlo di un rugby fatto a livello assolutamente amatoriale, da serie minore, da torneo riserve tante volte, ma non per questo meno vero.

E forma, accidenti se forma. Sono allenamenti duri, sono sacrifici e serate spese su un campo sabbioso anziché al cinema o al pub con gli amici, per non parlare della ragazza che  non capisce questo tuo incaponirti, se non sei neppure in prima squadra.

Ma ti segue, qualche volta , a Noceto o Pescara, e non ti dice niente quando esci nero di rabbia dopo un'espulsione. Quel pugno l'hai dato , è vero, ma il Rugby, ragazzi , è uno sport da uomini, si da un colpo, si riceve un colpo e tutto è finito lì. Non ci si aspetta fuori, dopo, anche se poi la storia che alla fine della partita si va tutti a bere assieme , compagni e avversari, è una bella favoletta : mai visto.

Non posso parlarvi del Rugby dei trionfi, dei mitici Francescato, che so, del Trofeo 7 Nazioni ma ho conosciuto, giovanissimo, il vecchio Sgorbati, che ascoltavamo come un Dio quando ci parlava al campo, o, dopo, alla riunione della squadra nella nostra Sede, una saletta di un bar di semiperiferia.

 Non so dire esattamente quanto mi ha dato il rugby, e quanto vi ho dedicato, ma per me , in quegli anni studente universitario di ingegneria, proveniente dal liceo classico, cosa che valeva forse qualcosa culturalmente, ma significava anche l'aver vissuto col paraocchi, è stata la prima vera lezione di vita.

Perché quando sei in campo con gli altri quattordici ti dimentichi ben presto di voler primeggiare o di tirarti indietro. Perché capisci in poco tempo che se tu cedi, tutta la squadra cede con te, e se un compagno ha bisogno, lo devi aiutare. Non c'è posto per chi non si sente un tutt'uno con i propri compagni, anche se poi, appena negli spogliatoi, avrai a ridire con questo e con quello. Ed anche l'avversario lo si rispetta, non solo per il tempo del saluto a inizio e fine partita, ma se è leale , per tutto l'incontro. Episodi squallidi , colpi proibiti ce ne sono, se è un tuo compagno che li subisce sai di dover intervenire. Se è un tuo compagno a infierire, se sei un uomo lo fermi. Questo chiede il Rugby.

Impari a vivere, perché più avanti  non avrai solo gioie, ma anche delusioni, dolori, e questo gioco ti può aiutare, devi essere preparato ad affrontarli. 

Devi continuare a giocare anche se sei stanco, se ti sei fatto male. Sai che 5 , 10 volte ti fermeranno con la palla in mano a pochi metri da quella poltiglia bianca che segna la linea di meta, ma cercherai di arrivarci una volta ancora. Se non sei uno dei più scattanti, agili e veloci della squadra il tuo ruolo sarà ancora più oscuro: di contenimento, mischie aperte, recupero di palla. Proteggerai il saltatore nelle touche, prendendo i colpi anche per lui, e nessuno ti verrà ad abbracciare anche dopo una vittoria.

Giocherai in campi infami, in inferiorità numerica perché qualche compagno non si è presentato. Puoi perdere 74 - 0 in un campetto a Modena, con la fascia da capitano solo perché qualcuno all'ultimo momento è stato aggregato alla prima squadra, con l'arbitro che a metà del secondo tempo si avvicina a te e ti mormora "Su, dai ragazzo, non farli mollare del tutto".  E una volta negli spogliatoi, per prima cosa dirai al gruppo di ragazzini delusi : "Ma domenica andiamo a Cesena ! Quelli li abbiamo già battuti a Bologna".

E saprai che è questo il Rugby, ragazzo.

 

Nico