Poiché il mio Tempio
si chiamerà Casa di orazione
per tutti i popoli
Indirizzo: Via Bertini, 8
Cenni Storici
Lebreo Leone è stato il primo prestatore ad esercitare, a Carmagnola, alla fine del 500. Il nucleo ebraico, con il passare degli anni, si espande fino a raggiungere, allinizio dellOtto-cento, le 171 unità; con lemancipazione del 1848 inizia un processo inarrestabile di trasferimento verso altri centri del Piemonte. Nel quartiere detto delle Cherche, delimitato dalle attuali vie Bertini, Cherche, Benso e Baldessano e sede del ghetto risiedevano dieci famiglie di ebrei, per lo più dedite alloreficeria. Oggi la comunità è estinta ma rimane, a testimonianza dellantico splendore, il bellissimo tempio.
Ghetto: delimitato dalle Vie delle Cherche, Benso, Bertini e Baldessano
Le prime notizie riguardanti una presenza ebraica a Carmagnola risalgono al XV secolo. Nel 1680 Abramo Laude tentò lacquisto di alcuni terreni, ma venne bloccato dall'intervento della seconda Madama Reale: lepisodio fu il pretesto, da parte delle autorità comunali, per un tentativo di reclusione degli ebrei. Nel 1723, quando si istituirono i ghetti in tutto il Piemonte, la scelta del luogo da destinare agli ebrei di Carmagnola fu a lungo dibattuta. Da una parte la locale Comunità ebraica, che voleva mantenere la residenza nella zona centrale di Carmagnola, lungo la via Maestra, lattuale via Valobra, e sulla piazza SantAgostino; dallaltra, il Consiglio della Città, che già da anni tentava di allontanarli dalla zona dei commerci. Nel 1724 si giunse alla decisione di istituire il ghetto nellIsola delle Cierche. Larrivo nel 1737 degli ebrei di Racconigi, un gruppo troppo piccolo per restare comunità autonoma, determinò unaccrescersi della popolazione, accertato nel 1761 a 110 persone. La splendida Sinagoga in stile barocco, con unici arredi, è situata allinterno di una delle case del ghetto.
La Sinagoga
In questo luogo dal fascino discreto, che occupa lultimo piano di un edificio settecentesco, domina il legno: tramite una scala a chiocciola si raggiunge un vestibolo con un lavamani, proseguendo si sale unulteriore scaletta per il matroneo, schermato da una grata lignea. Laula di preghiera, il cui attento restauro è ormai ultimato, si apre al visitatore in maniera inaspettata: è quadrangolare, illuminata da sette ampie finestre, disposte lungo le pareti e sormontate da decorazioni in stucco. Gli scranni lignei occupano i quattro lati: dal soffitto in travi a vista pendono cinque lampadari settecenteschi in legno dorato, mentre il pavimento è di mattonelle in cotto. La splendida Tevà risale al 1766, ottagonale, a baldacchino, posta al centro, è in legno intarsiato e dipinto. In otto piccoli medaglioni scolpiti si legge: Ed io sarò per loro un Santuario minore nelle terre dove sono giunti. NellAron sono intagliate immagini simboliche: il Tempio di Gerusalemme, la Menorà, le Tavole della Legge, lAltare per i sacrifici.
Le foto ritraggono una visita alla sinagoga durante il campeggio di Sauze dOulx 2002
Per gentile concessione della Comunità Ebraica di Torino
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