Per la prima volta abbiamo avuto chi è venuto da Milano e chi da Parigi, chi dalla Germania e chi da Israele e da tanti altri posti, ma tutti con la voglia di stare insieme.
Chi cercava amicizie nuove e chi invece cercava compagni per i propri bambini in un ambiente ebraico.
Lo sfondo incantevole della valle Susa ha stimolato i nostri giovani ad avventurarsi in diversi sport, dalla canoa alle scalate, ecc...
Anche laspetto più spirituale è stato come sempre allaltezza, superando ogni più rosea aspettativa con i vari e importanti interventi di Rav Belinow di Milano, di Rav Richetti di Venezia, di Rav Somek di Torino e dei Rabanim giunti da Parigi. Non dimenticandoci delle preziose serate con gli shiurim della morà Bela Gansburg.
Abbiamo avuto degli eventi come un Bar Mizva, un taglio di capelli e tanti compleanni che hanno reso ancora più speciale il nostro campeggio.
Le serate di studio con Morà Bela Gansburg
Informazioni - Information:
HaBaD Communications
Summer Family Camp
hbd@katamail.com
contattare: Meir Piha
Tel. 02.54.63.677 fax 02.54.10.43.57 cell. 328.64.94.103
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Rafting: I nostri ragazzi in mezzo allazione!
antiquariato
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DA VENEZIA A GERUSALEMME:
Una capanna di 200 anni fa!
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Gerusalemme, nel Museo dedicato agli Ebrei d´Italia sono esposte le quattro pareti di unantica Sukkah, una capanna del XIX secolo che apparteneva ad una famiglia ebrea della comunità di Venezia.
Nel 1516 gli ebrei si concentrarono a Venezia in uno specifico quartiere dando così origine al primo Ghetto del mondo.
La vita nel ghetto veneziano era alquanto difficile e tutto si svolgeva in angusti spazi e in modeste abitazioni: grigie pareti, corde che mostravano i panni, ed un rumore sempre vivo giorno e notte e talvolta insopportabile. Tuttavia, prima della festa di Sukkot, gli abitanti del modesto quartiere iniziavano a costruire sui loro balconi delle Capanne e, seguendo la tradizione, per sette giorni si sarebbero riuniti all´interno di esse.
Spinti dal desiderio di rendere lambiente più bello ed accogliente, escogitarono di costruire le capanne invece che con le tradizionali pareti in stoffa, con più solide pareti di legno: dipingendole ed adornandole con immagini della tradizione biblica, riuscivano così a rallegrare e ravvivare l´ambiente nascondendo il grigiore del quartiere.
Di tutto questo è giunta sino a noi in modo misterioso una sola capanna che è stata rinvenuta in una casa appartenente alla famiglia Sulam.
Segnata nella sua struttura dal tempo, la Sukkah è giunta al Museo italiano dellEbraismo di Gerusa-lemme come dono proprio della famiglia Sulam. Necessità dei conservatori del Museo era quella di procedere ad un restauro della Sukkah attraverso uno smontaggio e una nuova costruzione di essa: il tutto è stato reso possibile da un contributo offerto da David Moshe Cassuto, noto architetto nato a Firenze e già vice sindaco di Gerusalemme, a ricordo dei suoi genitori.
Una delle pareti della Sukkah illustra Mosè che riceve dal Signore le tavole della legge, mentre su unaltra vi è ancora Mosè che, colpendo con un bastone la roccia, compie il miracolo di far scaturire acqua per dissetare il popolo dIsraele nel deserto grazie allintervento divino qui rappresentato dalla luce illuminante il viso del profeta. Sempre poi su una parete della capanna è rappresentato il popolo ebraico mentre raccoglie la manna, il nutrimento sceso per lui dal cielo. Gli ebrei sono quivi rappresentati vestiti con i costumi del tempo, cioè con gli abiti della Venezia di 200 anni fa. |
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