Fin dal primo versetto sappiamo che il destinatario di At (come di Lc) è Teofilo del quale però non si sa nulla.
Si tratta probabilmente del mecenate che ha finanziato l'edizione e la diffusione dell'opera. A questo riguardo è significativo che solo l'opera lucana si presenti come quella di un "io" che ha scritto il testo dopo accurate ricerche (cf. Lc 1.1-4 e At 1.1).
Questo non significa che soltanto Lc-At abbia un "autore", mentre gli altri Evangeli sarebbero solo delle compilazioni. Questo vuoi dire piuttosto che se gli Evangeli sono nati dalla preoccupazione di edificare la comunità nella quale viveva il loro autore e sono quindi delle opere "pastorali", Lc-At invece è nato come "opera letteraria" a scopo storico-teologico su richiesta di un individuo, Teofilo. Non è però indifferente per noi il fatto che questo individuo si chiami "Teofilo", cioè "amico di Dio".
Anche noi, se ci consideriamo amanti di Dio, e quindi amati da Lui, possiamo diventare i destinatari dell'opera lucana e, nel contempo, quelli che diffondono quest'opera attraverso la nostra testimonianza.
Il testo di Luca non ci è rimasto e nemmeno le copie fatte dai copisti pagati da Teofilo. I più antichi manoscritti che contengono parti di At risalgono al III° sec. I più antichi testi completi di At sono del IV sec.
Si possono raggruppare in due famiglie: la prima, chiamata "egiziana" o "alessandrina" o ancora "Testo orientale" (Sin., B, A, P 45 P 50 P 53 P 74 e padri alessandrini), è quella che generalmente danno le nostre traduzioni, la seconda, chiamata "occidentale" (ma che di occidentale ha solo il nome, D, P 8 P 29 P 38 P 48 , Vetus latina, commento arm. di Efrem, Ox 14 [copto] e padri latini), è un po' più lunga e appare più anti-giudaica dell'altra. Non sembra che vi sia dipendenza diretta da una famiglia all'altra; le due famiglie sembrano coesistere fin dal II° sec.
Si pone quindi un problema: perché queste due forme, mentre per l'Evangelo, per il quale esistono pure le due famiglie, le differenze sono minime? Questa diversità proviene probabilmente dallo statuto dei testi: molto presto Lc ha assunto un aspetto "canonico" perché era diventato testo liturgico, sicché la sua forma si è presto stabilizzata; gli At invece furono considerati un'opera "diversa" che solo più tardivamente entrò a far parte delle letture liturgiche.
Non avendo carattere "canonico" (forse fino al IV sec.), nulla impediva di fare qua e là dei ritocchi, dei miglioramenti o di aggiungere qualche spiegazione là dove il testo non sembrava chiaro. In ogni caso, queste due famiglie - cui occorre forse aggiungerne una terza, "imperiale", rielaborazione di quella "egiziana", la più diffusa a partire dal sec. IV - attestano della popolarità che ha avuto il libro degli Atti nella Chiesa antica, nonostante non appartenesse ancora al canone ufficiale delle Scritture.
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