Come capita per quasi tutti i libri biblici, la ricerca di un piano è molto problematica e quasi ogni autore giunge a conclusioni diverse. Il problema deriva dal fatto che gli antichi manoscritti non hanno segni di punteggiatura né separazioni in capitoli o paragrafi: tutto è scritto di seguito.
Questo non vuol dire che l'autore non aveva un progetto che man mano porta avanti.
Anzi, i manuali antichi danno molte indicazioni su come si debba procedere per scrivere un'opera storica di pregio, fra le quali anche quella di passare ad un punto successivo solo quando si è esaurita la materia del punto precedente, e di elaborare accurata mente il passaggio dall'uno all'altro attraverso l'"embricatura", vale a dire: si devono inserire verso la fine di un paragrafo dei segnali che indichino la parte successiva, e all'inizio di un nuovo paragrafo degli elementi che ricordino il paragrafo appena concluso (cf. il racconto dell'Ascensione che chiude Lc ed apre, in modo diverso, At). Allora le parti non si distinguono quando si osserva una rottura nel testo, ma quando si nota un intreccio tematico. Tuttavia nemmeno questa regola consente di giungere ad una conclusione unanime sulla struttura di At.
La ricerca di un piano, seppure importante per noi, non è però decisiva. Un testo è suscettibile di più interpretazioni e quindi di più strutture. L'importante è di trovarne uno che dia senso al testo. Di lì si potranno scoprire altre strutture e altri nuovi significati nel libro che si legge.
1.1-11: Prologo e Ascensione di Gesù.
1.12-6.7: I: La Parola si diffonde Gerusalemme.
6.8-12.25: 11: I testimoni: Stefano, Paolo e Pietro. L'Evangelo raggiunge i pagani.
13.1-15.35: III: Prima missione fra i pagani, assemblea di Gerusalemme.
15.36-21.16: IV: Le missioni di Paolo.
21.17-28.16: V: La "passione" di Paolo.
28.17-31: Conclusione: la Parola non è incatenata.
|