Artista e scienziato-(Anchiano, Valdarno, 1452 -
Amboise,1519) Figlio illegittimo del notaio ser Piero da Vinci, nacque
ad Anchiano il 15 aprile 1452, sua madre era una certa Caterina che non fu
mai esattamente identificata e che non compare nelle notizie biografiche
di Leonardo, tanto da dare una giustificazione morale a quel senso di
solitudine che animerà sempre la vita del maestro. Probabilmente da
ragazzo seguì il padre a Firenze, dove quest'ultimo occupò cariche
pubbliche; senza dubbio nel 1469 era già nel capoluogo toscano dove
frequentò la bottega di Verrocchio, avendo come compagni Botticelli,
Perugino, Lorenzo di Credi. La sua abilità artistica è già
sufficientemente testimoniata in questo periodo dal Battesimo di Cristo di
Verrocchio, opera in cui Leonardo dipinse due angeli inginocchiati e anche
dalla scultura verrocchiesca della Donna delle belle mani, nella quale è
evidente la presenza del giovane artista. Anche in questi primi anni di
attività, egli mostrò di essere già un artista esperto, di gran lunga
superiore allo stesso maestro. In questo periodo oltre alle due
Annunciazioni, quella degli Uffizi e quella più piccola del Louvre, eseguì
il Ritratto muliebre della galleria Liechtenstein e la Madonna
del Garofano di Monaco, oltre ad altre opere che la critica non sempre
concordemente gli assegna. Protetto dal padre, membro influente alla corte
dei Medici, Leonardo ottiene da lui buone commissioni che però non sempre
porta a termine, come è il caso della splendida Adorazione
dei Magi e del S.
Girolamo, rimasti incompiuti, ma assai interessanti per lo studio di
quella tecnica particolare, superficialmente chiaroscurale, che fu poi
sempre alla base della pittura del maestro. Verso il 1483 si recò a
Milano, nello stesso anno con Evangelista e Ambrogio de Predis, firma il
contratto per l'esecuzione di quella che sarà la Vergine
delle rocce, molto probabilmente nell'esemplare attualmente alla
National Gallery di Londra, sebbene qualche studioso pensi, con forse
maggior probabilità, alla molto meno famosa tavola che si può ammirare
nella chiesa milanese di Affori. Lo scopo del suo viaggio a Milano non è
però di natura artistica, ma per ragioni di carattere scientifico, infatti
l'artista si affermò subito anche nel campo prettamente tecnico con
disegni riguardanti l'urbanistica, l'architettura, la fabbricazione di
strumenti di guerra, gli studi sul volo degli uccelli, le ricerche sui
sottomarini, la sistemazione degli alvei dei fiumi della zona milanese. Il
Codice Atlantico, i numerosi manoscritti attualmente all'Institut de
France di Parigi, dopo il furto napoleonico dei preziosi cimeli della
biblioteca Ambrosiana, il Codice Trivulziano,l'innumerevole serie dei
disegni leonardeschi della collezione reale di Windsor e di numerose altre
raccolte pubbliche e private, testimoniano questa sua brama di conoscenza
che non si esemplificò in raccolte organiche destinate alla pubblicazione,
come qualcuno ritiene, ma piuttosto in appunti spesso frettolosi nei quali
il maestro, con la sua caratteristica scrittura mancina, annotava le
impressioni che il suo grande ingegno continuamente gli suggeriva. Non è
chiaro nè evidente il reale apporto pratico di questo studioso che
anticipò numerose e spesso ardite innovazioni tecniche dei secoli
successivi, di questo scienziato che, prima di Galileo, dà valore
soprattutto all'esperienza in contrasto con i concetti del suo tempo,
ancora legati all'oscura mentalità medievale del pensiero talvolta
dogmatico. Di maggiore rilevanza la sua attività artistica per le numerose
opere conservate. I numerosi disegni preparatori, anticipano la visione di
quello che avrebbe dovuto essere il monumento equestre a Francesco Sforza,
purtroppo andato distrutto dalla caduta del Moro, prima che Leonardo,
sempre lento nell'esecuzione dei suoi lavori, potesse eternarlo nel
bronzo. Oltre alla Vergine delle rocce in questo periodo di permanenza a
Milano, eseguì anche il Cenacolo
per il refettorio del convento dei Padri delle Grazie, le decorazioni di
alcune sale del castello, la Belle Ferronière del Louvre, la Dama
dell'ermellino di Cracovia e altre opere in parte dubbie. Terminato il
Cenacolo nel 1497 ottenne in dono dal Moro una vigna fuori Porta
Vercellina, ma nel 1499 il duca è costretto a lasciare Milano in seguito
all'invasione francese, anche se Leonardo non prese parte attiva ai
movimenti politici. Lasciò Milano, e dopo un breve soggiorno a Mantova e a
Venezia, tornò a Firenze dove prepara il cartone per S. Anna. Richiesto da
Cesare Borgia si recò in Romagna per svolgere l'attività di ingegnere
militare, ma in seguito all'affievolirsi della potenza dei Borgia, ritornò
a Firenze dove rimase fino al 1506, qui preparò il cartone per la Battaglia
di Anghiari ed eseguì, forse, quello che fu il suo dipinto più famoso:
la Gioconda. Sistemate a Firenze le questioni relative all'eredità
paterna, nel 1506 tornò a Milano dove, per incarico del governatore
francese Carlo d'Amboise, si dedicò ad alcuni lavori di architettura dove,
salvo un breve ritorno a Firenze, sempre per motivi di interesse, si fermò
per qualche anno. La morte del protettore Giuliano de' Medici lo spinge a
lasciare definitivamente l'Italia; nel maggio del 1517 fu a castello
d'Amboise, ospite di Francesco I re di Francia. Con i suoi pochi oggetti
portò il dipinto che gli era maggiormente caro, la Gioconda; lontano dalla
patria condurrà poi a termine due opere i cui cartoni erano stati
preparati già da tempo: il S.
Giovannino e la S. Anna. In Francia la sua attività artistica fu
scarsa, il 2 maggio 1519 morì tra le braccia del suo discepolo prediletto,
Francesco Melzi. Importanti furono anche i suoi studi riguardanti le
ricerche geometriche, la fisica, la scienza delle costruzioni, la
meccanica dei fluidi, l'idraulica pratica, la meccanica pratica, il volo,
l'anatomia, la geologia e la botanica. La caratteristica distintiva della
sua pittura è il cosiddetto "sfumato leonardesco" sempre presente in tutte
le sue opere (si guardino la Gioconda, la Vergine delle rocce,
l'Annunciazione), nel quale si nota un attento e perfetto studio della
natura (infatti si noti con quale precisione sono rappresentati i vari
tipi di alberi e le varie specie di piante) atto a conferire una
leggerezza e raffinatezza all'opera.