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Le vostre storie

Pubblichiamo le storie più belle che ci avete mandato e se volete ispirarvi a qualche esempio famoso, consultate letteratura a quattro zampe una raccolta di brani sul tema. 
Alfredo da Milano racconta:

"Mi chiamo Birillo e voglio raccontarvi la mia storia, ma devo dirvi che questo non è sempre stato il mio nome: una volta, tanto tempo fa, ero Wiston. 
Un nome importante, come importanti erano le due persone che quel giorno entrarono nel negozio dalla signora Bianca cercando un cucciolo da regalare al loro bambino.
Scelsero me e io ne fui immensamente felice.

La notte di Natale mi nascosero in una scatola colorata e quando il piccolo Matteo l'aprì rischiai quasi di rimanere soffocato a tutti quei baci e quegli abbracci. Ero stato fortunato, avevo un amico con cui giocare, vivevo in una grande casa calda e la mia ciotola era sempre piena.

Poi, un giorno, mentre sonnecchiavo acciambellato sotto la sedia, il papà di Matteo disse alla moglie una cosa interessante:
"Le prossime vacanze le trascorreremo a Tonga. Ho già prenotato il volo. Matteo sarà emozionatissimo, non è mai salito su di un aereo!"

"Aereo"...chissà che cosa significava e "volare" era una cosa che sapeva fare solo Titti, il canarino di Matteo, ma io non avevo ali...mah... Tornai ad appisolarmi.

Il giorno dalla partenza era arrivato. seduto sulle gambe di Matteo ci dirigevamo con l'automobile verso l'aeroporto. L'eccitazione era alle stelle!
Ci fermammo in un posto che loro chiamavano "area di servizio" e visto che la portiera dell'auto era rimasta aperta scesi anch'io. Non sapendo se inseguire Matteo e la mamma oppure andare dietro il papà, decisi di fare una passeggiata per conto mio nel prato che si trovava proprio lì davanti. Mangiucchiai un avanzo di panino, annusai qua e là nell'erba, feci qualche corsetta e qualche capriola poi decisi di tornare indietro, evitai per un pelo di essere travolto da un'automobile, spaventato, corsi a cercare i miei padroni. C'era una folla di gente appena scesa da un autobus che affollava il piazzale e dovetti destreggiarmi tra piedi, gambe e qualche mano che mi  accarezzava. Cercavo Matteo, ma non riuscivo a trovarlo e dei suoi genitori nemmeno l'ombra. Tornai dove avevamo lasciato l'auto, ma non c'era più...sparita! Se ne erano andati senza di me! 

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