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Argomenti
Prima
Parte
Premessa Stato
di conservazione Seconda
parte Agenti
di degrado Analisi
Terza
Parte Consolidamento
Applicato
al cassettonato
Quarta
Parte
Pulitura
Applicato
al cassettonato
Quinta
Parte
Fasi
di intervento
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Lo Smontaggio
Gli incastri
Le deformazioni
L'impiallacciatura
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della Sezione:
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di Restauro
Il
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Progetto
di restauro
PULITURA
La pulitura consiste nel rimuovere dall’oggetto il deposito di
superficie o di vernici ingiallite, rendendo l’opera maggiormente
leggibile, rispettando i processi di adattamento dei materiali della
superficie nei confronti dell’ambiente e l’invecchiamento dei
costituenti organici e inorganici dell’opera, la patina. Essa è
eseguita con solventi che portano il materiale da asportare ad uno stato
colloidale facilmente removibile, o con reagenti che rompono il legame
molecolare dello strato che si vuole eliminare. Come ogni intervento di
restauro anche la pulitura deve essere programmata ed eseguita sulla base
di un’ indagine diagnostica . Per le opere policrome si eseguono delle
prove di pulitura per sperimentare i solventi più adatti e la loro
reattività sulla stratigrafia del film. Le prove, ovvero i tasselli di
pulitura, vengono effettuate in zone delimitate da un tratteggio bianco
(realizzato ad acquerello, facilmente removibile) e identificate da una
sigla. E’ preferibile realizzare i tasselli di piccole dimensioni
(massimo 1cmx1cm) ,in punti che non siano a vista. La pulitura può essere
meccanica o chimica. Quella di tipo meccanico si esegue con l’aiuto
d’utensili come bisturi, lame, metodologie all’avanguardia sono
ultrasuoni, microsabbiatrici e laser; viene definita meccanica perché non
prevede l’uso di sostanze chimiche, anche se i due tipi di pulitura si
possono integrare. La pulitura chimica prevede quindi l’utilizzo di un
solvente. L’azione di quest’ultimo può essere prolungata con
l’apporto d’impacchi di polpa di cellulosa o carta giapponese. Il
supportante è imbevuto di solvente e applicato sulla superficie da
pulire; importante e’ che esso sia capace di rilasciare la soluzione con
estrema gradualità. L’impacco ha il vantaggio di poter essere adattato
alla forma della zona dove si deve intervenire ed applicato per il periodo
voluto. I solventi possono essere di varia natura, quindi d’origine
acida o basica, utilizzati anche in soluzioni e miste. Gli acidi fanno
parte della famiglia chimica capace di impartire la colorazione
rossa alla cartina di tornasole e di generare sali per neutralizzazione
con basi. Si dividono in, acidi inorganici o minerali (ex: acido
solforico,
carbonico, cloridrico) e organici come l’ossalico e linoleico. Essi
agiscono sciogliendo le proteine e per la pulitura si usano solo quelli più
deboli e più volatili. Le basi invece sono una famiglia di composti
chimici sia inorganici sia organici che colorano di blu la cartina di
tornasole. Sinonimo di sostanze alcaline, talvolta utilizzati nei
trattamenti di pulitura, le basi agiscono sulle sostanze grasse e acide.
Nei restauri, possono essere impiegate basi deboli come l’ammoniaca.
E’ preferibile pulire una prima metà dell’oggetto, dividendolo in
senso verticale con una linea tratteggiata bianca, così da evidenziare e
testimoniare la validità dell’intervento. Ogni fase di pulitura deve
essere documentata fotograficamente dall’inizio alla fine.
INTERVENTO DI PULITURA APPLICATO
AL CASSETTONATO
Seguendo i principi soprelencati, eseguiremo alcune prove di pulitura per
assicurarci di utilizzare il solvente più adatto.
I solventi che intendiamo testare sono:
_ ACQUA DISTILLATA
_ ACQUA E ALCOOL (rapporto 1/1)
_ ALCOOL
_ CONTRAD e MEK in diverse diluizioni (10%,15%,20%)
In base all’esperienza acquisita durante lo svolgimento del corso, possiamo
presumere che il solvente più indicato per le nostre esigenze risulti essere il
contrad2000, diluito con acqua distillata al 15%.
Questo è ideale nel caso in cui la policromia non presenti ridipinture, vernici
ingiallite o ossidate particolarmente tenaci, ma solo uno strato omogeneo di
depositi atmosferici dovuto ad una mancata manutenzione e a un naturale
invecchiamento.
Dal punto di vista pratico, eseguiremo l’operazione stendendo il prodotto con
l’impiego di tamponi, di diverse dimensioni a seconda della zona trattata.
Essendo il contrad2000 un solvente che continua ad agire nel tempo, possiamo
calibrare la pulitura anche sulle basi di questa caratteristica, neutralizzando
poi la sua azione con il mek.
È importante sottolineare che la pulitura è comunque un’operazione
soggettiva legata in parte a caratteristiche di sensibilità e buon senso del
restauratore.
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