Il Restauro del Mobile Antico

cassettonato ligneo di

 Palazzo Barbò

 

quinta parte

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Queste pagine sono curate da 

Ilaria Longhi

Manuel Guerci

Alessia Induni

Cristina Paiva Dezolt

 



Argomenti

Prima Parte

Premessa

Stato di conservazione

 

Seconda parte

Agenti di degrado

Analisi

 

Terza Parte

Consolidamento

Applicato al cassettonato

 

Quarta Parte

Pulitura

Applicato al cassettonato

 

Quinta Parte

Fasi di intervento

Conservazione e Manutenzione

 

 


 

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La Disinfestazione

Trattamento Antitarlo

Il Consolidamento

Lo Smontaggio

Gli incastri

Le deformazioni

L'impiallacciatura

La sverniciatura

La stuccatura

La colorazione

Pulire gli accessori

La finitura del mobile

Finitura a cera

Finitura a Gommalacca

 


 

 

Approfondimenti

Palazzo Barbò

Pulizia superficie

 

Sommario della Sezione:

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

Progetto di restauro

 

FASI DI INTERVENTO
La decisione ultima sul modo di procedere, spetta sempre alla sovrintendenza; ruolo del restauratore è quello di suggerire la metodologia di intervento che reputa più opportuna.
Se si verifica la necessità di un intervento a livello strutturale, su opere di questa portata, nelle fasi di lavoro al restauratore dovranno essere affiancate altre competenze; un intervento minimo sarà comunque necessario per evitare ulteriore infiltrazione di umidità e bloccare quelle già esistenti.
Non avendo riscontrato la presenza di tali problematiche la prima operazione sarà l’eventuale sostituzione di elementi irreparabilmente danneggiati dall’umidità.
Contemporaneamente viene portata avanti la fase di riparazione che prevedrà il fissaggio delle parti mobili e la tassellatura.
Per quanto riguarda la tassellatura degli intagli, fondamentale è il fatto che le parti mancanti sono in linea di massima di piccole dimensioni e hanno un corrispondente simmetrico.

Questo permette di effettuare un intervento senza elementi soggettivi e artistici.
I tasselli potranno essere realizzati in legno, utilizzando l’essenza legnosa originale, e intagliati con l’aiuto di utensili specifici quali sgorbie e frese elettriche.

Un’altra possibilità è quella di creare tasselli in resina, ottenuti con la realizzazione di stampi da calchi in gomma siliconica, delle parti originali.
Consiglieremmo la reintegrazione a legno, per non inserire un materiale estraneo e poco compatibile con quello originale, senza una reale necessità.
Nei punti dove si sono verificati distaccamenti della pellicola pittorica o preparazione, interverremo pulendo meccanicamente la parte, portandola a livello del supporto.
Si potrebbe anche consolidare il gesso vecchio con paraloid B72 che ne restituisce la coesione, permettendo una stuccatura sovrapposta. Attuando questo tipo di operazione però non si avrebbero vantaggi né dal punto di vista dei risultati, né da quello della correttezza dell’intervento.
Optiamo per la prima soluzione, che garantisce più sicurezza e maggior duratura nel tempo.Si procede con lo stesso tipo di pulitura anche nelle fessure create tra le assi per il ritiro del legno, in modo da assicurare una superficie pulita, priva di polvere, che permetta allo stucco di esercitare le sue caratteristiche adesive.
Le fessure vengono stuccate con uno stucco a due componenti con caratteristiche di adesione, coesione e durezza maggiore del gesso e che al momento dell’essiccamento ha una consistenza simile a quella del legno. Il colore dello stucco è scuro e la stuccatura viene fatta sottolivello, infatti non ci sono motivazioni estetiche, ma questo intervento ha il solo scopo di limitare le cadute di pulviscolo che potrebbero verificarsi. Come per i consolidanti anche gli stucchi vengono scelti in base alla loro funzione e alle caratteristiche fisico-meccaniche, che devono essere compatibili con il materiale su cui vanno ad agire.
Così come la tassellatura, le stuccature vengono fatte solo nelle parti di una certa dimensione, che disturbano la visione generale dell’opera (per esempio non verranno stuccati i fori di sfarfallamento dei tarli).
Le parti policrome vengono stuccate con una pasta di gesso e colla animale (di coniglio), ricetta riconducibile a quella originale, e vengono poi rese lisce meccanicamente con l’ausilio di spatole, lame, carte abrasive di diversa grana.
Per quanto riguarda la reintegrazione, esistono varie scuole (rigatino, selezione cromatica, tinta neutra).
Il restauratore deve essere in grado di capire qual è il metodo migliore per le diverse situazioni.
In questo caso, essendo le parti da reintegrare di dimensioni molto limitate, ad una notevole altezza e a campitura piatta, abbiamo optato per una reintegrazione a tinta neutra, che rispetta la riconoscibilità dell’intervento e non disturba la corretta lettura dell’opera. Per quanto riguarda le macchie di umidità, non essendo possibile la loro totale rimozione, verranno velate per limitare il danno estetico.

La reintegrazione viene effettuata con tempera all’acqua. Tutti i materiali utilizzati devono rispettare i criteri di reversibilità richiesti da un intervento di restauro.
Abbiamo scelto come finitura l’uso del primalAC33 all’8% vaporizzato, che permette una resa naturale e garantisce una conservazione più duratura rappresentando un ulteriore consolidamento.

 

CONSERVAZIONE E MANUTENZIONE
Grandissima importanza assume lo studio che permette di definire le migliori condizioni ambientali per la conservazione di un’opera. Nel restauro moderno di rilevante importanza è l’ambiente dell’opera d’arte e il controllo dei fattori microclimatici che la circondano. La valutazione di questi parametri porta a limitare lo sviluppo degli agenti di degrado. Nel nostro caso, non necessitando di controlli così stretti che richiedono alti costi e difficoltà tecniche di realizzazione, compito del restauratore sarà quello di educare a una buona manutenzione costante che è preferibile a interventi di restauro radicale intervallati da un lungo periodo di incuria. Si devono tenere condizioni climatiche il più possibile costanti, evitando considerevoli variazione sia nel lungo periodo (stagione) che nel breve (giorno e notte).

Nel caso dei supporti lignei, è particolarmente importante limitare le variazioni di umidità relativa dell’aria, perché da questa dipende l’umidità del legno; le variazione di temperatura hanno importanza non tanto per il loro effetti diretti, quanto perché provocano variazione di umidità relativa. Piccoli ma molto importanti accorgimenti permettono una buona conservazione; ad esempio impianti di riscaldamento e raffreddamento opportuni, isolamento degli ambienti rispetto al clima esterno, coperture e solai, adozione di adeguati serramenti, installazione corretta delle fonti di luce. Sarebbe consigliabile che anche il restauratore partecipasse alla manutenzione con sopralluoghi periodici.

Approfondimenti: Palazzo Barbò


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 Ultimo Aggiornamento: 03/11/06.