cassettonato ligneo di Palazzo Barbò
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Queste pagine sono curate da Manuel Guerci Alessia Induni Cristina Paiva Dezolt
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Quinta Parte
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Progetto di restauro
FASI
DI INTERVENTO
Questo permette di effettuare un intervento
senza elementi soggettivi e artistici. |
Un’altra possibilità è quella di creare tasselli
in resina, ottenuti con la realizzazione di stampi da calchi
in gomma siliconica, delle parti originali.
Consiglieremmo la reintegrazione a legno, per non inserire un materiale estraneo
e poco compatibile con quello originale, senza una reale necessità.
Nei punti dove si sono verificati distaccamenti della pellicola pittorica o
preparazione, interverremo pulendo meccanicamente la parte, portandola a livello
del supporto.
Si potrebbe anche consolidare il gesso vecchio con paraloid
B72 che ne restituisce la coesione, permettendo una stuccatura sovrapposta.
Attuando questo tipo di operazione però non si avrebbero vantaggi né dal punto
di vista dei risultati, né da quello della correttezza dell’intervento.
Optiamo per la prima soluzione, che garantisce più sicurezza e maggior duratura
nel tempo.Si procede con lo stesso tipo di pulitura anche nelle fessure create
tra le assi per il ritiro del legno, in modo da assicurare una superficie
pulita, priva di polvere, che permetta allo stucco di esercitare le sue
caratteristiche adesive.
Le fessure vengono stuccate con uno stucco a due componenti con caratteristiche
di adesione, coesione e durezza maggiore del gesso e che al momento
dell’essiccamento ha una consistenza simile a quella del legno. Il colore
dello stucco è scuro e la stuccatura viene fatta sottolivello, infatti non ci
sono motivazioni estetiche, ma questo intervento ha il solo scopo di limitare le
cadute di pulviscolo che potrebbero verificarsi. Come per i consolidanti anche
gli stucchi vengono scelti in base alla loro funzione e alle caratteristiche
fisico-meccaniche, che devono essere compatibili con il materiale su cui vanno
ad agire.
Così come la tassellatura, le stuccature vengono fatte solo nelle parti di una
certa dimensione, che disturbano la visione generale dell’opera (per esempio
non verranno stuccati i fori di sfarfallamento dei tarli).
Le parti policrome vengono stuccate con una pasta di gesso e colla animale (di
coniglio), ricetta riconducibile a quella originale, e vengono poi rese lisce
meccanicamente con l’ausilio di spatole, lame, carte abrasive di diversa
grana.
Per quanto riguarda la reintegrazione, esistono varie scuole (rigatino,
selezione cromatica, tinta neutra).
Il restauratore deve essere in grado di capire qual è il metodo migliore per le
diverse situazioni.
In questo caso, essendo le parti da reintegrare di dimensioni molto limitate, ad
una notevole altezza e a campitura piatta, abbiamo optato per una reintegrazione
a tinta neutra, che rispetta la riconoscibilità dell’intervento e non
disturba la corretta lettura dell’opera. Per quanto riguarda le macchie di
umidità, non essendo possibile la loro totale rimozione, verranno velate per
limitare il danno estetico.
La reintegrazione viene
effettuata con tempera all’acqua. Tutti i materiali utilizzati devono
rispettare i criteri di reversibilità richiesti da un intervento di
restauro.
Abbiamo scelto come finitura l’uso del primalAC33 all’8% vaporizzato,
che permette una resa naturale e garantisce una conservazione più duratura
rappresentando un ulteriore consolidamento.
CONSERVAZIONE
E MANUTENZIONE
Grandissima importanza assume lo studio che permette di definire le migliori
condizioni ambientali per la conservazione di un’opera. Nel restauro moderno
di rilevante importanza è l’ambiente dell’opera d’arte e il controllo dei
fattori microclimatici che la circondano. La valutazione di questi parametri
porta a limitare lo sviluppo degli agenti di degrado. Nel nostro caso, non
necessitando di controlli così stretti che richiedono alti costi e difficoltà
tecniche di realizzazione, compito del restauratore sarà quello di educare a
una buona manutenzione costante che è preferibile a interventi di restauro
radicale intervallati da un lungo periodo di incuria. Si devono tenere
condizioni climatiche il più possibile costanti, evitando considerevoli
variazione sia nel lungo periodo (stagione) che nel breve (giorno e notte).
Nel caso dei supporti lignei, è particolarmente importante limitare le variazioni di umidità relativa dell’aria, perché da questa dipende l’umidità del legno; le variazione di temperatura hanno importanza non tanto per il loro effetti diretti, quanto perché provocano variazione di umidità relativa. Piccoli ma molto importanti accorgimenti permettono una buona conservazione; ad esempio impianti di riscaldamento e raffreddamento opportuni, isolamento degli ambienti rispetto al clima esterno, coperture e solai, adozione di adeguati serramenti, installazione corretta delle fonti di luce. Sarebbe consigliabile che anche il restauratore partecipasse alla manutenzione con sopralluoghi periodici.
Approfondimenti: Palazzo Barbò
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Ultimo Aggiornamento: 03/11/06.