Il Restauro del Mobile Antico

restauro comò stile Impero

 

quinta parte

 

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Queste pagine sono curate da

  Francesca Latini restauratrice in Fabriano



Gli Argomenti

 

Sommario della Sezione:

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

Per riparare i frontalini dei due cassetti inferiori, è necessario staccare le placcature in quanto, essendo gravemente compromesse per quanto riguarda la loro aderenza alla tavola di pioppo sottostante, una stuccatura semplice sarebbe stata una soluzione di ripiego e a lungo andare, qualche placcatura sarebbe venuta via.

La colla animale è la colla che veniva  utilizzata in quell'epoca  essa si scioglie con il calore, a bagnomaria: è, quindi, reversibile. E' proprio in queste occasioni che si può sperimentare di persona l'importanza dei materiali reversibili: le colle viniliche, quelle bicomponenti e tutte le altre colle sintetiche che si trovano in commercio oggi, non permettono un distacco senza procurare danni al legno perchè sono molto tenaci. Con esse non avrei mai potuto distaccare le placche senza spaccature e fratture gravi dell'essenza lignea.

Partendo quindi dal principio sopra citato, ho bagnato le placche con molta acqua, lasciandole "macerare" con essa per circa un'ora utilizzando stracci bagnati appoggiati sopra il frontalino. Dopo ciò ho numerato, cassetto per cassetto, le varie lastronature per non confondermi nel rimontaggio indicandone sia la successione che il verso. 

Utilizzando una siringa, ho iniettato acqua calda fra la placca in noce e il fondo in pioppo. Ho riscaldato mediante una pistola termica, la zona su cui stavo operando. Ciò ha ammorbidito la vecchia colla che, cedendo un pò alla volta mi ha permesso l'inserimento di due scalpelli da scultore ( più sottili rispetto a quelli da falegname ). Continuando a bagnare ed a scaldare la placca ed inserendo sempre più profondamente  gli scalpelli sono riuscita a distaccarle. Con questo procedimento ho trattato una per una ogni singola placca. 

La parte sottostante di esse si presenta piena di colla appicicaticcia. Per toglierla avrei dovuto raschiare con una raspa. Però in questo modo avrei perso inesorabilmente tutti i segni del ferro a dente (particolare pialla utilizzata dai falegnami con un ferro formato da denti fini e piccoli che serviva a creare una superficie con scanalature che aiutavano la colla ad aderire meglio) e riducendo, anche se di poco lo spessore delle placche.

Ho così messo a bollire in una teglia dell'acqua  e una per una le ho messe a bagno. La colla a caldo si è completamente sciolta ed è bastato strofinare con uno straccio  le placche per asportarne così ogni residuo.

Una placca del secondo cassetto, risulta gravemente compromessa dai tarli, tanto che ho ritenuto opportuno sostituirla con del noce antico, ricavato da un portone della fine del '700 appartenuto ad un ordine ecclesiastico.

Un discorso a parte va fatto per il frontalino in pioppo del cassetto: le placche erano semidiscostate perché la tavola di pioppo sottostante era tutta leggermente imbarcata verso l'esterno diminuendo così la zona di aderenza tra noce e pioppo. Con una pialla a mano ho rettificato allora il frontalino ottenendo così una superficie piana che ho poi graffiato con il ferro a dente. 

Dopo aver ripulito anche lateralmente le placche ho iniziato, partendo dalle due centrali a reincollarle. Come punto di riferimento ho tenuto il foro della serratura.

Tra la lastronatura  ed il pezzo di legno posto sotto il morsetto ho messo un foglio di carta per impedire un eventuale incollaggio tra la placca e il tassello. Appena la colla animale è fuoriuscita dai bordi laterali della noce, spinta dalla forza di trazione dei morsetti, l'ho subito tolta con la punta di uno scalpello per poter subito passare al riassemblaggio di quelle successive.

Una volta terminato l'incollaggio delle placche sui due frontalini, ho lasciato asciugare la colla per le solite 24 ore.

Una volta tolti i morsetti dei precedenti incollaggi (riparazione delle catene e del fianco) dal comò, ho potuto rilevare le misure delle parti in cui verranno inserite le semicolonnine con i loro capitelli. Ho disegnato alcuni bozzetti di capitello da fare al tornio, tenendo conto che la sezione trasversale del capitello non mi da una mezza colonna completa, ma bensì 2/5 di cerchio. Infatti l'avancorpo non forma un quadrato, ma un rettangolo di 2 cm di larghezza e 5 cm di lunghezza. Comunque, visto che viene ricavato da un cerchio, ho tornito il legno con un diametro pari alla larghezza massima dell'avancorpo, cioè 5 cm.

Ho tornito varie forme perché dal vero ho potuto constatare meglio la sproporzione dei vari elementi.

Ho scelto il capitello classico romano in quanto è il più ricorrente riscontrabile nelle documentazioni fotografiche dei vari esempi di mobili Impero ed unisce semplicità e raffinatezza.

Partendo dal diametro del capitello e della base, fatti in noce, ho fissato un pezzo, sempre di noce e tagliato con le giuste misure di lunghezza, larghezza e profondità, ad un tassello alto che mi è servito di supporto alla colonna che ho stretto nella morsa del bancone.

Con il pialletto ho consumato il legno fino a dargli una rotondità ed una rastrematura verso l'alto per snellire la colonna.

Ho poi smussato gli spigoli, creatisi inevitabilmente, con il raschietto e con della carta vetrata a grana grossa per poi arrivare a quella più fina.

 

Fondi staccati

Una volta che la colla sul frontalino dei due cassetti ha fatto presa, ho potuto togliere i morsetti per poter intervenire sui fondi staccati.

Il Falegname che ha costruito il comò ha messo sulle sponde dei ciurli di legno piccolissimi a mo' di chiodi per non consumare i corsaioli, che con l'uso si sono allentati.

Rovesciando sottosopra i cassetti, ho inserito dei chiodi da tappezziere con la testa ribattuta he poi ho infossato, mediante un calzachiodi, nel legno.

Lastronatura dei frontalini mancante

Nella parte frontale dei cassetti alcuni spigoli delle placche erano saltati via. Ho reintegrato queste parti con tasselli sempre di noce antica, facendo attenzione all'andamento della venatura.

Registrazione dei cassetti

Inserendo i cassetti nel comò, ho notato che  c'era troppa "aria" tra catena e cassetto (questo per un difetto di costruzione), così ho distribuito questo eccessivo spazio a metà tra la catena superiore e quella inferiore armonizzando il tutto. Ciò l'ho potuto  ottenere incollando sulla parte bassa delle sponde dei cassetti, quella che scorre sui corsaioli, due liste di noce di 3 mm di spessore, che alzano il cassetto riducendo il vuoto superiore.

 

 


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 Ultimo Aggiornamento: 28/11/05.