Il Restauro del Mobile Antico

restauro comò stile Impero

 

quarta parte

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Queste pagine sono curate da

  Francesca Latini restauratrice in Fabriano



Gli Argomenti

 

Sommario della Sezione:

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

Intervento di restauro

Il comò è stato lasciato per circa due settimane nel laboratorio per permettere il suo adattamento alle nuove condizioni del microclima.

Il mobile ha un immediato bisogno di un trattamento antitarlo.

Per rendere più efficace questo trattamento è opportuno sapere qualche cosa di più di questo insetto nocivo e del suo ciclo vitale.

Le uova vengono depositate in fessure, giunti staccati ecc. Le larve sono estremamente piccole ed incominciano a rodere il legno del quale si cibano. Esse scavano gallerie, rimanendo nello stato di larva per due o tre anni e talvolta per più tempo. Dopo tale periodo si mettono a rodere verso la superficie e si trasformano, una volta adulti, in coleotteri. Abbandonano la galleria attraverso un foro che li porta finalmente all'esterno e qui si accoppiano e la femmina depone le uova in posti adatti, talvolta anche in vecchi  forellini di uscita iniziando così un nuovo ciclo.

Per attaccare il tarlo, la prima esigenza è quella di tentare di fare cessare ogni sua attività con l'uso di appropriato insetticida.

Dovendo sostituire i corsaioli (guide dei cassetti), preferisco eliminarli prima del trattamento in quanto evito uno uso inutile di antitarlo e sono facilitata nel passare il pennello all'interno dei fianchi. Con la pistola a aria compressa cerco di pulire per quanto possibile lo sporco dalla superficie e dall'interno delle gallerie dei tarli per facilitare l'assorbimento dell'insetticida liquido.

Utilizzo lo xilamon, il cui uso è autorizzato dalla Sovraintendenza alle Belle Arti, passandolo abbondantemente con il pennello in ogni parte del comò. Avvolgo il tutto con del nylon per creare una sorta di camera a gas in cui la concentrazione de prodotto sia elevata.

Data la tossicità dei suoi componenti ho eseguito il trattamento con tutte le dovute cautele per evitare un'intossicazione, in quanto lo xilamon ha un grande potere penetrante e attraverso la pelle arriva subito in circolo nel sangue.

Ho lasciato poi il mobile, avvolto nella "camera a gas" per una settimana, per dare all'antitarlo il tempo necessario affinché agisca poi, prima di poter cominciare ad effettuare il restauro l'ho liberato dall'involucro di nylon affinché, per un paio di giorni, stando all'aria perda l'odore del veleno e finisca di asciugare.

Dopo il trattamento antitarlo ho iniziato il lavoro di restauro partendo dal piano: sonoRestauro di un comò Impero: tavole del piano partita con il segnare tutte le varie tavole che compongono il piano del  mobile e le ho staccate mediante l'uso di un mazzuolo di gomma battendo, al di sotto del piano, su di un legno posto di traverso. Con le tavole sono venuti via anche i vecchi chiodi che poi ho segato. Questo perché, essi erano molto infossati nel legno, al punto che se li ribattevo, avrei corso il rischio di rovinare il piano ed in più, li ho potuti conservare, almeno in parte, nella loro posizione originaria.

Ho pulito i punti di giunzione di ogni pezzo del piano, che erano sporchi di polvere, cera e vecchia colla animale, mediante uno scalpello ed una lama semirigida da regno (raschietto)  naturalmente ben affilati.

Restauro di un como Impero: incollaggio delle tavoleLi ho incollati a gruppi di tre con la colla a caldo , tirando prima con dei morsetti, preparati precedentemente, dai lati per accostarli, chiudendoli poi tra due legni lunghi, facendo in modo che non si creino delle differenze di livello nelle giunzioni.

Prima di incollare ho fatto una prova generale, perché la colla a caldo si "impolmonisce" (cioè perde il suo potere collante) se passa troppo tempo dalla stesura al serraggio con i morsetti.

 

Sono passata poi all'incollaggio dello specchio del fianco che non è né incollato né inchiodato ai montanti ma  è semplicemente inserito nelle scanalature, perciò libero di muoversi. Ho potuto così commetterlo agganciando con i morsetti un pezzo di legno  sulla parte sinistra del fianco che mi è servito da appoggio per un altro morsetto che, questa volta, collega questo "ponte" con il fondo del mobile permettendo il riaccostamento delle parti.

Ho iniziato così la ricostruzione dei corsaioli (guide dei cassetti), che come avevamo visto li avevo eliminati in quanto consumati al punto da risultare inservibili.

Una volta prese le misure, ho usato del legno di pioppo per ricavarne i corsaioli. Mediante la sega a nastro ho creato gliRestauro di un comò Impero: riparazione dei corsaioli scassi che vanno ad inglobare i montanti. Dopo averli provati sul mobile, ho fatto dei buchi con il trapano in corrispondenza dei montanti che mi sono serviti da alveolo per inserire chiodi fatti a mano alla maniera antica.

Prima di fissare i corsaioli al comò, li ho piallati con lo sgrossino ( tipo di pialla lunga con ferro arrotondato, che serviva appunto per sgrossare il legno) per cancellare i segni lasciati dalla piallatrice meccanica.

Per posizionarli mi sono servita di una squadra che mi dava la giusta ortogonalità con il fronte del comò. Li ho così incollati ed inchiodati ai montanti. Dopo di ciò ho posizionato le guide, che servono per evitare il gioco laterale dei cassetti direttamente sui cassetti con colla e chiodini senza testa.

Ho notato che le due catene inferiori erano leggermente instabili. Per evitare di smontare tutto il comò ho divaricato, con un sistema di leve, i fianchi, in modo da lasciare sufficiente spazio  per inserire della colla a caldo, iniettata con l'uso di una siringa, negli incastri a tenone  e mortasa. Ho poi richiuso gli incastri stringendoli con un lungo morsetto da fianco a fianco.

 

 


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 Ultimo Aggiornamento: 28/11/05.