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storia del mobile d'Antiquariato |
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Grazie alla "Associazione Culturale Senzatempo" mi è possibile pubblicare una organica "Storia del Mobile d'Antiquariato" del Prof. Paolo Cesari
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Storia del Mobile
Titoli di prossima pubblicazione: Stile Carlo X Stile Neogotico Stile Biedermeyer Neorococò Stile Luigi Filippo Secondo Impero Stile Napoleone III Eclettismo storicizzante Stile Liberty Stile Art Decò
Sommario della Sezione:
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Stile Impero
dal
1804 al 1815 Fu questo uno stile che ebbe dominio indiscusso nell’arte francese ed europea durante il primo quarto del secolo, protagonista assoluto ne fu l’ultimo dei grandi sovrani mecenati, quel piccolo corso che nel 1804 in Notre Dame conobbe la propria apoteosi imponendo alla Chiesa l’inconorazione a Imperatore, un riconoscimento che per certi versi era stato concesso così incondizionatamente al solo Carlo Magno, mille anni prima. Napoleone
seppe riconoscere all’arte la funzione primaria di veicolo di diffusione
della propria fortuna politica e a buon ragione si può affermare che i più
grandi artisti della sua epoca furono al suo servizio, che con un
imponente programma di commissioni pubbliche favorì la ripresa delle
attività artigianali. Protagonisti
indiscussi della civiltà dell’arredo napoleonico furono due architetti,
Charles Percier e Pierre Fontane, che seppero mirabilmente combinare le
esigenze di fasto e grandiosità, espressi con elementi simbolici e
allegorici, con la ricerca di grazia, intimità e leggerezza ben
ravvisabile in ogni interno riconducibile alla loro attività, interventi
che abbracciarono ogni minuto particolare delle arti decorative, dal
mobile al bronzo, dalla porcellana agli argenti. Tra i motivi
“firmati” dai due architetti troviamo la N incorniciate entro serti di
alloro, le api, le aquile, i cigni araldici, disposte in sapienti
equilibri tra ornati ancora a valenza archeologica, o con reminescenze
egiziache. Con
l’Impero, nel mobile giunge a definitivo compimento la rigorosa ricerca
filologica delle forme e delle decorazioni classiche; in questa fase
storica sono ben riconoscibili due diverse tendenze: una eroica, grandiosa
e solenne, l’altra contenuta, discreta, privata. L’insieme determina
arredi dall’eleganza sobria e misurata, pur nel fasto programmatico che
si addice alla corte imperiale. Mobili in uso Il
mobile di stile impero si presenta solido e maestoso, e vanta proporzioni
sempre armoniose e sapientemente equilibrate, la metrica spaziale è
sempre lineare e presenta veste lignaria di norma in radica o massello di
mogano, con superfici di norma spoglie da altre essenze lignee. L’ornato
è demandato all’inclusione di forniture bronzee dorate o in ottonella
rifinita a sbalzo. In questo periodo i sedili di moda presentano la caratteristica unione della gamba anteriore con il supporto del bracciolo, a volte risolto a intaglio scultoreo in forma di cigno, leone alato, sfinge, cariatide o erma, anche la versione “a gondola” già nota in epoca Direttorio conosce ampi consensi. Torna di moda la poltrona-trono, con esigenze di parata, riccamente ornata da intagli e rifinita a foglia d’oro. Tra i sofà furoreggia la méridienne e torna in auge lo sgabello a X, anche in ragione del fatto che l’usanza a corte impone l’uso delle poltrone per etichetta riservato alla sola coppia imperiale o alla madre del Bonaparte. Le consoles continuano a godere di immutata fortuna, ma si prediligono forme strette e allungate, e nel contempo si impone al pubblico la nuova tipologia a mezzaluna. Le commodes conoscono diffusione capillare e rispetto alla mobilia di epoca neoclassica si è altamente differenziata, per ospitare lungo le pilastrate colonne ebanizzate a emiciclo o a tutto tondo, incamiciate entro capitelli di stile dorico, prolungano l’intera cintura rispetto al filo dei cassetti inferiori, e montano caratteristici piedi a plinto fasciato, detti anche “a zampa da elefante”, un piede che insieme alla tipologia “a zampa ferina”, “a triclinium” o “a mondo lambito da artigli d’aquila”, costituirà l’intero organigramma dei sostegni di epoca Impero. Spesso i mobili montano piani in marmo italiano o in granito belga. Fra
i complementi d’arredo di dimensioni contenute si segnala l’immancabile guéridon,
dalla tipica foggia a tripode, a piano talvolta girevole e con tre gambe
innestate su predella sostenuta da piedi ferini, si segnala ancora l’athénienne,
con uso di piccoli lavabo o giardiniere. La toilette
conserva la foggia a console già
introdotta in periodo Direttorio e la psiche
diventa un elemento d’arredo immancabile presso le nuove classi sociali di
potere, insieme all’arpa, che da strumento musicale si arricchisce di valenze
di così alta ebanisteria da poter essere considerata a tutti gli effetti un
mobile. Le
scrivanie incontrano diffusione capillare, di norma sono del tipo a bureau
plat, ma si diffonde una nuova tipologia – peraltro prediletta da
Napoleone – detta bureau méchanique, munita di un largo ripiano che si apriva a
scatto, sostenuto da due solidi corpi laterali di cassetti, è inoltre in auge
un tipo di bureau particolarmente di
lusso, concepito come un immaginario arco di trionfo, di cui è pregevole
esempio l’esemplare realizzato per Giuseppina dai fratelli Jacob, oggi
conservato alla Malmaison. |
I
letti svolgono una funzione coreografica di primo piano, in ogno caso sono del
tipo con il lato lungo appoggiato alla parete della stanza. Tipici del periodo
sono i letti “en bateau”, a doppie
testiere laterali diritte o sagomate “a
tulip” oppure del tipo detto “lit
à l’antique”, dotato di un’unica testiera. Ai lati del letto fa la
sua comparsa il “somno”, un tipo
di tavolino eseguito di norma nella stessa essenza lignea del letto e munito di
piano marmoreo e adorno di fregi bronzei e iscrizioni dotte.
Tecniche costruttive
E’
bene sottolineare che la mobilia francese in epoca Impero è altamente
differenziata per tecnica di costruzione e finiture cardaniche o decorative
rispetto agli esemplari realizzati in Italia nel medesimo periodo. Oltralpe si
è ormai giunti a uno standard costruttivo che per certi versi si può definire
già modernista. Segnalo la presenza costante di impiallacciature di spessore
contenuto, chiodature a filo o a testa umbonata, controsoffitti al cassetto,
schiene a doppia fodera entro montanti, serrature a incasso e di norma eseguite
in bronzo o ottone dorato e fissate a mezzo di viti, ornamenti in fusione a cera
persa di bronzo e rifiniti a lumeggiatura aurea. Tagli lignari eseguiti a mezzo
di seghe meccaniche.
L'Impero in Italia
In
Italia, benché il fiorire di mobilia in sintonia al gusto Impero francese abbia
di fatto conseguito una penetrazione capillare e trasversale giungendo ad
arredare l’abitazione di ogni strato sociale, si rileva un’arretratezza
tecnica che in più casi non consente di differenziare esemplari costruiti tra
gli Anni Settanta-Ottanta del Settecento se raffrontati a esemplari realizzati
tra gli Anni Trenta dell’Ottocento. Preciso fin d’ora che lo Stile Impero
italiano conobbe una vita straordinariamente lunga, tanto da essere
continuativamente realizzato fino al 1850 e oltre.
Ebbene,
nella nostra penisola per tutto il primo quarto dell’Ottocento si continuò a
vestire gli scheletri dei mobili con lastre di radica (in noce e solo di rado in
mogano), i tagli lignari continuano ad essere effettuati con seghe ad acqua o
manuali, le schiene continuano ad avere fasciame ad assicelle verticali, solo
rarissimamente si segnala presenza di controsoffitti, le serrature sono ancora
del tipo a ferro forgiato, con scatola larga e sarrata, le guarnizioni
metalliche sono in ottonella stampata entro calchi lignei e poi rifinite a mano
o godronate e lievemente lumeggiate a oro, di gran lunga meno costose delle
preziose finiture francesi.
Nondimeno
la mobilia realizzata in Italia è comunque di ottima fattura, e in taluni casi
si segnala per qualità elevata, come nei casi di Lucca (dove era attivo
l’ebanista Youf alla corte di Elisa Baiocchi Bonaparte), di Parma e Piacenza.
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