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Recensioni libri
( )


Speciale "I giorni del caos"
Il dossier dell'FBI su Jim Morrison

John Delmonico
I giorni del caos - Il dossier dell'FBI su Jim Morrison

(Selene edizioni) pp.133

Alcuni estratti dal dossier Morrison:
:: Gli incidenti del marzo 1969
:: Jim Morrison "latitante"
:: L'episodio sul volo per Phoenix
:: La morte del "Re Lucertola"

Per approfondire - i link:
:: Il rapporto integrale della commissione Church
:: Il rapporto integrale della commissione Rockfeller
:: Il dossier integrale dell'FBI su Jim Morrison
:: Il Freedom of Informaction Act dell'FBI

I giorni del caos (Il dossier dell'FBI su Jim Morrison) di John Delmonico (collana Distorsioni) sarà disponibile, in anteprima, durante la prossima edizione di Parole nel tempo, al castello di Belgioioso (PV) presso lo stand della Selene Edizioni, il 25 e 26 settembre 2004

Elicotteri sul Mekong

Che l'America dopo l'Undici Settembre non fosse più la stessa, e così anche il mondo in cui viviamo, lo si è capito da tempo. La realtà è che nei giorni della PAURA, anche le fantasie più recondite emergono dai recessi della coscienza evocando i fantasmi più remoti. Dallo spettro del Disordine e del Caos non ci si poteva che stupire allora se le Porte della Percezione non si spalancassero un'altra volta, e non vi uscisse ancora il nome The Doors. Sia ben chiaro, non i tre superstiti della rock band californiana, bensì il povero James Douglas Morrison che, con buona pace di chiunque abbia asserito di averlo visto di nuovo- avrebbe oggi 61 anni -, viene nuovamente bandito dall'Indice del Giorno Dopo, resuscitando dal carteggio della storia a maledire un'altra epoca in cui l'establishment americano è di nuovo a bersaglio della rivoluzione. Jim, i Doors, la realtà, il mito, a costruirli questa volta non sono sciamaniche visioni o la sterminata agiografia morrisoniana, bensì un brillante lavoro di ricerca storica che ha l'incedere di una spy-story, ma ci precipita oggi come allora nel contesto insieme diafano e quanto mai tangibile dell'America invisibile e più che mai reale, che ha fatto da contraltare alle vicende degli anni d'oro del rock e della controcultura giovanile, con l'escalation nel Golfo del Tonchino ed il ripristino, con ogni mezzo in patria, del presunto Ordine Costituito. E' questa l'epoca dell'Operazione CHAOS della CIA e del COINTELPRO dell'FBI, di tutta quella mole di informazioni tanto segretissime quanto inutili, se non a dimostrare la pudica ingerenza a nome della Sicurezza Nazionale nella vita di qualsivoglia "supposto" elemento destabilizzante del Sistema. Così la rock'n'roll star "King Lizard", come altri suoi colleghi colpevoli soltanto di perseguire ideali, e talvolta di farlo a nome della nazione giovane all'apogeo della libertà invocante pace e amore, invece della guerra. The End risuona sul volo degli elicotteri sul Mekong di Apocalypse Now e sembra, quasi a voler sottolineare nell'infausta manipolazione del Disordine, che proprio qualcuno avrebbe dovuto esserne il capro espiatorio


I giorni del caos

Ne' I giorni del caos. Il dossier dell'FBI su Jim Morrison, John Delmonico (Eugene, Oregon, 1950) sviscera l' "ennesimo spaccato del Potere" ai tempi della guerra in Vietnam, eredi del maccartismo e della caccia alle streghe, quella stessa in cui finirono loro malgrado gli stessi artisti ed intellettuali che delle immagini del periodo ne hanno proferito didascalia e colonna sonora. Il libro descrive da un'altra angolatura il contesto, politico e culturale, in cui la creazione di un mito si incrementa tra realtà e finzione, e quantunque non ergendosi ad apologia di Morrison ne delinei egualmente un'iconografia, quello che emerge dagli X-Files in questione, per dirla anche con Lenny Bruce, non è ciò che la rockstar è stata ma quello che i governativi avrebbero voluto che fosse. Al centro i processi invasivi di Washington intorno alla vita civile che, nelle paranoie del sospetto, ha considerato - e in taluni casi, considera tuttora - indifferentemente delittuosi la criminalità, le droghe, l'emancipazione sessuale e la protesta nelle Università, il cantante dei Doors o lo stesso John Lennon (Dimmi la verità. Il Watergate del rock'n'roll. Il dossier dell'FBI su John Lennon, riedito da Selene 2004 ).


The End...!?

In tempi da FAHRENHEIT 9/11 le parole di Morrison sbeffeggianti il Sistema suonano quanto mai profetiche, e quando afferma: - "…si dovrebbe prendere qualcuno per strada, non so come lo si potrebbe scegliere, forse a caso, e farlo presidente…" - sembra che l'utopia del Carnevale Nazionale di una settimana voluta dal ribelle americano sia quantomeno attuale. Certo è che Morrison, quale buffone alcolizzato come qualcuno l'avrebbe poi apostrofato, era ben lontano dall'essere "pericoloso" nella sua teatralità, e l'altra faccia dell'America scivola un'altra volta dalla terra del sogno e della speranza a quella delle mille contraddizioni.
Emblematico in Delmonico: "…quando Tom Baker e Jim Morrison vennero arrestati per i loro bagordi aerei, stavano viaggiando verso Phoenix dove andavano a "sostenere i Rolling Stones" in concerto. Persero la coincidenza con la storia soltanto per pochissimi giorni. Proprio i Rolling Stones, infatti, avevano organizzato un grande raduno nell'area californiana che, nelle intenzioni, doveva essere probabilmente la risposta ai tre giorni di pace, amore e musica di Woodstock. Fu esattamente il contrario, perché nell'infernale baraonda di Altamont, sarebbero stati i testimoni della fine di un'epoca. Gli Hell's Angels, che erano stati assoldati come servizio d'ordine, si scatenarono lasciando un cadavere sul terreno, arrivando persino a picchiare i maggiori alfieri dell'epopea flower power , i Jefferson Airplane, che preferirono togliere il disturbo in fretta e furia. Un presagio cupo, oscuro e minaccioso trasformò il concerto di Altamont nel cul de sac di un intero immaginario e per loro, per i Rolling Stones stessi, per Santana e per i Grateful Dead i tempi d'oro del rock'n'roll si conclusero in un modo drammatico, livido, spietato. Per Jim Morrison finì in una farsa, confuso tra i passeggeri di un volo, una rissa puerile e delirante che solo l'FBI scambiò (quasi) per un dirottamento. Tom Baker che butta sapone nel whisky di Jim Morrison, Jim Morrison che bercia all'indirizzo della polizia: "Non ho fatto niente, non ho fatto niente". Non era la rivoluzione, e non era nemmeno il caos.
Si individua di fatto nel testo un documento che, ripercorrendo la volontà persecutoria e di controllo sociale di un'era insieme paranoica e paradossale, ne dipinge la scottante attualità di un'altra, per una Nazione che a tutt'oggi si scandalizza per l'improvvisa nudità di Janet Jackson al Super Bowl - e manda in onda i programmi in differita di pochi secondi -, ma cerca improbabili giustificazioni a talune violenze dei suoi militari in Iraq.
(Matteo Fratti)

 

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