Speciale
"I giorni del caos"
Il dossier dell'FBI su Jim Morrison
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I giorni del caos (Il dossier dell'FBI
su Jim Morrison) di John Delmonico (collana Distorsioni)
sarà disponibile, in anteprima, durante la prossima
edizione di Parole nel tempo, al castello di Belgioioso
(PV) presso lo stand della Selene Edizioni, il 25 e
26 settembre 2004
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Che l'America dopo l'Undici Settembre non fosse più la stessa,
e così anche il mondo in cui viviamo, lo si è capito
da tempo. La realtà è che nei giorni della PAURA, anche le
fantasie più recondite emergono dai recessi della coscienza
evocando i fantasmi più remoti. Dallo spettro del Disordine
e del Caos non ci si poteva che stupire allora se le Porte
della Percezione non si spalancassero un'altra volta,
e non vi uscisse ancora il nome The Doors. Sia ben
chiaro, non i tre superstiti della rock band californiana,
bensì il povero James Douglas Morrison che, con buona
pace di chiunque abbia asserito di averlo visto di nuovo-
avrebbe oggi 61 anni -, viene nuovamente bandito dall'Indice
del Giorno Dopo, resuscitando dal carteggio della storia a
maledire un'altra epoca in cui l'establishment americano è
di nuovo a bersaglio della rivoluzione. Jim, i Doors, la realtà,
il mito, a costruirli questa volta non sono sciamaniche visioni
o la sterminata agiografia morrisoniana, bensì un brillante
lavoro di ricerca storica che ha l'incedere di una spy-story,
ma ci precipita oggi come allora nel contesto insieme diafano
e quanto mai tangibile dell'America invisibile e più che mai
reale, che ha fatto da contraltare alle vicende degli anni
d'oro del rock e della controcultura giovanile, con l'escalation
nel Golfo del Tonchino ed il ripristino, con ogni mezzo in
patria, del presunto Ordine Costituito. E' questa l'epoca
dell'Operazione CHAOS della CIA e del COINTELPRO
dell'FBI, di tutta quella mole di informazioni tanto segretissime
quanto inutili, se non a dimostrare la pudica ingerenza a
nome della Sicurezza Nazionale nella vita di qualsivoglia
"supposto" elemento destabilizzante del Sistema. Così la rock'n'roll
star "King Lizard", come altri suoi colleghi colpevoli soltanto
di perseguire ideali, e talvolta di farlo a nome della nazione
giovane all'apogeo della libertà invocante pace e amore, invece
della guerra. The End risuona sul volo degli
elicotteri sul Mekong di Apocalypse Now e sembra, quasi a
voler sottolineare nell'infausta manipolazione del Disordine,
che proprio qualcuno avrebbe dovuto esserne il capro espiatorio |
Ne'
I giorni del caos. Il dossier dell'FBI
su Jim Morrison, John Delmonico (Eugene, Oregon,
1950) sviscera l' "ennesimo spaccato del Potere" ai tempi
della guerra in Vietnam, eredi del maccartismo e della caccia
alle streghe, quella stessa in cui finirono loro malgrado
gli stessi artisti ed intellettuali che delle immagini del
periodo ne hanno proferito didascalia e colonna sonora.
Il libro descrive da un'altra angolatura il contesto, politico
e culturale, in cui la creazione di un mito si incrementa
tra realtà e finzione, e quantunque non ergendosi ad apologia
di Morrison ne delinei egualmente un'iconografia, quello
che emerge dagli X-Files in questione, per dirla anche con
Lenny Bruce, non è ciò che la rockstar è stata ma quello
che i governativi avrebbero voluto che fosse. Al centro
i processi invasivi di Washington intorno alla vita civile
che, nelle paranoie del sospetto, ha considerato - e in
taluni casi, considera tuttora - indifferentemente delittuosi
la criminalità, le droghe, l'emancipazione sessuale e la
protesta nelle Università, il cantante dei Doors o lo stesso
John Lennon (Dimmi la verità. Il Watergate del
rock'n'roll. Il dossier dell'FBI su John Lennon, riedito
da Selene 2004 ).
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In tempi da FAHRENHEIT 9/11 le parole di Morrison
sbeffeggianti il Sistema suonano quanto mai profetiche,
e quando afferma: - "…si dovrebbe prendere qualcuno per
strada, non so come lo si potrebbe scegliere, forse a caso,
e farlo presidente…" - sembra che l'utopia del Carnevale
Nazionale di una settimana voluta dal ribelle americano
sia quantomeno attuale. Certo è che Morrison, quale buffone
alcolizzato come qualcuno l'avrebbe poi apostrofato, era
ben lontano dall'essere "pericoloso" nella sua teatralità,
e l'altra faccia dell'America scivola un'altra volta dalla
terra del sogno e della speranza a quella delle mille contraddizioni.
Emblematico in Delmonico: "…quando Tom Baker
e Jim Morrison vennero arrestati per i loro bagordi aerei,
stavano viaggiando verso Phoenix dove andavano a "sostenere
i Rolling Stones" in concerto. Persero la coincidenza con
la storia soltanto per pochissimi giorni. Proprio i Rolling
Stones, infatti, avevano organizzato un grande raduno nell'area
californiana che, nelle intenzioni, doveva essere probabilmente
la risposta ai tre giorni di pace, amore e musica di Woodstock.
Fu esattamente il contrario, perché nell'infernale baraonda
di Altamont, sarebbero stati i testimoni della fine di un'epoca.
Gli Hell's Angels, che erano stati assoldati come servizio
d'ordine, si scatenarono lasciando un cadavere sul terreno,
arrivando persino a picchiare i maggiori alfieri dell'epopea
flower power , i Jefferson Airplane, che preferirono togliere
il disturbo in fretta e furia. Un presagio cupo, oscuro
e minaccioso trasformò il concerto di Altamont nel cul de
sac di un intero immaginario e per loro, per i Rolling Stones
stessi, per Santana e per i Grateful Dead i tempi d'oro
del rock'n'roll si conclusero in un modo drammatico, livido,
spietato. Per Jim Morrison finì in una farsa, confuso tra
i passeggeri di un volo, una rissa puerile e delirante che
solo l'FBI scambiò (quasi) per un dirottamento. Tom Baker
che butta sapone nel whisky di Jim Morrison, Jim Morrison
che bercia all'indirizzo della polizia: "Non ho fatto niente,
non ho fatto niente". Non era la rivoluzione, e non era
nemmeno il caos.
Si individua di fatto nel testo un documento che, ripercorrendo
la volontà persecutoria e di controllo sociale di un'era
insieme paranoica e paradossale, ne dipinge la scottante
attualità di un'altra, per una Nazione che a tutt'oggi si
scandalizza per l'improvvisa nudità di Janet Jackson al
Super Bowl - e manda in onda i programmi in differita di
pochi secondi -, ma cerca improbabili giustificazioni a
talune violenze dei suoi militari in Iraq.
(Matteo Fratti)
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