L'intervista
Il nuovo lavoro sembra portare avanti tutte
le idee già presenti nell'esordio, ma con maggiore confidenza.
Quando ha iniziato a prendere forma Oh My Girl?
Penso che la maggiore confidenza derivi dalla consapevolezza
di aver portato a termine qualcosa che stavo cercando di raggiungere
da molto tempo nella mia vita. Reckless Burning è stato in
ogni caso uno dei momenti di magiore orgoglio per me. Ho scritto
la canzone Oh My Girl il giorno dopo la scomparsa
di un nostro carissimo amico, non molto tempo dopo la pubblicazione
del disco precedente, è stato come se il cielo si aprisse
e me la donasse. Quella canzone ha sostanzialmente tracciato
le tonalità per il resto del disco
Quale pensi sia la maggiore conquista ottenuta con il nuovo
disco, sia nel suono che nel songwriting?
Oh My Girl è stato un disco difficile da condurre fino in
fondo. Mi rendo conto che il suono è più maturo e spero che
il songwriting tenga fede al valore che abbiamo toccato con
il primo lavoro, ma al momento sono troppo vicina alla sua
conclusione per dare un giudizio su cosa realmente abbiamo
raggiunto o migliorato
L'intera produzione possiede però un suono
molto brillante: ho tra le mani una advance copy del disco,
per cui mi chiedevo se le persone coinvolte fossero le stesse
presenti in Reckless Burning
Abbiamo registrato nuovamente con l'aiuto di
Tucker Martine nel suo studio personale. La band degli
Sweet Hereafter è costituita dagli stessi musicisti del passato,
cioè Anne Marie Ruljancich, Bill Herzog, Kevin
Warner e Phil Wandscher. Questa volta però ci siamo
concessi il lusso di portare in studio qualche altro collaboratore.
Credo che ci sia una relazione molto intensa in questo disco
tra il violino, la pedal steel e le chitarre, seguendo una
linea molto semplice e senza creare confusione. Le canzoni
sembrano effettivamente avere un respiro, quasi fosse una
parte vitale del nostro suono
E' interessante il fatto che tu attribuisca
i dischi a Jesse Sykes and Sweet Hereafter: quanto di queste
canzoni arriva dal tuo lavoro e quanto dalla band?
Passo molto tempo a casa cercando di lavorare
sulle canzoni, con un piccolo registratore. Traccio le mie
idee e poi cerco di sviluppare quelle che rimangono più impresse
nella mia testa. Dato che io e Phil viviamo insieme, risulta
naturale che condivida queste idee con lui. Solitamente capiamo
subito quello che funziona e quello che invece non va, spieghiamo
i dettagli e presentiamo il tutto al resto della band. In
studio il processo si svolge con semplicità. Dopo aver concluso
le tracce base ed esserci concentrati sui ritmi essenziali,
lascio libertà a Phil con le sue parti di chitarra. così la
canzone comincia a prendere forma e possiamo aggiungerci violino,
piano e pedal steel. Predicare la semplicità è la cosa migliore
per lavorare con le diverse persone coinvolte, può essere
faticoso a volte, perché la tendenza è di suonarsi addosso.
Fai schioccare un po' la frusta e le cose tendono a tornare
al loro posto….è comunque un lavoro di amore, dedizione continua,
pazienza e condivisione degli stessi sogni
Avete avuto difficoltà agli inizi per trovare
un contratto discografico?
Inizialmente non ci avevamo nemmeno pensato,
lo facevamo per noi stessi. Per fortuna alcuni nostri amici
hanno fondato una loro etichetta (la Burn,Burn,Burn) e hanno
deciso di far uscire Reckless Burning (per il mercato americano,
ndr). A volte le cose milgiori accadono quando non sei tu
a chiedere molto. Anche il nostro incontro con Michel della
Fargo è arrivato così, per un colpo di fortuna ed è
stato amore a prima vista
Riguardo alla tua scrittura, come descriveresti
le nuove canzoni? Il disco sembra avere una atmosfera molto
omogenea…
Ho la sensazione che a volte i dischi siano
delle capsule del tempo. Ad un certo punto sono in grado di
guardarmi indietro e di sapere esattamente dove sono stata.
Ma queste connessioni le posso fare solo con il senno di poi.
Direi che il tema della perdita, della morte è il più prevalente
nel disco, ma non in una prospettiva lugubre, c'è infatti
molta speranza racchiusa all'interno delle canzoni
Le chitarre molto riverberate, certi arrangiamenti,
come in The Dreaming Dead, tutto sembra suggerire una grande
influenza del paesaggio americano, una sorta di "desert
sound"...
Mi piace pensare alla nostra musica come se
fosse la colonna sonora di un film di Sam Peckinpah.
La strumentazione è strettamente connessa al messaggio contenuto
nella nostra musica. Sono convinta che oggi si sia perso molto
dell'essenza della musica all'interno delle canzoni. Le melodie
e le parti scritte, i ritornelli, gli arrangiamenti, ci sono
molte voci da esplorare. Tutto questo lo colgo spesso dal
paesaggio che mi circonda, dall'essere avvolta dalla natura
Effettivamente la vostra musica sembra spesso
che racconti per immagini, a me ha ricordato però il suono
di Morricone e degli spaghetti western…
Gli Spaghetti westerns? Clint Eastwood?
Penso proprio di si, mi piacciono. Sarebbe molto bello avere
l'opportunità di lavorare su una colonna sonora o per lo meno
avere una canzone ospitata all'interno di un film… Sophia
Coppola, stai leggendo tutto questo?
Il lavoro di Phil alle chitarre è davvero
l'elemento aggiunto. Cosa apprezzi di più del suo lato di
musicista?
Il gusto e la riservatezza, anche se può essere
difficile rapportarsi a lui. Non credo comunque di poter ottenere
certi risultati senza il suo apppoggio
Uno dei brani più interessanti mi è parso
House Down By the Lake, specialmente per il feeling soul alla
fine della canzone, con la sezione fiati. Chi ha avuto l'idea
di questo arrangiamento?
Phil se ne è uscito con una melodia che ci
sembrava adatta da sposare con i fiati. Il nostro amico Steve
Moore è arrivato in studio con un collaboratore e hanno
fatto il resto. Suona come una sorta di dixieland funeral
band, una celebrazione della vita e della morte allo stesso
tempo
Anche se apparantemente lontana dal tuo
stile, apprezzi la tradizione nera della soul music? Te lo
chiedo perché a volte la tua voce ha una cadenza molto malinconica,
molto blues...
In alcuni momenti si, ho la sensazione che
la nostra musica richiami la soul music o almeno quell'emozione,
quel desiderio d'amore. C'è questa sorta di disperazione nel
suono dei vecchi blues e del soul che mi cattura. Quando Phil
mette su un disco di Lightnin' Hopkins sento un uomo disposto
a morire per la sua musica. Trovo questa qualità in tutta
la musica che mi ispira
La tua musica è spesso nostalgica, è stata
descritta come "country noir": ti ritrovi in questa espressione?
Si, penso che sia una buona definizione. Adoro
il vecchio country, il bluegrass, Bill Monroe e Merle Haggard.
La musica che mi coinvolge di più ha sempre uno fondo di oscurità,
ma non in senso letterale. Voglio dire che non sono attratta
perché ha delle vibrazioni sinistre, pesanti. È solo che una
bella melodia è intrisecamente anche triste, non ha importanza
che tipo di canzone sia. Alla fine sono alla ricerca di una
canzone che mi spezzi il cuore
Per questo ti hanno anche paragonato a Neko
Case e Cat Power. Sei infastidita da questi paragoni?
Non me ne preoccupo più di tanto
In generale quali sono gli artisti che sono
stati fondamentali per la tua maturazione artistica?
Molti, ti potrei citare Townes Van Zandt, Leonard
Cohen, Lee Hazelwood, Merle Haggard e più recentemente Nicolai
Dunger, tutti sono stati di grande ispirazione per me
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