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Chris Stamey - Travels in The South Yep Roc/IRD 2004

Il curriculum di Chris Stamey brilla maggiormente per i frequentissimi lavori conto terzi che per produzioni proprie. Infatti, dal 1983 ad oggi, Chris ha all'attivo solo sei dischi a suo nome (più l'appartenenza a Db's e Golden Palominos), mentre si sprecano le apparizioni e le collaborazioni. Il suo ritorno da solista, intitolato Travels In The South e primo disco per la Yep Roc, non sfrutta a pieno le affinità musicali con le radici e il suono tradizionale; qualità già palesate al mixer per artisti cult del movimento Americana, quali Alejandro Escovedo, Whiskeytown, Tift Merritt e Catlin Cary. Travels In The South non colpisce proprio nel segno, ma sa barcamenarsi tutto sommato dignitosamente, fra suoni energici di chitarra (eseguiti anche dallo scriteriato Ryan Adams) e qualche buona canzone. Il rombo d'aeroplano che apre il disco, a mo' di Back In The Ussr dei Beatles, fa capire subito che il pellegrinaggio musicale fra le paludi della Louisiana e quelle del Mississippi non avviene a bordo di un'esilarante Coup Deville Convertibile rosa, bensì sulle ali di un modesto biplano da musicista borghese già arrivato. Ed è questo il punto: il disco riflette una luce troppo spesso artificiale e piena di sé, proveniente da una fonte importante sì, ma che pretende di far lavorare molti, forse troppi musicisti, votandosi evidentemente ad un rock di matrice commerciale. Viste però le fortunate parentesi, da Stamey ci si aspetterebbe qualcosa di più easy, di elettroacustico o, perché no, di roots-oriented. Ad eccezione di In Spanish Harlem (ballata acustica e sweet con fisarmonica, che fa il paio con There's A Love) e dell'altra ballata And I Love Her (che ricorda invece l'incontro fra Burt Bacharach e Elvis Costello), troviamo molte tastiere, intrecci di voci e di chitarre elettriche: quando meno te lo aspetti, però, ecco spuntare da questo mood poppeggiante il lato "combo band sudista", evidente a sprazzi in Kierkegaard, in The Sound You Hear, nella title-track e nella strumentale K Jam. Il disco scorre curiosamente fino alla conclusiva Leap Of Faith, canzone strumentale che riprende i temi già trattati in ogni brano dello stesso Travels In The South. Pur restando dell'idea che Travels In The South sia un lavoro sufficientemente gradevole, se da un lato il suo contributo da produttore è ineccepibile, dall'altro non si può dire altro che: "provaci ancora Stam(ey)"…e speriamo che il prossimo sia all'altezza della sua fama.
(Carlo Lancini)

www.yeproc.com
www.chrisstamey.com