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Reto Burrell - pop-rock goes to heaven |
Con
Shaking Off Monkeys quel magico impasto di chitarre elettriche
e melodia che tanto ci piace, finisce veramente dritto in paradiso.
Questo giovane ragazzo svizzero è una delle rivelazioni
assolute della stagione in casa RootsHighway, e non tanto per
le sue origini geografiche...Senza inventare nulla ed inseguendo
un concetto di canzone pop-rock portato ai massimi livelli da
gente come Tom Petty & the Heartbreakers, Wallflowers e
Counting Crows, ha confezionato un prodotto che suona vitale
e molto più genuino del 99% delle trovate radiofoniche
delle majors attuali. Provate ad infilare nel vostro car-stereo
queste canzoni e vi ritroverete felicemente lanciati sulla strada:
hanno l'appeal di autentici singoli rock fuori del tempo, se
solo le programmazioni delle radio odierne andassero alla rovescia
e seguissero i veri talenti. Reto Burrell è uno di questi.
(di Fabio Cerbone)
>>
Recensione di Shaking Off Monkeys
www.retoburrell.com
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Per chi non conosce Reto Burrell,
puoi brevemente raccontare la tua storia musicale? Come sei
arrivato ad incidere Shaking Off Monkeys?
Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo 10 anni e da
subito non ho mai voluto diventare un guitar hero, piuttosto
desideravo scrivere un mucchio di belle canzoni, cercare di
esprimere me stesso attraverso la musica. Da adolescente fanatico
del punk ho suonato in un paio di band, dove ho imparato molto
sul music buisness in generale, facendo tour e registrando.
Mi sentivo abbastanza forte per spiccare il volo solista. Da
quel momento ho fatto circa 200 serate, registrato molte canzoni
ed inciso due dischi per la tedesca Blue Rose. Penso di poter
dire che Shaking Off Monkeys è il risultato dei miei
anni precedenti. Sono molto felice ed orgoglioso di questo disco.
Il suono che sei riuscito ad ottenere è una delle cose più
entusiasmanti del disco: raccontami del lavoro svolto con Adam
Steinberg (il produttore) e di come sei riuscito ad incidere
negli States.
Ho sempre pensato che la mia musica dovesse essere prodotta
negli Usa. Dopo aver sentito l'ultimo disco di Todd Thibaud,
Squash,
sapevo di voler lavorare con il suo produttore, Adam Steinberg.
Dato che conoscevo Todd da parecchio tempo ed avevo suonato
con lui qualche volta, Adam era vicino lo spazio di una telefonata.
Ci siamo incontrati a Boston e ci siamo intesi subito, abbiamo
pianificato il lavoro e cominciato a collaborare insieme qualche
settimana dopo. È stato grandioso lavorare con lui, sapeva esattamente
come volevo che suonassero le mie canzoni.
Da dove arrivano i musicisti che hanno inciso con te in studio?
Vi conoscete da tempo?
I musicisti che suonano nel disco fanno tutti parte della mia
live band. Vengono tutti dalla Svizzera e siamo molto amici.
Abbiamo girato parecchio negli ultimi due anni, trovandoci molto
affiatati. Volevo che Shaking Off Monkeys suonasse vero, come
dal vivo e la milgiore cosa da fare per ottenere questo suono
era registrarlo con la mia live band.
È la stessa band che ti accompagna durante l'attuale tour?
Nella maggior parte dei casi si. Alcuni membri della band sono
molto occupati nel suonare in altri gruppi, quindi lavoro con
musicisti differenti
Quale significato volevi dare al titolo del disco, Shaking
Off Monkeys?
Significa liberarsi delle sofferenze. Era un'idea che avevo
in testa mentre scrivevo queste canzoni. Spesso ho la necessità
di scrivere canzoni per comprendere la mia strana vita (risate)
Come sei arrivato in contatto con la Blue Rose?
Lavoravo part time in un negozio di dischi un paio di anni fa
ed ho incontrato i distributori della Blue Rose. Hanno sentito
il mio materiale e mi hanno chiesto di mettermi in contatto
con l'etichetta. Ho spedito le mie demos gli sono subito piaciute
molto. La cosa divertente è che ci siamo incontrati ad Austin,
Texas durante il festival SXSW del 2000, dove suonavo alcuni
shows. Un anno dopo hanno pubblicato il mio disco di debutto,
Echopark
La Blue Rose è una sorta di grande famiglia del rock americano
in Europa: ti senti particolarmente vicino a qualche artista
dell'etichetta? Il primo nome che mi viene in mente sentendo
la tua musica è Todd Thibaud…
Si, sicuramente con alcuni di loro come Trish Murphy
e Todd Thibaud, ma penso di essere uno degli artisti
più radiofonici della Blue Rose, con il mio mix di melodie pop
e nervose chitarre elettriche, mentre molti artisti della Blue
rose hanno un suono più roots. Lo spirito è comunque lo stesso:
siamo tutti dentro per la musica!
Ho letto nelle note biografiche che tuo padre è di origine
inglese: quanto pensi ti abbia aiutato nella tua formazione
e nei tuoi gusti musicali questo fatto?
E' stato molto importante! Ho imparato molto sulla musica degli
anni sessanta e settanta durante la mia infanzia. I miei genitori
ascoltavano (ancora oggi) Bob Dylan, i Rolling Stones, i Beatles
e sin da piccolo sapevo che avrei voluto scrivere canzoni e
suonare la chitarra ed è quello che in fondo sto cercando di
fare.
Ti ha facilitato anche nella scelta e nell'uso della lingua
inglese? è una cosa spontanea per te scrivere canzoni in quella
lingua?
Si, certamente, come tu stesso accennavi, ci sono cresciuto
con l'inglese grazie a mio padre. E quale linguaggio migliore
per cantare il rock'n'roll se non l'inglese?
Molte tue canzoni hanno un suono decisamente accattivante,
una sorta di "radio friendly rock'n'roll": in questo
senso, riescono a passare nei circuiti delle radio pop?
Mi piace l'espressione radio friendly rock'n'roll! Si,
sono trasmesse in gran parte dell'Europa e sto ricevendo un'ottima
risposta. Sarei veramente contento se avessimo più forza per
promuovere le nostre canzoni, sostenuti da una major, perché
la cosa migliore che possa capitarmi come interprete ed autore
è quando un sacco di gente nel mondo ama ascoltare le mie canzoni.
Provo a dirti le mie canzoni preferite del disco: It Doesn't
Mean a Thing, Mr. Sorry e Back Home. Quali sono le tue e perché?
Ah, lasciami pensare. Penso che Mr. Sorry e Simple
Thing siano le mie preferite, ma non so spiegarti bene il
motivo. Mi fanno semplicemente sentire orgoglioso di averle
scritte
Quanto ha influito sulla tua musica Tom Petty? È un paragone
quasi naturale ascoltando il sound della band nel disco…
Tom Petty sembra essere molto più importante per la mia
musica di quello che vorrei che fosse in realtà (risate). L'ho
ascoltato all'infinito. È lui la ragione per cui non riesco
a scrivere canzoni di 5 o 6 minuti, è grazie a lui che ogni
mia canzone deve possedere un ritornello accattivante ed è lui
il motivo per cui ho preso il rischio di cantare, perché non
sa cantare ma suona lo stesso alla grande. Grazie mille Tom!
Altri artisti che sono stati importanti per la tua crescita
musicale?
La lista dei miei artisti preferiti è veramente molto lunga.
Mi piace ascoltare ogni tipo di musica pop e rock, ma la vera
ispirazione per me nello scrivere canzoni deriva dall'ascolto
della country music. In più sono un grande fan di Sheryl
Crow: penso che rappresenti molto bene il legame tra la
musica pop-rock e il country
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info@rootshighway.it
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