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:: Thomas Denver Jonsson - Americana from the North

Thomas Denver Jonsson è un giovane cantautore svedese alle prese con un disco d'esordio onesto ed interessante. Hope To Her, registrato in compagnia dei September Sunrise, fa emergere una sufficiente maturità artistica e ci permette di apprezzare un artista impegnato in un alternative-country modesto e derivativo. Contaminato anche da venature lo-fi, Hope To Her ruota attorno ad un suono pulito ottenuto con chitarre acustiche, pedal steel, pianoforte ed armonica. La voce di Thomas è fragile ed emotiva, interpreta alla perfezione uno stile depresso, facendosi accompagnare anche da una chitarra elettrica tutt'altro che invadente. Dalle prime note di First In Line, brano iniziale aperto da un'armonica Springsteen-iana in stile Tom Joad, le distanze fra il Nebraska e la Svezia sembrano assottigliarsi: brani come 24 Seven (cantata con Jessica Magnusson), Long Life To Lose e Mallards sono interpretazioni magistrali degli umori provinciali dell'America rurale. La pedal steel (di Fredrik Wilde) ed il pianoforte (Carl Edlom) rendono più caldo il suono e danno un tocco colorato ad un dipinto abbozzato. Thomas Denver Jonsson è cantautore emozionante e il suo stile lo avvicina all'amico Damien Jurado e al Matthew Ryan intimista di Concussion. Hope To Her è un disco raffinato.
(Carlo Lancini)

Thomas Denver Jonsson - Hope to Her
(Kite Recordings 2004)
1/2

www.thomasdenver.com


L'intervista


L'armonica iniziale di "First In Line" mi ha ricordato lo Springsteen di "The Ghost Of Tom Joad". C'è un legame musicale fra il tuo stile e quello acustico di Springsteen?

Amo Springsteen, soprattutto quello elettrico. Capisco tuttavia che tu possa accostare la mia musica a quel suo genere acustico. Lo Springsteen acustico non è affatto male, ma non può essere paragonato mai a quello degli eccellenti Born To Run, The River e Darkness On The Edge Of Town. Quella musica è una vera miniera d'oro.

"Hope To Her" ha ricevuto ottime recensioni, anche su Uncut (famoso mensile rock inglese).

Diamine, ho convissuto tanto a lungo con questo disco che sono convinto sia un buon album. Voglio dire, Hope To Her è esattamente il genere di album che volevo fare come mio primo disco, e ne vado fiero.

Ti aspettavi consensi così positivi?

Sai, visto che sono un debuttante prodotto da una etichetta discografica, anch'essa debuttante, ero preoccupato che qualcuno disprezzasse quello che stavo facendo. Ma ora il disco ha goduto di attenzioni talmente positive che sapere che così tanta gente l'ha ascoltato e altrettanta l'ha apprezzato, è una sensazione fantastica. Davvero, non riesco a spiegare a parole quello che provo.

Ci spieghi il significato del titolo "Hope To Her"?

Quando si ascolta il disco ogni cosa che si pensa potrebbe essere il significato di "Hope To Her". Ovviamente, ho un mio significato personale del motivo per cui il disco si chiama così. Ma per chi lo ascolta non è importante. E' importante solo per me.

Quali sono gli artisti e i dischi che ti hanno maggiormente influenzato?

Per "Hope To Her" alcuni dei maggiori ispiratori sono stati Gram Parsons, i Beach Boys, The Band ed Emmylou Harris: grandi voci e grandiose melodie. …Sono un pivello (23 anni ndr) per parlare di altri classici del country. Cito anche Will Oldham, Townes Van Zandt e Rosie Thomas.

 

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