L'intervista
L'armonica iniziale di "First In Line"
mi ha ricordato lo Springsteen di "The Ghost Of Tom Joad". C'è
un legame musicale fra il tuo stile e quello acustico di Springsteen?
Amo Springsteen, soprattutto quello elettrico. Capisco tuttavia
che tu possa accostare la mia musica a quel suo genere acustico.
Lo Springsteen acustico non è affatto male, ma non può essere
paragonato mai a quello degli eccellenti Born To Run, The River
e Darkness On The Edge Of Town. Quella musica è una vera miniera
d'oro.
"Hope To Her" ha ricevuto ottime recensioni,
anche su Uncut (famoso mensile rock inglese).
Diamine, ho convissuto tanto a lungo con questo disco che sono
convinto sia un buon album. Voglio dire, Hope To Her è esattamente
il genere di album che volevo fare come mio primo disco, e ne
vado fiero.
Ti aspettavi consensi così positivi?
Sai, visto che sono un debuttante prodotto da una etichetta
discografica, anch'essa debuttante, ero preoccupato che qualcuno
disprezzasse quello che stavo facendo. Ma ora il disco ha goduto
di attenzioni talmente positive che sapere che così tanta gente
l'ha ascoltato e altrettanta l'ha apprezzato, è una sensazione
fantastica. Davvero, non riesco a spiegare a parole quello che
provo.
Ci spieghi il significato del titolo "Hope To Her"?
Quando si ascolta il disco ogni cosa che si pensa potrebbe essere
il significato di "Hope To Her". Ovviamente, ho un mio significato
personale del motivo per cui il disco si chiama così. Ma per
chi lo ascolta non è importante. E' importante solo per me.
Quali sono gli artisti e i dischi che ti hanno maggiormente
influenzato?
Per "Hope To Her" alcuni dei maggiori ispiratori sono stati
Gram Parsons, i Beach Boys, The Band ed Emmylou Harris: grandi
voci e grandiose melodie. …Sono un pivello (23 anni ndr) per
parlare di altri classici del country. Cito anche Will Oldham,
Townes Van Zandt e Rosie Thomas.
|