L'intervista
Matthew, prima ancora di parlare della
musica e della produzione del nuovo disco vorrei affrontare i
tuoi testi: ho sempre apprezzato il modo in cui parli dell'amore
e delle relazioni, non sei mai banale nelle descrizioni. C'è qualcosa
di autobiografico in tutto questo?
Be' innanzi tutto grazie per l'apprezzamento:
comunque è tutto vero, sono in qualche modo sempre autobiografiche.
Anche quando una canzone sembra all'apparenza rivolgersi a qualcun
altro, esiste un forte grado di proiezione personale in quello
che scrivo. Le canzoni, specialmente quelle che parlano di relazioni,
devono secondo me contenere in se stesse una particolare atmosfera,
richiamare certe ambientazioni: sai, una stanza, l'oscurità e
il sapore amaro di un'aspirina
I Hope Your God Has Mercy on Mine però
appare diversa dalle altre: può essere considerata un tentativo
di scrivere una canzone "politica"? Sei interessato ad indagare
aspetti più sociali nelle tue canzoni o preferisci temi privati?
Credo di avere sempre scritto canzoni che
avessero un significato politico, nel senso che sono convinto,
senza il minimo dubbio, che il tema dell'amore sia l'istituzione
più politica con cui siamo costretti a negoziare. Non c'è distinzione
o confusione tra ciò che ci imponiamo l'uno con l'altro sia che
ci consideriamo cittadini, lavoratori, amanti o soldati. L'amore
è politica.
Nel disco ci sono poi canzoni quali Come
Home e Sweetie che hanno una forte impronta elettrica e si ricollegano
ai tuoi esordi. Mi chiedevo se Regret Over The Wires contenesse
solo materiale scritto di recente o ci fosse qualcosa che arrivava
dal passato…
Alcune di queste canzoni giravano già nella
mia testa, era come se fossero sedute alla stazione del bus, aspettandomi,
altre erano scappate prima ancora che arrivassero. Come Home
ad esempio, è stata scritta solo un paio di mesi prima delle registrazioni
di Regret Over The Wires, mentre l'altra che mi hai citato, Sweetie,
ha tutta un'altra storia: credo abbia girovagato per un po', battendo
i piedi ogni tanto e schiarendosi la gola
Arrivando alla produzione del disco: appare
più elegante e anche più moderna che in passato. Hai utilizzato
qualche tastiera in più e persino qualche timida campionatura.
Vuoi raccontarmi qualcosa del lavoro con Doug Lanco e Mark Robertson?
Costituiscono una specie di poli opposti:
Mark è una persona istintiva, dura ed ha un gran cuore,
Doug è una sorta di maestro dalla precisione scientifica.
Io mi trovo esattamente a metà strada fra di loro. Il nostro avvicinamento
è stato come se si incontrassero The Three Stooges (storico trio
comico americano, ndr) con la protagonista di The Three faces
Of Eve ("La donna dai tre volti" in italiano, dramma del '57,
ndr). Per il resto non so se definirmi moderno, o definire il
tal senso la musica che faccio: mi sento semplicemente coraggioso,
nel senso che non posso fare a meno di trovare una casa dove far
vivere le mie parole
Immagino dunque che con Doug Lancio ci
sia una vecchia amicizia, che dura fin dal tuo primo disco: cosa
apprezzi veramente di lui?
Certamente sa come suonare la chitarra: sembra
di ascoltare una mitraglia piena di risentimento. Siamo amici
da moltissima anni ormai, come due vecchi fratelli ritrovati:
dunque c'è familiarità tra noi, ma sempre con un po' di inquietudine.
Come sei riuscito invece a coinvolgere
Bucky Baxter nelle registrazioni del disco? Nails, in cui suona
la pedal steel, è una ballata meravigliosa
Ho avuto la fortuna di incontrare Bucky
diverse volte nel corso di questi ultimi anni: ho sempre apprezzato
il suo modo di suonare. Ciò che ci divideva era semplicemente
un problema di tempo: sono contento che sia riuscito a trovarlo
in questa occasione
A questo punto ti va di raccontarmi le
tue dissaventure con il mondo discografico? Come sei approdato
alla Waxy Silver (per Concussion) e poi alla Hybrid per il nuovo
disco?
Vuoi veramente sapere come mi sono messo
in contatto con la Waxy Silver e la Hybrid? Per telefono, tutto
qui. Sono piccole etichette gestite da amici veri: mi è sembrato
un gesto molto più semplice e salutare, vista anche l'alternativa
della scelta. Le majors si preoccupano essenzialmente di riempirsi
di dollari e di renderti del tutto insensibile. La Hybrid
consiste innazitutto di un duro lavoro e molta tenacia: questo
è l'unico sistema con cui si dovrebbe sempre lavorare. Quando
ho firmato per il mio debutto con la A&M nel 1996, anche loro
operavano con questi criteri: purtroppo è stato tutto sconvolto
nel momento in cui sono stati assorbiti dalla Universal nel 1998
Ora però ti senti molto più a tuo agio,
più libero: cosa ne pensi di questa piccola rivoluzione operata
anche grazie ad internet, con un gran proliferare di etichette
indipendenti?
Penso sia veramente un periodo molto eccitante
per questo genere di cose: fuori sembra di stare nel Selvaggio
West. Ognuno lotta per il suo spazio e la sua fortuna e solamente
i prodotti più validi potranno uscire dalla mischia. Vuoi sapere
quello che penso sulla situazione del mercato discografico? Molto
presto quello veloce comincerà a rallentare e il povero diventerà
ricco
Tu stesso hai deciso di pubblicare due
dischi principalmente acustici, rendendoli disponibili solo attraverso
il tuo sito.
Essenzialmente volevo che queste canzoni
vivessero al di fuori di me stesso. Scrivere è una necessità e
io sono una persona molto impulsiva: se ho qualcosa che mi passa
per la testa, non posso respingerla. Inoltre sono gli ascoltatori
che completano una canzone. Che siano cinque persone o cinque
milioni, è come se chiudessero il cerchio. Oltre tutto, se non
fosse stato per queste registrazioni, sarei finito sul lastrico
immediatamente: le persone che hanno deciso di acquistare questi
dischi non mi hanno fornito solamente un senso di comunità. Mi
hanno letteralmente aiutato, hanno mantenuto alta l'attenzione
su di me. Gli sarò per sempre grato di tutto questo.
Anche il suono di Concussion era spoglio
e acustico, sembrava riflettere un periodo molto tormentato della
tua vita: sono giuste queste mie impressioni?
Dovrebbe essere tutto vero, lo spero. Comunque
quelle canzoni sono state una sorta di discesa a patti, un fatto
molto doloroso, un confronto diretto con una situazione del momento
e con decisioni sbagliate, una sorta di racconti ammonitori. Sono
lusingato dal fatto che abbiano avuto il potere di aiutare altre
persone così come hanno aiutato me. C'è del fascino nel cadere
e toccare il fondo, ma per prima cosa devi aggrapparti ad un sostegno
Recentemente ho scoperto che ti sei cimentato
anche come produttore nel disco del giovane Jeff Klein, un songwriter
molto interessante: come è nata questa collaborazione?
Ho incontrato Jeff qualche anno fa, aveva
aperto un mio show e le sue canzoni mi hanno subito colpito. Ci
siamo tenuti in contatto e infine lui mi ha chiesto di produrre
il suo disco. Ero molto lusingato della cosa, era una grande opportunità
di trasferire un po' della mia cattiva sorte a qualcun altro…a
parte gli scherzi, ha un talento immenso e gli auguro tutto il
successo possibile
Che effetto ti fa essere catalogato, un
po' frettolosamente, nel movimento Americana? Ti riconosci all'interno
di questo genere?
Preferirei essere parte semplicemente di
un movimento fatto di buona musica. Ovviamente ci sono cose che
ho apprezzato nel corso degli ultimi anni, sono stati incisi alcuni
dischi molto interessanti: in genere cerco solamente di onorare
i miei eroi e di credere soprattutto che il produttore o l'ingegnere
del suono stiano facendo il lavoro giusto sulle registrazioni.
Ho sempre cercato però di trovare una musica che fosse dentro
la mia testa. Credo di esserci riuscito
Più in generale trovi calzanti i paragoni
che spesso si fanno per la tua musica? Sai, i soliti accostamenti
a Bruce Springsteen, Bob Dylan e Paul Westerberg…
Sono tutti grandi artisti: naturalmente spero
un giorno di venire considerato come separato dalla loro influenza.
Comunque è un fatto naturale: ogni songwriter dovrebbe conoscere
il lavoro di Dylan, Springsteen, Cohen e Westerberg, tra i tanti.
La storia è qualcosa che è appena passato da due minuti, a volte
l'amnesia è un male necessario, ma le radici sono la nostra informazione
e non vanno dimenticate
Penso che un altro songwriter con cui
condividi alcune influenze sia Joe Henry, anche se ultimamente
ha cercato altre sonorità, legandosi ad atmosfere vicine alla
canzone jazz. Credi sia importante per un songwriter trovare nuovi
linguaggi?
Joe Henry è un autore fantastico: non sono
sicuro dove voglia dirigersi con la sua musica, ma mi piacciono
i cambiamenti che ha fatto nei suoi ultimi lavori. Il suono ne
è uscito rinvigorito e sono contento per lui. Per quanto riguarda
la mia musica, be' penso che sia quello che sto facendo fin dalla
prima volta in cui mi sono seduto davanti ad un registratore,
cercare di sviluppare il mio suono
So che sei da sempre un grande fan della
musica dei Clash (vedi la tua cover di Somebody Got Murdered su
Concussion): che reazione hai avuto di fronte alla notizia della
morte di Joe Strummer?
Ovviamente sono rimasto scioccato e molto
depresso. È sempre stato una specie di conforto sapere che lui
era li fuori. Probabilmente è ancora in giro, solo in maniera
differente. In ogni caso la musica dei Clash dovrebbe essere considerata
una categoria specifica del rock'n'roll
Speriamo a questo punto di riuscire a
vederti dal vivo anche in Italia. Non so se ricordi ancora il
piccolo show che facesti qualche anno fa a Milano. Che tipo di
approccio avrai durante i tuoi concerti?
Certo, mi ricordo molto bene di quel periodo:
è passato troppo tempo e purtroppo allora suonammo un set molto
breve. Spero veramente di poter tornare presto in Europa. Sono
convinto che ogni persona sia responsabile di quello che sente
durante un concerto: questa è una parte fondamentale del fascino
di uno show dal vivo. Sono interessato a suonare un rock'n'roll
che ti prenda poco a poco, che ti lasci cuocere a fuoco lento
Fabio Cerbone - dal Buscadero
n°253 - Gennaio 2004
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