L'intervista
Innanzi tutto mi piacerebbe capire
di più il senso del titolo del vostro disco, Westernaire,
molto affascinante: quale significato attribuirgli?
Non ho una vera spiegazione per la nascita di questo titolo.
Era una parola che mi girava in testa da qualche parte e che
mi sembrava potesse descrivere bene lo spirito delle canzoni
Westernaire suggerisce anche una sorta di feeling desertico
e penso che si possa cogliere quest'atmosfera in diverse canzoni:
sei influenzato nel tuo songwriting dal lato più selvaggio
del paesaggio americano?
Si, è vero quello che dici. Ho fatto parecchi viaggi attraverso
il Southwest americano e l'Arizona quando ero più giovane
e il paesaggio che mi circondava ha sempre avuto un grosso
impatto su di me. Ad un certo punto ho iniziato ad identificarlo
con i "paesaggi dell'anima" e da qui sono nate in seguito
le mie canzoni
In particolar modo A Thousands songs about California
sembra fortemente legata ad una lunga tradizione di folk songs
americane sul viaggio e il cambio di vita...
La canzone ha un senso molto letterale al momento. Avevo due
carissimi amici (tra cui Roberto Sanchez, batterista
e collaboratore nella band) che si erano trasferiti a San
Francisco nel giro di un anno. Sembrava un argomento un po'
abusato, un clichè su cui scrivere. L'unico modo per parlarne
era riconoscere che si trattava di uno scenario già visto,
di una lunga tradizione. La California è un posto che nella
cultura americana viene visto come una miniera d'oro, ma nella
canzone io assumo la prospettiva di colui che osserva gli
amici scoprire questa terra dal loro punto di vista
Spesso le tue liriche mostrano un volto molto malinconico.
Sono sempre autobiografiche?
Non credo di essere in gradi di creare storie e personaggi
di pura finzione, mi piacerebbe, ma sono molto più a mio agio
scrivendo di quello che ho sperimentato nella mia vita, che
sento vero su me stesso
Certamente ci sono diversi punti di contatto con l'alternative-country
nelle vostra musica, anche se con un vostro stile. Ti senti
vicino a questo filone musicale o a qualche band in particolare?
Mi identifico con il posto da cui provengo e cerco di scrivere
di tutto questo. Non mi piace farmi imprigionare dalle definizioni
dell'industria musicale, perché spesso non descrivono esattamente
la musica che suoniamo. Esiste una lunga tradizione di rock
bands che hanno incorporato nel loro suono gli elementi della
tradizione roots e country. Non è un'idea nuova certo, per
cui non credo che i Milton Mapes facciano parte di un nuovo
movimento o chissà cosa. Gli U2 sono stati la mia più grande
influenza da ragazzo e loro scrivevano dell'Irlanda, luogo
da cui provenivano. Oppure parlavano dell'America, ma dal
loro punto di vista. Paul Simon ha scritto canzoni su New
York. Ecco, io cerco di scrivere canzoni sulla mia vita dal
mio personale punto di vista. Non sono mai stato in Italia,
per cui sono sicuro che se scrivessi canzoni su Venezia nessuno
crederebbe a quello che ho da dire
Il disco è stato registrato con numerosi musicisti in session:
immagino non sia stato semplice coinvolgerli e dargli una
direzione.
Non è stata una cosa programmata, abbiamo semplicemente lavorato
con i mezzi che avevamo a disposizione. La situazione è cambiata
molte volte nel corso delle registrazioni, ma ci ha aiutato
a mantenerle brillanti
E adesso quale è la line-up dei Milton Mapes durante il
tour?
Dunque, al momento siamo: Roberto Sanchez alla batteria, Britton
Beisenherz al basso, Cliff Brown alle tastiere e chitarre,
Jim Fredley alle chitarre e il sottoscritto Greg Vanderpool
alla voce solista e chitarre
Il vostro primo cd, The State Line, può essere giudicato
più come un lavoro di un singolo songwriter. Raccontami qualcosa
di queste prime registrazioni
The State Line è un disco che è nato mettendo semplicemente
insieme registrazioni effettuate in diverse città e stati.
Non avevo una vera e propria band alle spalle in quel periodo.
Per questo è uscito un feeling molto disomogeneo e caotico.
Però proprio per questo fatto, il disco possiede il fascino
di un lavoro fatto in casa
Il nuovo disco invece è senz'altro il frutto di una rock'n'roll
band più unita e concentrata. Il sound del disco è ottimo,
molto live. Cosa mi puoi dire della sua produzione?
Assolutamente si, abbiamo iniziato le registrazioni a casa
dell'amico Britton e abbiamo deciso di completarvi tutto il
disco. Io e Roberto avevamo idee differenti fin dall'inizio
(cosa che non era avvenuta per The State Line) e Britton ha
avuto un ruolo importante nel catturare tutto questo nelle
registrazioni
E se dovessi avere l'opportunità di lavorare con qualche
produttore in particolare chi vorresti al tuo fianco per il
suono dei Milton mapes?
In questo momento abbiamo l'intenzione di produrci da soli
i nostri dischi. Ho lavorato con produttori esterni in precedenza.
Sono figure utili se credi di dover aggiungere un parere diverso
dal tuo, o avere nuove idee e direzioni. Ma siamo arrivati
ad un punto in cui sappiamo esattamente quello che vogliamo
e abbiamo gli strumenti per realizzarlo. L'obiettivo principale
è creare una musica che non abbia un tempo preciso e che avremo
voglia di sentire e suonare a distanza di anni
Come è stata la reazione della stampa locale sul nuovo
cd?
Molto positiva. Una piacevole sorpresa dato che non eravamo
affatto conosciuti quando stavamo registrando Westernaire.
È molto importante avere un supporto dalla scena locale
Avete in programma di suonare in qualche interessante festival,
magari al famoso south by the Southwest in Austin…
Si, inizieremo a girare in tour gli States quest'anno e suoneremo
al South by Southwest in marzo, per il terzo anno consecutivo
e chissà che non riusciremo molto presto a suonare le nostre
canzoni anche in Italia
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