Storia
del cappero selargino
Tra storia e tradizione
Di probabile origine tropicale, il cappero è
presente nelle
regioni mediterranee da tempo immemorabile ed utilizzato con
finalità medicinali ed alimentari. Le prime notizie storiche
si
apprendono dalla letteratura greca e ancor prima dalla Bibbia.
Arìstotele e Dioscoride ne ricordano l’attitudine
medicinale e cosmetica, mentre Plinio il Vecchio li distingueva secondo
la terra d’origine, sosteneva che quelli africani arrecavano
danni alle gengive mentre quelli Pugliesi scioglievano
l’intestino. Per quanto riguarda le prime notizie agronomiche
bisogna risalire al periodo classico in cui si apprendono i primi
metodi di coltivazione. Venivano fatte delle fosse, ricoperte di
pietre, per far sì che le radici s’insinuassero
tra loro.
In Sardegna
In quest’isola antica si riscoprono tradizioni che
ci portano a rivivere il passato, testimonianze antiche di diverse
culture tra la natura aspra e generosa, l’amore per
l’agricoltura nel rispetto delle tradizioni e i mille sapori
della cucina di un tempo, tra i quali il profumo inconfondibile dei
capperi, saporitissimi ed unici, che crescono anche nelle zone dove
difficilmente altre colture riuscirebbero a sopravvivere.
A Selargius
L’antica Kellarious, è una piccola
cittadina dell’hinterland cagliaritano che vanta oggi
un’espansione tale da assumere l’aspetto di una
vera città.
Ha origini antichissime (3200-2700 a.C.) e da sempre
l’orticoltura, l’agricoltura e il commercio hanno
caratterizzato il paese. I cereali prevalevano, ma anche la coltura
delle vigne era “prospera”; e proprio ai bordi di
queste ultime, nonché ai piedi degli alberi di mandorlo, si
coltivavano i capperi (“is tapparas”in lingua
sarda).
I suoi verdissimi cespugli adornano le campagne di Selargius,
nutrendosi del succo della terra e del nettare del vento
(umidità), e generosi offrono i propri bottoni fiorali
avendo trovato l’ambiente pedo-climatico ideale.
Dalla tradizione popolare
I capperi anticamente venivano usati per preparare un
decotto, fatto di scorze dei ceppi e delle radici, per curare le varici
di cui molte donne erano affette. Solo più tardi, nella
seconda metà dell’800, i capperi vennero
introdotti nella gastronomia grazie alla famiglia Dentoni
d’origine genovese, ed in particolare Domenico Dentoni, in
quegli anni sindaco di Selargius, che diede inizio alla coltivazione su
maggior scala, rendendo l’agro selargino unico in Sardegna e
simile alle famose isole di Pantelleria e Salina.
Le donne selargine (is arregaterasa) acquistavano i capperi dai
produttori e li trasportavano con “is crobis”
(ceste) sopra la testa per rivenderli nei mercati di Cagliari. Gli
uomini, invece, con l'ausilio del “carro a molle”
iniziarono l’esportazione di questo prodotto in tutta la
Sardegna, facendo sì che questi saporitissimi boccioli,
potessero essere introdotti nella cucina locale apportando ai piatti
tipici della cucina tradizionale un gusto inconfondibile.