DA SANT’ILARIO DI BASILICATA UN’ARTE UNICA AL MONDO
L’”ARTE ARUNDIANA” DI FRANCO ZACCAGNINO
Franco Zaccagnino aritista di Sant’Ilario, da circa vent’anni utilizza per le sue espressioni artistiche una tecnica rivoluzionaria, unica al mondo, inventata e scoperta da lui stesso;
la “TECNICA della CANNA” di cui ne è il caposcuola assoluto.
La canna che l’artista utilizza è quella mediterranea, che cresce rigogliosa e abbondante su tutto il territorio nazionale, da nord a sud. Da non confondersi con le altre specie: quella palustre, quella di bambù, la canna d’India ecc..
L’artista realizza: altorilievi, scorci urbani, sculture tridimensionali applicate su pannello, sculture a tutto tondo; un insieme, cioè di composizioni realistiche, surreali ed astratte, che nascono quasi sempre da uno studio grafico molto approfondito a cui fa seguito un’attenta ricerca sul materiale e un meticoloso assemblaggio finale.
L’artista, inoltre, con uno stile del tutto personale, disegna e realizza oggetti esclusivi per l’arredamento interno ed accessori originali e unici per l’alto moda maschile e femminile.
Ha partecipato a diverse competizioni nazionali e internazionali conseguendo quasi sempre il 1° premio o il premio della critica.
L’artista FRANCO ZACCAGNINO visto il successo ottenuto dalla SUA ARTE, dietro richiesta dei critici d’arte, dei collezionisti e degli appassionati decide, così, di dargli un nome che ne specifichi la tecnica e lo stile.
L’artista, così, conia un neologismo con la radice del nome scientifico della canna mediterranea che è per l’appunto “ARUND-O/ARUND-INIS” e battezza la sua arte: “ARUNDIANA”
BIOGRAFIA: FRANCO ZACCAGNINO
FRANCO ZACCAGNINO NASCE A LAGOPESOLE NEL 1953. LARGO
CHIESA N. 18
VIVE ED OPERA TRA RIONERO IN VULTURE E SANT’ILARIO 85020
SANT’ILARIO (PZ)
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SCENOGRAFIE PER SPETTACOLI, MURALES. HA DIRETTO E
CURATO L’ALLESTIMENTO DI IMPORTANTI MOSTRE DI
CARATTERE STORICO E CULTURALE, COME IL “BRIGANTAGGIO
POST-UNITARIO NELLA REGIONE DEL VULTURE” E “CENERI
DI CIVILTA’ CONTADINA IN BASILICATA”.
HA PUBBLICATO “CASTRUM LACUS PENSILIS”, UN TESTO
STORICO ED ARCHITETTONICO SUL CASTELLO FEDERICIANO,
DEDICATO AL SUO PAESE DI NASCITA.
AI DIVERSI CONCORSI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI AI
QUALI
HA PARTECIPATO, HA SEMPRE CONSEGUITO IL 1° PREMIO,
NONCHE’ NUMEROSI RICONOSCIMENTI DELLA CRITICA.
L’essenza di questo inedito e alquanto raro filone artistico è duplice, esiste una matrice di produzione artistica tipicamente realistica e di osservazione ed esiste un’altra di carattere inverosimile e immaginario.
Le opere dell’artista presentano alternativamente i caratteri tipici della meditazione e della riflessione che la realtà suggerisce attraverso la sua osservazione critica nochè le peculiarità proprie dell’astrazione.
Metaforicamente l’artista identifica la duplicità della sua produzione soffermandosi sulle potenzialità espressive e quindi di ispirazione che un canneto può offrire, se un animo sensibile a ciò, si pone come suo interlocutore silenzioso in un dialogo che varca i limiti della realtà: “ascoltando le voci del canneto”;
dall’altro lato la fantasia lo porta ad immaginare il viaggio del nibbio che dall’alto dei suoi percorsi offre angolazioni e visuali paesaggistiche spettacolari e di rara bellezza; immaginando di trafugare quanto gli occhi del nibbio riescono a scorgere, l’artista si costruisce una inesauribile vena di ispirazione a carattere pragmatico che lo porta alla generazione di opere che rubano i contenuti al nibbio.
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