Il Territorio

In questo ambiente aspro e silenzioso, un tempo regno del cervo sardo e dei grandi avvoltoi, abita una fauna tipica e selvaggia, come il muflone, oggi in espansione territoriale, il cinghiale, presente ovunque seppur accanitamente cacciato, poi la volpe, la martora, il gatto selvatico, il ghiro, la donnola, la lepre sarda e il coniglio selvatico. Tra i rapaci è presente l'aquila reale, il falco pellegrino, l'astore, lo sparviero, la poiana e pochi esemplari di avvoltoio grifone. Un discorso a parte merita la flora, il Supramonte di Oliena infatti ha una importanza botanica di estremo interesse, non solo in Sardegna, ma in tutto il bacino mediterraneo. Notevoli sono le fitte foreste di lecci e ginepri nelle zone più interne del Supramonte, mai sottoposto a tagli.
Troviamo inoltre i maestosi tassi, l'acero trilobo, la fillirea, il terebinto, il biancospino, il corbezzolo. Su Gologone é la più importante sorgente carsica italiana, vero monumento naturale, ha sempre richiamato folle di turisti per l'importante massa d'acqua che sgorga da una profonda gola calcarea con una portata minima di circa 400 litri al secondo e con punte massime di 50 mila litri al secondo. Unitamente a Sa Vena, dopo pochi metri di tormentato e fragoroso percorso, confluisce nel fiume Cedrino in una cornice di pareti a strapiombo e lussureggiante vegetazione. Nella valle di Lanaitho si possono ammirare mediante visita guidata e opportuna attrezzatura alcune tra le più grandi e stupende grotte italiane,
Su Ventu, Sa Oche, Elihes Artas. Di particolare interesse scentifico si rivela la Grotta "Corbeddu", così chiamata dal nome del più famoso bandito del circondario che si rifugiava negli ultimi anni del secolo scorso. La grotta, che si apre nel calcare giurassico é relativamente piccola e si sviluppa in quattro sale dove recenti e fruttuose ricerche paleontologiche ed archeologiche hanno riportato alla luce i resti fossili umani più antichi della Sardegna risalenti, assieme a reperti ossei di animali estinti e ad una notevole quantità di manufatti litici, al Paleolitico Superiore (circa 15000 anni a.C.).
Poco distante Sa Oche affiora il complesso nuragico di "Sos Carros" il cui nucleo centrale é costituito da una probabile "fonderia" che consiste in un ampio ambiente ellittico da cui si dipartono circa dodici ambienti minori e passaggi vari che hanno restituito notevoli quantità di materiali bronzei. Nella parte terminale di Lanaitho, isolato da due profondi ed impervi canaloni, si erge il monte Tiscali che nasconde nel fondo di una profonda e vasta dolina carsica, tra lecci e terebinti, i resti di un complesso nuragico unico nel suo genere. La particolare tecnica costruttiva ed il suggestivo addossamento delle capanne a ridosso di una piccola collina sono caratteristiche esclusive del villaggio di Tiscali, vera perla della civiltà nuragica.
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