La ricerca e l’innovazione nei settori della biologia, biomedicina e biologia applicata stanno rapidamente guadagnando conoscenze e tecniche scientifiche rivoluzionarie, che prefigurano ulteriori progressi nella comprensione umana della natura, nella prevenzione e nella cura delle malattie, nonché concrete possibilità di affrontare i drammatici problemi alimentari e ambientali del pianeta. Tali sviluppi stanno però anche disorientano la società, che non ne comprende facilmente il significato o li vede in conflitto con il sistema dei valori condivisi, che cioè percepisce frequentemente le nuove prospettive come potenziali minacce per la natura, la salute e i diritti umani. Il dibattito bioetico e culturale dovrebbe servire a promuovere interventi per regolare un’utilizzazione consapevole e rispettosa dei valori umani delle nuove tecniche e conoscenze. Questo è quanto sta accadendo da diversi anni nelle nazioni democratiche e industrializzate che, avendo attentamente studiato i conflitti culturali e morali creati dalla nuova biologia, biomedicina e biologia applicata, hanno predisposto adeguamenti educativi e formativi, nonché condizioni, strumenti e spazi pubblici di comunicazione e confronto.

Purtroppo in Italia stanno prevalendo modalità di comunicazione e discussione degli sviluppi scientifici eccessive nei toni e rischiosamente fuorvianti, che non rispettano i contenuti oggettivi della ricerca, nonché i termini di ragionevoli valutazioni circa le potenziali applicazioni e i potenziali pericoli delle nuove biotecnologie.

E’ necessario e urgente che anche nel nostro Paese si sviluppi un dibattito pubblico civile e costruttivo da cui emergano scelte politiche responsabili e condivise con obiettivo l'individuazione delle regole più idonee a governare la rivoluzione scientifica in corso. Le ricadute culturali, etiche, sociali ed economiche della ricerca genetica, delle applicazioni biotecnologiche, delle neuroscienze hanno assunto e assumeranno sempre di più una valenza simbolica e fattuale tale da rendere imprescindibile la promozione di idonee e mirate azioni per la diffusione delle conoscenze e della cultura scientifica nel Paese, ed in particolare per il mondo della scuola e del lavoro .

La scuola italiana sta attraversando una fase di rinnovamento e sarebbe auspicabile l’intensificazione del dialogo con il mondo della ricerca, soprattutto per la riformulazione dei nuovi curricula e per l’inserimento in essi di tematiche oggi irrinunciabili come le neuroscienze, la biologia molecolare, la genomica, le biotecnologie. Il mondo del lavoro sarà estensivamente e intensivamente interessato dagli sviluppi applicativi della ricerca biotecnologia sia a livello dei processi produttivi con i "nuovi" lavori, sia per l’impatto che tali avanzamenti avranno sulla sicurezza, sulla salute e sulla qualità della vita. Più in generale, si avverte la necessità di qualificare e dare più spazio nei media alla comunicazione scientifica riguardante i temi della biomedicina.