La chiesa di S.Giorgio è stata fino al 1858 la sede della Parrocchia di Sindia, e titolo canonicale della cattedrale di Bosa. La chiesa, nel corso dei secoli ha subito certamente numerose trasformazioni, ma si sa per certo, che già essa esisteva quando sorse l’Abbazia di Cabuabbas. Com’era la chiesa di S.Giorgio nel secolo XII non possiamo saperlo, ma la bell’abside rimessa in luce negli ultimi restauri potrebbe anche risalire a quel periodo: lo si potrebbe arguire dalla monofora centrale ancora ben visibile. Gli studiosi potrebbero dire qualcosa di più concreto, se non si dovesse ricorrere al solito discorso della provenienza da Corte sia della monofora, sia delle pietre dell’abside, anche se le pietre di tufo bianco presenti, certamente non provengono da Cabuabbas. Le date presenti nella facciata ricordano importanti restauri: il portale esterno del 1666, e una strana data, 1828. Certamente i restauri completati nel 1666 hanno interessato l’interno della chiesa con gli archi gotici che sostengono le travi e la copertura in legno ripristinata nei restauri del 1985. Delle quattro cappelle della chiesa, tre presentano archi romanici a tutto sesto: una, forse appartenente alla chiesa originaria, è costruita in pietra basaltica, un’altra è in muratura intonacata, l’altra ancora è in trachite rossa, pare proveniente da una vicina cava. La quarta cappella, in stile gotico aragonese in trachite rossa, con volta a crociera molto ben rifinita è certamente del XVII secolo: pare sia il luogo di sepoltura del cavaliere Gavino Pintor Serra, inquisitore generale dell’Isola di Sardegna. Fino all’800 vi si seppellivano i defunti, secondo le distinzioni allora esistenti, come riferiscono i libri parrocchiali: nel presbiterio trovano sepoltura i sacerdoti, la cappella aragonese detta di San Sebastiano era riservata alla famiglia Pintor Serra, nelle altre fosse che sorgevano dislocate nei diversi punti della chiesa, gli altri defunti. Molti venivano seppelliti all’esterno, nel cimitero, detto di S.Giorgio, che sorgeva intorno alla chiesa. Per iniziativa del parroco mons. Masia, nel 1947 e ’48 venne costruito un capace ossario sotto il vano della chiesa, in cui trovarono degna sepoltura, tutte le ossa esumate dentro la chiesa e nei dintorni. Questa chiesa, nel 1800 divenne insufficiente alle esigenze della popolazione, tanto che in un documento ritrovato nell’archivio di stato di Cagliari viene riferito che per le funzioni della Settimana Santa, tutti gli anni scoppiavano delle risse per poter entrare in chiesa. Inoltre, la popolazione si era spostata più a valle, tanto che già dal 1930 si preferiva officiare la chiesa della Confraternita del Rosario, che man mano veniva preparata a divenire parrocchia, realtà che si concretizzò nel 1858. Il campanile, (in cui si conserva una campana del 1688) è rivestito da pietre di Corte, e si presenta a forma di torre. In passato presentava una copertura piramidale, poi demolita per alleggerire le strutture murarie danneggiate da un fulmine negli anni ’30 (come riferisce il parroco don Serafino Patrignani nel suo libro storico). Negli anni ’50 sorse il grande edificio attiguo alla chiesa, in origine casa di riposo per anziani ed orfanotrofio per minori. Per molti anni venne ospitata la scuola media; successivamente fu Collegio apostolico dei Carmelitani Scalzi.